capitolo quarantadue

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Sentii le braccia forti di qualcuno scivolare sotto le mie gambe e dietro la mia schiena, sollevandomi. Ero in bilico tra il sonno e la veglia, ma in qualche modo capii che era Harry a portarmi. La mia testa si posò sul suo petto caldo e potei sentire il suo respiro caldo fare aria sulla mia guancia quando mi guardò. Volevo aprire gli occhi per guardarlo, ma, per qualche ragione, non riuscivo neanche a muovere le palpebre che sentivo stranamente pesanti. Ero troppo esausta per muovere anche il corpo e il sonno stava prendendo il controllo su di me nonostante volessi lottare.

Poi improvvisamente sentii la voce di Harry, calma e gentile, mentre diceva:

"Va tutto bene, Carissa. Puoi dormire."

Le sue parole mi placarono e mi rilassai. Fui posata su qualcosa di freddo e morbido, probabilmente di nuovo sul sedile della macchina. L'ultima cosa che sentii fu la portiera della macchina chiudersi, poi scivolai lentamente di nuovo nel sonno.

***

Qualcosa mi svegliò.

All'inizio non riuscii a capire cosa fosse. Per un breve momento ci fu solo silenzio, ma, quando aprii lentamente gli occhi, strizzandoli un po' a causa della luminosa luce del giorno, sentii parlare una voce familiare.

Louis.

"Ho visto che vi seguivano. Avrei voluto avvertirti ma in qualche modo hanno notato che li seguivo, quindi sono riusciti a mandarmi fuori strada."

Ora i miei occhi erano pienamente aperti. Potevo sentire una leggere brezza soffiare sulla mia guancia dal lato sinistro, quindi realizzai che l'altra portiera della macchina fosse aperta. Sbattei le palpebre un paio di volte e, quando inspirai, potei sentire il familiare profumo di dopobarba e menta, il profumo di Harry.

Ero nella sua macchina, nella Mercedes nera.

La mia testa era poggiata al sedile di pelle nera e il braccio destro era intorpidito dato che era bloccato tra la portiera della macchina e il mio corpo. Mi mossi un po' per liberare il braccio e non ci volle molto a sentire una sensazione di pizzicore, che mi fece fare una leggera smorfia.

Quando guardai fuori dal finestrino, vidi un parco che sembrava familiare. Ci avrei scommesso che c'ero stata qualche volta con Katerine. Il piccolo ponte di legno, gli alti alberi e l'area piena di panchine, ma soprendentemente non vidi nessuna persona. Aggrottai le sopracciglia e, proprio quando stavo per girarmi, sentii di nuovo la voce di Louis e, per qualche ragione, il mio istinto mi disse di rimanere ferma.

"È stata una buona cosa che tu e Carissa siate riusciti a scappare."

C'era qualcosa nella voce di Louis che mi fece allarmare. Parlava come se fosse davvero sorpreso che fossimo riusciti a scappare via. Poi sentii la voce bassa di Harry rispondergli.

"Siamo stati solamente fortunati. Se Carissa non avesse saputo dell'altra uscita, sarebbe morta ora."

Accidentalmente lasciai scappere un sussulto e sentii il mio stomaco chiudersi. Il mio volto si fece lentamente pallido, ma rimasi comunque ferma, provando ad ascoltare la conversazione dei ragazzi. Volevo delle risposte alle mie domande che sapevo non avrei mai chiesto direattamente ad Harry.

"Pensi davvero che l'avrebbero uccisa? Forse le avrebbero fatto prima delle domande," il tono di Louis era sospettoso. Lo sentivo camminare avanti e indietro. O forse era Harry.

Poi la camminata si interruppe. Ci fu un momento di silenzio finchè Harry non rispose così a bassa voce che lo sentii appena.

"No, Louis. Non fanno domande a nessuno che passa del tempo con me. Non più da quando sanno che tipo di persona sono, da quando sanno che non rivelo i miei segreti a nessuno. Ecco perchè loro sono d'accordo che chiunque passi anche poche ore con me sia automaticamente definito una persona che mi sta aiutando."

"Quindi loro pensano..." iniziò Louis, ma si fermò a metà frase. Quando non continuò, lo fece Harry.

"Probabile che pensino che Carissa mi stia aiutando e non vogliono che qualche ragazza rovini i loro piani. Loro vogliono me, non lei. Ecco perchè non esiteranno a farla fuori mano mano che passa il tempo."

Chiusi gli occhi, desiderando improvvisamente di non aver sentito la loro conversazione. Il mio respiro era irregolare e rabbrividii, sentendo ondate calde e fredde corrermi lungo il corpo. Ovviamente sapevo di essere in grande pericolo mentre ero con Harry, ma avevo cercato di non pensarci molto. Ma ora, mentre lo sentivo confessare ciò, la paura mi inondò, ricordandomi della sua esistenza.

Ma, comunque, avevo deciso di rimanere accanto ad Harry e, nonostante quella scelta avrebbe potuto alla fine distruggermi, non avrei cambiato idea.

"Quindi cosa farai?" sentii Louis chiede con voce calma. Un piccolo sospiro scappò dalle labbra di Harry e lo immaginai a passarsi le dita tra i suoi scuri ricci, un'abitudine che rivelava fosse nervoso o insicuro riguardo qualcosa.

"Non lo so, Louis. Ho provato a farla andare via, ma è ritornata e... dopo ciò non posso semplicemente obbligarla ad andarsene quando ha deciso di rimanere con me finchè non finisce il gioco."

"Allora dovresti dirglielo."

"Dire cosa?"

"Tutto. Del gioco, del tuo problema con Nick. Ha ragione di sapere e dopo ciò può ripensare alla sua scelta." la voce di Louis era ferma. Quando Harry non rispose, lo sentii continuare, e le sue parole mi fecero attorcigliare di nuovo lo stomaco.

"Perchè non ha idea che queste saranno probabilmente le sue ultime ore."

Aspettai che Harry dicesse qualcosa, che dicesse che Louis era ridicolo, che non mi avrebbe detto nulla del gioco o che queste sarebberonon state le mie ultime ore.

Ma rimase in silenzio.


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Capitolo di passaggio.
Il prossimo sarà davvero importante:)



Corretto.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora