capitolo dodici

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"Hai sentito quel rumore?" chiese Harry improvvisamente.

"No," scossi la testa. Non avevo sentito nulla. Harry si accigliò, prima di spostarsi verso il bordo della scrivania per guardare in basso. Lasciò vagare lo sguardo lungo il parco divertimenti e, allora, notò qualcosa, perchè lo vidi socchiudere gli occhi.

"Cosa c'è, Harry?" Misi il bigliettino con l'indizio in tasca. Poi andai accanto ad Harry e guardai verso la giostra colorata, dove avevo notato che Harry guardava. Improvvisamente comparvero due figure da dietro la giostra con le torce tra le mani e sentii le loro voci distanti, mentre parlavano tra loro. Poi, un'altra cosa catturò il mio sguardo quando lo sollevai. Luci rosse e blu brillavano vicino all'uscita del parco divertimenti.

"Merda," Harry mormorò, prima di fare un passo indietro e passarsi nervosamente le mani tra i capelli. "Quei piccoli bastardi hanno chiamato la polizia."

Tutto si ghiacciò dentro di me quando le parole di Harry penetrarono nella mia mente. Capii che stesse parlando dei ragazzi che avevano provato a violentarmi e, quando il ricordo mi venne alla memoria, sentii male allo stomaco. Provai a prendere profondi respiri e, per un momento, guardai solamente i due poliziotti che oscillavano le torce verso le giostre, gridando nei loro walkie-talkie. Improvvisamente, sentii l'ululato delle sirene che si stavano avvicinando velocemente. Poteva significare solo una cosa. I poliziotti avevo chiesto rinforzi.

Feci un passo indietro e poi sentii la mano di Harry intorno la mia vita e l'altra sulla spalla quando mi spinse verso il basso. I suoi perforanti occhi verdi fissarono i miei e vidi che aveva uno sguardo mortalmente serio sul volto, cosa che mi fece crescere la paura.

Se l'espressione di Harry era così, probabilmente eravamo in grandi problemi.

"Non voglio che ci notino. È meglio se rimaniamo chinati." sussurrò. Il suo volto era a soli pochi centimetri dal mio, rendendomi difficile concentrarmi su cosa stesse dicendo. Deglutii e poi annuii leggermente un paio di volte per mostrargli di aver capito il punto. Rimanemmo stesi per un po' guardandoci negli occhi e ascoltando le grida distanti quando arrivarono le truppe ausiliari e iniziarono a correre per il parco divertimenti.

Presto Harry iniziò a mostrare segni di impazienza. Ad essere onesta, anch'io stavo diventando un po' impaziente. Chi sapeva quanto saremmo dovuti rimanere qui e se i poliziotti avrebbero continuato a cercare senza sosta fino al mattino? Alla luce del sole saremmo stati un facile bersaglio e quella era l'ultima cosa che volevo succedesse.

Le gambe iniziarono a farmi male per la posizione accovacciata, quindi mi sedetti opportunatamente sulla scrivania. Con la coda dell'occhio, vidi Harry spostarsi un po' per sbirciare giù dalla scrivania. I suoi occhi erano focalizzati su qualcosa sotto di noi e poi sospirò profondamente.

"Dobbiamo uscire da qui. Non vincerò mai questo gioco se decidono di continuare questa corsa senza successo tutta la notte e se noi dobbiamo rimanere seduti qui per chissà quanto." disse girandosi per guardarmi.

"Ma come facciamo a superarli?" chiesi mentre guardavo le figure scure con le torce. Non volevo essere catturata e alla fine interrogata. Rabbrividii al semplice pensiero dato che la polizia di Stonebridge era conosciuta per il suo rigoroso sistema di interrogazione. Non ero abbastanza sicura dei metodi che usavano, ma avevano le loro tattiche per farsi dare informazioni dai criminali.

Non che io fossi una criminale. Non avevo fatto nulla di illegale... beh, in effetti non era del tutto vero, perchè durante le ultime ore mi ero intrufolata in casa di qualcuno e anche nella scuola, avevo preso in prestito la barca di Liam senza permesso (anche se era un'idea di Harry, ne avevo comunque preso parte) ed ero andata in un parco divertimenti di notte, che probabilmente era anche proibito.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora