capitolo cinquantasette

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"Si sta svegliando."

"Prendile dell'acqua."

Lentamente l'oscurità iniziò a svanire e, appena sollevai le palpebre, mi trovai a fissare il soffitto. Non era come se mi fossi svegliata da un profondo sonno o da un pisolino. Era come se mi fossi svegliata dall'oscurità dalla quale desideravo poter ritornare. Mentre ero stata in quello stato, non avevo affrontato le mie emozioni. Non avevo affrontato il dolore che mi colpì nel momento in cui aprii gli occhi. Non avevo affrontato i ricordi.

Non avevo affrontato il fatto che lo avessi perso.

Mi spinsi per mettermi seduta e la prima cosa che vidi fu che ero stesa su un divano di pelle nero.

Ero nel suo salotto.

Spostai lo sguardo e notai Louis seduto sul pavimento accanto al divano. I suoi occhi blu mi osservavano, ma non disse nulla. E non ne ebbi bisogno. I suoi occhi mi dissero tutto, tutte le sue emozioni, tutte le parole che voleva dire.

Volevo piangere di nuovo. Volevo urlare e rompere oggetti. Ma non feci nessuna di quelle cose. Avevo lasciato i pezzi del mio cuore su quel parcheggio all'aperto, dove la gente li avrebbe calpestati. Ora non provavo nient'altro che un indescrivibile dolore in quel punto del petto, dove sarebbe dovuto esserci il mio cuore.

"Bevi dell'acqua, Carissa." disse la voce morbida di Niall. Era apparso da qualche parte mantenendo un bicchiere di acqua tra le mani. L'acqua era l'ultima cosa di cui avevo bisogno al momento, ma quando notai l'espressione di Niall, capii che gli avvenimenti avevano ferito anche lui. I suoi soliti luminosi e vivaci occhi ora sembravano vuoti e tristi. Non potevo dirgli di no, così presi il bicchiere dalla sua mano e lo ringraziai a bassa voce. Presi un sorso, poi posai il bicchiere sul tavolino da caffè. Con la coda dell'occhio notai Niall e Louis farsi segno, ma non mi importò di chiedere nulla. Fissai solamente quello stupido bicchiere, desiderando poter ritornare in quello stato di incoscienza.

Se ne era andato.

Harry se ne era andato.

Non avevo nemmeno potuto salutarlo.

Non avevo potuto dire di non rimpiangere ogni momento che avevo passato con lui. Non avevo potuto dire quanto amassi sentire la sua risata, quanto desiderassi che ridesse più spesso. Non avevo potuto dire che avrei fatto di tutto per lui. Non avevo potuto dire che nonostante la sua anima fosse nera, io avevo visto la bellezza da qualche parte dentro di lui. Non avevo potuto dire quanto mi piacesse quando mi chiamava topolina. Non avevo potuto dire che mi sarebbe piaciuto passare ogni singolo momento della mia vita con lui.

Non avevo potuto dire che...avevo iniziato ad innamorarmi di lui.

"Carissa."

La voce di Louis interruppe i miei pensieri. Silenziose lacrime avevano iniziato a cadere dai miei occhi, ma non feci nulla per spazzarle via. Lentamente spostai lo sguardo su Harry e vidi qualcosa nella sua mano che provocò un'ondata di emozioni in me.

Un foglio piegato.

"Prima che noi...andassimo al parcheggio, Harry ha scritto questo in macchina e ha detto che dovevo farlo a te." spiegò con calma Louis. Mi porse il foglio, che presi con la mano tremante.

"Io e Niall usciamo per un momento così tu puoi.." Louis ondeggiò il braccio impotente prima di alzarsi e lasciare la stanza. Niall mi strizzò gentilmente la spalla, prima di seguire Louis.

Ero sola.

Per un momento fissai solamente il foglio piegato. Il mio nome era scritto in cima ad esso con una bellissima scrittura. La scrittura di Harry.

Chiusi gli occhi e, per qualche ragione, ricordai gli ultimi momenti in cui l'avevo visto. Il modo in cui i suoi occhi verdi mi avevano guardata.

"Mi dispiace, Carissa."

Ora capivo perchè l'avesse detto.

Lui sapeva.

Mi scappò un tremante sospiro e mi morsi il labbro, provando a ricompormi. Poi aprii il foglio e iniziai a leggere.

"Questa non è la tipica merda fiabesca, che è piena di felicità, bellezza e bei finali. Questa è la storia di un ragazzo e un angelo che hanno passato 24 ore insieme, ma che sono riusciti a superare cose che molte persone non sperimentano durante tutta la loro vita.

Il ragazzo viveva in un posto buio. Ci era stato così a lungo che si sentiva come se appartenesse lì. Era diventato parte dell'oscuirtà che lo circondava in ogni momento della sua vita. Comunque, una notte cambiò tutto. Qualcuno venne in quel posto scuro, qualcuno che non sarebbe dovuto essere lì. Un angelo. Lei prese la mano del ragazzo e disse che lo avrebbe portato via dall'oscurità. Il ragazzo provò a resisterle, ma era troppo attratto dalla sua innocenza e dalla sua lucentezza che alla fine la lasciò sollevarlo da terra. L'angelo teneva il ragazzo per mano, volando verso la luce, via dall'oscuirtà. Ma ad ogni battito d'ali, una delle sue bellissime piume bianche si staccava e cadeva nell'oscurità. L'angelo sentiva un dolore indescrivibile perchè ogni piuma persa causava una ferita sulle sue ali. Comunque, la presa dell'angelo sulla mano del ragazzo era ferma e lei nascose il suo dolore per il ragazzo. Voleva salvarlo della tenebra nonostante lei dovesse soffrire per questo.

Volavano sempre più alti, ed erano quasi vicini alla luce quando il ragazzo guardò le ali dell'angelo. Vide che c'erano poche piume, vide il sangue colare dalle ferite, vide quanto fossero deboli le ali. E capì che se avrebbe continuato a tenere la mano dell'angelo, alla fine entrambi sarebbero caduti e si sarebbero distrutti in pezzi. C'era solo un modo per evitare che lei soffrisse quando le sue ali sarebbero scomparse e sarebbe caduta con lui.

Il ragazzo sapeva quale fosse il modo. Era salvare l'angelo da se stesso.

Così lui lasciò andare la sua mano."

Lentamente il foglio cadde a terra. Alcune lacrime coprivano la sua superficie. La lancetta dell'orologio appeso nel corridoio si mosse un po', spostandosi direttamente su 12.

Erano passate esattamente 24 ore.

The end

Corretto.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora