capitolo cinquantuno

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Luminose, accecanti luci brillavano dalle dozzine di finestre del più alto grattacielo di Stonebridge. L'edificio grigio scuro conteneva per la maggior parte uffici, ma c'erano anche appartamenti ai piani superiori, quelli il cui costo era molto più di quanto potevi immaginare. Era un edificio impressionante, ma nel buio della notte aveva qualcosa che mi faceva sentire a disagio. Mi sentivo così piccola, troppo piccola, mentre ero in piedi davanti ad esso e, nonostante Harry mi stesse tenendo per mano, la mia mente era piena di cose che potevano probabilmente diventare peggiori nel momento in cui saremmo entrati nell'edificio. Il battito del mio cuore era accelerato al semplice pensiero che questo era probabilmente il posto più pericoloso in cui saremmo dovuti andare.

"Devi essere a 252 metri di altezza."

Ciò significava che dovevamo andare in cima al grattacielo e sarebbe stato impossibile arrivare in tempo se avessimo usato le scale, l'opzione più sicura di un ascensore. Quindi decidemmo di predere un ascensore, sapevo che non avevamo altra scelta e davvero speravo che Harry avesse qualche piano, altrimenti non saremmo mai riusciti a uscire vivi dall'edificio.

Sentii Harry stringermi la mano gentilmente facendomi voltare la testa per guardarlo. I suoi occhi verde foresta guardarono direttamente nei miei e seppi che sapeva quanto fossi preoccupata. Ormai riusciva a leggermi così spesso nel pensiero che ci avevo fatto l'abitudine.

"Andrà tutto bene. Fidati di me," disse a bassa voce. "Non lascerò che ti accada nulla."

Annuii lentamente e deglutii guardando il grattacielo prima di riportare lo sguardo su Harry.

"Promesso?"

Harry sembrò esitare per un momento e ciò fece aumentare il ritmo al mio cuore. Poi lo sentii stringere la mia mano e un'espressione convinta balenò sul suo volto.

"Te lo prometto, topolina."

Un piccolo sorriso crebbe sulle mie labbra prima che potessi realizzarlo.

"Era da un po' che non mi chiamavi con quel soprannome." notai.

"Perciò l'ho detto." Harry sorrise, ma il suo sorrire scomparve così velocemente come era apparso. Mi guardò per un momento, la sua espressione seria e i suoi occhi verdi pieni di emozione che non riuscivo a comprendere. Eravamo al lato opposto della strada affollata, sotto l'ombra di qualche edificio e, nonostante le persone ci superassero frettolosamente, mi sentivo come se io ed Harry fossimo soli al mondo.

Vidi Harry aprire la bocca come se stesse per dire qualcosa, ma poi la chiuse e spostò lo sguardo dal mio. Per qualche ragione sentii il cuore sussultare nel petto, ma non gli chiesi nulla mentre iniziavamo a camminare verso il grattacielo. Quando lo guardai di nuovo, notai che teneva la testa bassa e coperta dal cappuccio, quindi non vidi la sua espressione. Premetti le labbra tra di loro e spostai lo sguardo altrove, provando a rassicurarmi che qualsiasi cosa avesse voluto dirmi non era così importante.

Presto raggiungemmo le porte scorrevoli, che si aprirono davanti a noi permettendoci di entrare. Notai alcune persone camminare con i completi e vestiti scuri professionali. Alcune di esse ci guardarono sospettosamente e lentamente realizzai come dovevamo apparirgli. Due giovani persone, vestite con abiti scuri e sporchi, e il cappuccio in testa. Sembravamo sicuramente dei criminali che erano finiti in qualche modo in un luogo dove non appartenevano.

Strinsi la mani di Harry ancora più forte e provai ad evitare lo sguardo delle persone, provando a focalizzarmi sull'ascensore che era dall'altro alto della hall. Non riuscivo a credere che non avevamo usato nessun'altra entrata, questo era un suicidio. Chiunque avrebbe potuto fer...

"Hey! Voi due!"

Sentii Harry imprecare a bassa voce e iniziare a camminare più velocemente, trascinandomi con sè. Notai che iniziammo ad attirare l'attenzione di altra gente e il nervosismo iniziò a mangiarmi viva quando gli occhi di tutti sembrarono bruciare su di me.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora