capitolo quaranta

6.1K 294 15
                                    

"Quanto tempo abbiamo?"

"Dieci ore e trentacinque minuti."

"E quanti posti ci mancano ancora?"

"Dodici. Ascolta, avresti potuto contarli da solo. Perchè devo sempre dirti che ora è o..." non riuscii a finire la mia frase che per qualche ragione Harry scoppiò a ridere. Alzai gli occhi al cielo, ma non riuscii a fermare le labbra dal formare un sorriso. Harry non rideva così spesso e sentirlo ridere genuinamente era qualcosa di unico. Potevo ascoltare quel suono tutto il tempo senza stancarmene mai.

Avevamo lasciato l'appartamento di Harry poco fa, ma, mentre mi sedevo sulla morbida pelle del sedile della macchina di Niall, la mia mente ritornava in continuazione al momento che avevamo condiviso io ed Harry nel suo appartamento. Potevo ancora sentire le sue labbra calde sulle mie e le sue parole:

"Non ho mai voluto ci fosse qualcuno. Solo tu."

Quelle parole mi avevano fatto credere che non mi avrebbe mai più lasciata. Nonostante la piccola voce nella mia mente provasse a dirmi di non esserne così sicura, la zittii. Non volevo neanche pensare di stare separata da Harry. Mai. Volevo stare con lui, non importava nulla, e non lo avrei mai lasciato.

"Carissa," sentii Harry dire piano, poi improvvisamente pungolò la mia guancia. Sbattei le palpebre un po' sorpresa e guardai Harry che aveva un'espressione giocosa sul volto.

"Vedo che avevi di nuovo la testa da tutt'altra parte," disse.

"Cosa vuoi dire? Non avevo la testa altrove," sostenni nonostante sapessi che Harry avesse ragione. Notai le sue sopracciglia sollevarsi e un piccolo sorriso comparire sulle sue labbra.

"Bene, cosa ha detto allora? Prima?" chiese.

"Non hai detto nulla," sbuffai. "Hai solo riso dopo che ti ho chiesto perchè devo sempre dirti che ora è. Ad ogni modo, non hai risposto alla mia domanda."

"Te l'ho chiesto solo per controllare se sei pronta a continuare il gioco," Harry disse sorridendo ampiamente, le fossette sbucarono sulle sue guance.

"Sì, certo che lo sono," alzai di nuovo gli occhi al cielo. "Seriamente, che voti prendevi in matematica?"

"Non voglio parlare di scuola ora," Harry fece una smorfia prima di guardarmi con uno scintillio nei suoi occhi. "Inoltre, ho te, quindi perchè dovrei sprecare tempo a contare qualcosa quando puoi farlo tu per me."

"Quindi stai finalmente ammettendo che sono più intelligente di te." dissi sorridendo. Harry sospirò e scosse la testa, ma potei vedere ancora un piccolo sorriso sulle sue labbra. Mise la mano in tasca e tirò fuori un bigliettino spiegazzato.

"Beh, presto scopriremo chi è più intelligente." disse guardandomi velocemente prima di guardare il bigliettino, il prossimo indizio. Inspirai a fondo e mi focalizzai sull'ascoltare la ferma, bassa voce di Harry quando lesse l'indizio ad alta voce.

"Li aiuta a conoscere che strada prendere condividendo il suo bagliore."

"Questo è tratto da un poema scritto da Amy VanDerwater ed è chiamato In the harbor" dissi immediatamente. Vidi gli occhi di Harry spalancarsi e le labbra socchiudersi mentre si voltava a guardarmi. Ma non avevo ancora finito.

"Il poema riguarda un faro, quindi deve essere il prossimo luogo in cui dovremmo andare."

L'espressione stupita di Harry non svanì e continuò a fissami finchè non ondeggiai una mano davanti il suo volto. Solo allora sbattè le palpebre un paio di volte prima di rimettere il bigliettino in tasca e mettere le chiavi della macchina nel motore, accendendo la macchina. Appena premette l'acceleratore e posò le mani sul volante, lo notai fissarmi velocemente prima di focalizzare i suoi occhi verdi sulla strada.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora