capitolo sedici

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Sentivo la tensione nella parte bassa dello stomaco mentre scivolavo dietro Harry nel corridoio. Prendemmo velocemente le nostre scarpe prima di attraversare il salone verso il balcone. Harry mi aveva detto il suo piano in meno di 30 secondi, e io avevo annuito quasi immediatamente. Ma ora che mi ero messa le scarpe, il dubbio calò su di me come il vento freddo dell'autunno che mi soffiava dritto in volto.

"Sei pronta? Hai gli indizi con te?" Harry sussurrò guardandomi.

"No, non sono pronta, e sì, gli indizi sono nella mia tasca." risposi un po' sarcasticamente. Ad Harry ovviamente non piacque il tono della mia voce, perchè si accigliò all'istante e mi lanciò uno sguardo duro.

"Ora non è il momento per scherzare. Se non ti concentri, puoi finire per essere uccisa e poi dovrò trovare un nuovo partner." Harry parlò duramente, ma abbastanza stranamente le sue parole non mi ferirono quanto avrebbero fatto prima. Forse era perchè avevo finalmente capito che era solito parlare rudemente con chiunque gli fosse intorno e quell'abitudine non sarebbe svanita così velocemente.

Harry si girò e mise entrambe le mani sulla ringhiera del balcone prima di salirci sopra. Si appoggiò al muro stretto che separava il balcone suo e quello dei vicini, poi allungò le gambe verso l'altro lato del muro. Presto scomparve dalla vista e sentii un basso tonfo quando saltò sul balcone dei vicini. Mi mossi un po' per affacciarmi dalla ringhiera e guardai a sinistra, aspettandomi che Harry mi desse il segnale che potessi seguirlo. Passarono alcuni secondi e sentii qualche cigolio prima che Harry spuntasse sul balcone dei vicini.

"Katrine e Rick non sono a casa, come avevo pensato." disse con calma. "Puoi venire qui ora."

Annuii e poi mi spinsi sulla stretta ringhiera del balcone, sentendo i freddi e duri mattoni sotto i miei palmi. Non avevo paura delle altezze, ma l'idea di una caduta mi fece tremare leggermente. Guardai in basso, ancora troppo insicura per sollevarmi, ma, quando una delle ginocchia che tenevo premuta sulla ringhiera iniziò a dinventare insensibile, non ebbi altra scelta se non alzarmi. Poggiai l'altra mano al muro e il mio sguardo volò agli occhi verdi di Harry che stavano guardando ogni mia mossa.

"Allunga solamente la gamba dall'altro lato del muro e io ti aiuterò col resto." mi istruì annuendo incoraggiante. Spinsi il pensiero di cadere nel retro della mia mente, poi presi un profondo respiro e allungai velocemente la gamba verso la ringhiera dell'altro balcone. La mano che tenevo premuta contro il muro iniziò a scivolare e, per un momento, fui presa dal panico. Poi sentii la calda mano di Harry afferrare la mia e, in un unico, morbido movimento, mi aiutò a scendere sul balcone. Il suo sguardo incontrò il mio per un breve momento, prima di lasciar andare la mia mano e girarsi verso la porta aperta che portava nell'appartamento dei vicini. Il mio respiro era ancora irregolare e permisi ai miei occhi di guardare il cielo ancora scuro, provando a calmarmi. Avrei dovuto migliorare il mio equilibrio. Harry non sarebbe stato sempre al mio fianco ad afferrarmi cosicchè la mia goffaggine non potesse portarmi in una brutta situazione.

Deglutii e mi misi il cappuccio prima di raggiungere a grandi passi Harry nell'appartamento. Non mi guardai molto intorno mentre mi affrettavo a superare il salone e ad andare nel corridoio dove Harry era fermo con uno sguardo impaziente sul volto. Quando mi notò, aggrottò la fronte e scosse leggermente la testa, lasciando uscire un piccolo sospiro. Poi si girò e guardò attraverso lo spioncino. Lo vidi mettere la mano in tasca e  sussultai quando tirò fuori la pistola. Spostò lo sguardo dallo spioncino per posarlo sulla pistola. Poi la sua testa scattò verso di me facendomi trasalire.

"Ricorda cosa ti ho detto. Sali le scale fino al tetto e aspettami finchè non arrivo lì." disse con voce a malapena udibile, al che dovetti avvicinarmi per sentire. Guardai il suo volto serio che mi fece stringere lo stomaco per il nervosismo, ma mi forzai ad annuire e ad avvicinarmi alla porta. Guardai velocemente nello spioncino notando quattro figure scure ferme davanti la porta dell'appartamento di Harry. Uno di essi armeggiava con la serratura e il ragazzo accanto a lui suonava il campanello ogni due secondi. Idiota. Quel suono senza fine del campanello avrebbe fatto svegliare presto tutti in questo edificio.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora