capitolo quarantatrè

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"Carissa, so che non stai più dormendo. Esci dalla macchina."

Tutto il mio corpo si tese dopo aver sentito le parole di Harry e, quando raggiunsi la maniglia, notai che la mia mano tremava. Il cuore continuava a battere rapidamente e lo stomaco a torcersi facendomi sentire leggermente male. Non ero mai stata così terrificata.

Queste potevano essere le mie ultime ore.

Ultime.

Lentamente uscii dalla macchina e barcollai un po' a causa delle vertigini che resero tutto sfocato davanti i miei occhi. Mi sforzai di prendere un profondo respiro prima di fare il giro della macchina e affrontare Harry e Louis. Entrambi mi guardavano esattamente nel modo in cui non mi piaceva.

Provavano pietà per me.

Feci del mio meglio per nascondere i miei sentimenti e sembrare pronta a qualsiasi cosa Harry stesse per dirmi, ma non riuscivo a smettere di sentire i brividi che correvano lungo la mia spina dorsale e, nonostante i ragazzi non notassero che tremavo, il mio volto pallido rivelava quanto fossi in realtà spaventata.

"È meglio che vada, Harry." Louis disse improvvisamente. La testa di Harry scattò nella sua direzione e, lentamente, le sue sopracciglia si aggrottarono.

"Perchè?" chiese senza neanche provare a nascondere la sua irritazione. Louis sospirò, poi improvvisamente i suoi occhi blu incontrarono i miei. Ricambiai lo sguardo provando a immaginarmi quali sentimenti ci fossero nei suoi occhi, ma voltò la testa verso Harry e la sua espressione ritornò tesa prima che potessi capire cosa fosse significato il suo sguardo.

"Penso che dovresti dirglielo da solo," Louis disse a bassa voce.

All'iniziò sembro che Harry stesse per scattare contro Louis, ma Louis lo guardò duramente e annuì brevemente provando a convincerlo. Alla fine Harry sospirò e fece correre la mano tra i suoi capelli prima di tornare a guardare me. Notai Louis fissarci prima di iniziare a camminare verso un' Audi bianca. La portiera della macchina venne chiusa e il motore ruggì, prima che Louis ci sorpassasse. Presto la sua macchina scomparve dalla mia vista e solo l'odore dei fumi di scarico erano la prova che lui fosse stato qui.

Quando portai lo sguardo di nuovo su Harry, non potei fare a meno di indietreggiare. La sua espressione era angosciata e i suoi occhi verdi riflettevano così tante sensazioni che comparvero e svanirono prima che potessi realizzare quali fossero. Fece un passo verso di me, ma, quando notò che mi irrigidii, si fermò, lasciando cadere le sue braccia lungo i fianchi. Lentamente la sua espressione si fece illegibile e dura mentre spingeva dentro i suoi sentimenti, per nasconderli a me.

Quando iniziò a parlare, il suo tono era fermo, privo di emozione.

"Tutto quello che ti dirò non sarà nient'altro che la dura verità. Non mi aspetto che tu capisca, ti dirò solamente le cose per come stanno veramente."

Si zittì per un momento, guardando lontano. Poi i suoi scuri occhi verdi si focalizzarono di nuovo su di me e si formò un cipiglio sulla sua fronte. Quando continuò a parlare, notai che la sua voce era leggermente tesa.

"Tutto è iniziato quando avevo dodici anni. Mia mamma...lei si era fidanzata con un uomo chiamato Robert."

Robert.

Quel nome sembrava familiare.

Lentamente Harry iniziò a raccontare il suo passato, parlando del giorno in cui aveva scoperto Robert abusare di sua madre, parlando della pura rabbia che si era formata dentro di lui da quel giorno, parlando del fatto che non avesse mai visto sua madre dopo essersi svegliato dallo stato di incoscienza, completamente solo. Gemma non era a casa perchè era all'estero con la famiglia della sua amica e, per tre giorni, Harry era semplicemente rimasto steso sul pavimento senza mangiare e bere.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora