capitolo ventotto

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Ci fu un fulmine e, dopo un po', ci fu un tuono pericolosamente vicino. La pioggia aveva smesso da un po', ma il vento aveva iniziato a soffiare con maggior potenza, facendo oscillare i rami degli alberi. Alcuni dei rami più deboli caddero sulla strada dopo essere stati strappati dal vento e i guidatori fecero del loro meglio per schivare quelli più grandi.

Guardavo fuori il finestrino le nuvole scurirsi e, dopo un po', un fulmine illuminò il cielo scuro. Di solito sarei stata spaventata a morte, perchè odiavo le tempeste a causa del mio trauma infantile. Ma ora, mentre guardavo il cielo, potevo vedere della bellezza ipnotizzante nel modo in cui la natura mostrava il suo potere. I fulmini che dividevano il cielo mi ricordavano qualcosa di distrutto, qualcosa di inarrestabile e forte.

Il mio sguardo cadde su Harry. Aveva uno sguardo vigile negli occhi verdi mentre guardava la strada. Una luce luminosa proveniente da un fulmine illuminò il suo volto per un secondo, ma lui non battè ciglio. Notando il mio sguardo, mi guardò velocemente e per un breve momento i suoi occhi verdi sembrarono più luminosi e profondi mentre la luce bianca colpiva il suo volto.

In quel momento un pensiero inondò la mia mente. Harry, lui era come un fulmine. Ugualmente imprevedibile, ma che comunque conteneva una sorta di bellezza distrutta. Rimaneva nascosto tra le nuvole scure e si rivelava solo nei momenti inaspettati.

C'era decisamente qualcosa di unico in lui che non avevo visto nelle altre persone.

"Se ci fermassimo da qualche parte per un po'? Inizia ad essere pericoloso guidare con un tempo così." la profonda voce di Harry interruppe i miei pensieri. Io annuii silenziosamente prima di riportare velocemente lo sguardo sulle nuvole scure. Un leggero rossore coprì le mie guance mentre realizzavo che lo stavo fissando da chissà quanto tempo, ma ero sollevata che non mi avesse chiesto a cosa stessi pensando.

Passarono altri due minuti prima che Harry fermasse la macchina di lato alla strada, vicino a una staccionata alta e nera. Circondava una grande dimora che si poteva intravedere leggermente tra gli alberi. Non riuscivo a vedere nessuna luce accesa e faceva sembrare la dimora abbandonata e terrificante.

"Questa era la sua casa," Harry disse improvvisamente. Quando mi girai per guardarlo, lo vidi fissare la dimora con un'espressione che era difficile da leggere.

"Di chi?" chiesi con calma, guardando Harry confusa.

Le sue labbra rosa si socchiusero mentre prendeva fiato, poi i suoi perforanti occhi verdi incrociarono i miei. Mi guardò per un momento e dovetti fare del mio meglio per non spostarmi sotto il suo intenso sguardo. Iniziai a pensare che forse non avrei dovuto chiedergli nulla, quando improvvisamente rispose alla mia domanda.

"Quel ragazzo che ti ha inseguita. È di Steven."

Riportai lo sguardo sulla dimora. Ora non mi chiedevo più perchè sembrasse abbandonata. Il suo proprietario non era lì e non sarebbe mai ritornato.

"Cosa ti ha fatto che lo hai ucciso?"

Non feci neppure caso di aver detto i miei pensieri ad alta voce prima di fissare Harry. Il suo voltò si indurì e potei vedere una fiamma pericolosa scurire i suoi occhi verdi mentre pensava a qualcosa.

"Davvero vuoi saperlo?" chiese, sembrando un po' teso. Il suo sguardo si focalizzò su di me, ma, in qualche modo, sembrava distante e ovviamente non voleva rivelarmi nulla.

"Va bene se non vuoi dirmelo. Comunque so che non l'hai ucciso soltanto perchè mi stava seguendo." dissi con calma, giocando con le mie dita.

Non gli dissi come lo sapevo. Ma, quando eravamo vicini la stazione ferroviaria e ce ne stavamo per andare, avevo visto il modo in cui Harry aveva guardato Steven prima di accendere la macchina e andare via. Quello sguardo era pieno di avversione e odio verso quell'uomo. Non rimpiangeva di averlo ucciso e mi aveva fatto pensare che probabilmente fosse successo qualcosa tra i due.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora