capitolo ventisei

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Scivolai sul sedile anteriore della macchina argentea di Niall ed Harry chiuse la portiera dietro di me. Vidi le sue labbra muoversi mentre diceva qualcosa a Louis e Niall, ma non sentii le sue parole. Presto venne a sedersi al posto del guidatore e accese la macchina prima di dare gas. Iniziò ad accelerare e notai come fissasse costantemente il finestrino retrovisore, però nessuno ci stava seguendo.

"Harry?" gracchiai e tossii un paio di volte. Feci una smorfia e sollevai la mano per strofinare la parte davanti del collo, ma il dolore divenne solo peggiore. Non mi faceva male solo la gola, ma il collo aveva iniziato a gonfiarsi e io ero quasi sicura che presto sarebbero usciti dei lividi.

"Cosa Carissa? Vuoi che ti metta qualcosa di freddo sul collo? O vuoi bere qualcosa? Posso prenderti qualsiasi cosa tu voglia." Harry parlò frettolosamente guardandomi un po' preoccupato.

"No. Io sto...starò bene." risposi un po' sorpresa dalle sue improvvise offerte. "Volevo solo chiederti una cosa, ma non devi rispondere se non vuoi."

"Okay. Chiedi qualsiasi cosa tu voglia." disse Harry riportando lo sguardo sulla strada. Il suo tono era gentile e, invece della sua solita espressione illeggibile, sembrava vicino al triste e rammaricato. Per un momento mi dimenticai della mia domanda e invece sbottai:

"Non era colpa tua, Harry. Per favore non incolparti."

"Questa non è una domanda, Carissa."  disse Harry rigorosamente, provando chiaramente ad evitare l'argomento, ma non avrei lasciato passare. Non volevo che lui si sentisse colpevole per ciò che era successo. Sarei dovuta sentirmi male per averlo spinto via dopo che Louis mi aveva aiutata ad alzare da terra. Per un piccolo momento mi ero arrabbiata che non avesse provato a salvarmi da Sam che mi strangolava. Poi avevo sentito il litigio tra Louis ed Harry e mi ero ricordata dell'espressione spaventata di Harry. Non avevo mai pensato che qualcuno come Harry potesse essere spaventato e mi aveva fatto capire che la situazione era stata molto difficile per lui. Quindi non lo incolpavo e volevo che neanche lui si incolpasse.

"Non era colpa tua." ripetei ancora una volta. "Voglio dirtelo, Harry. Dirti che non era colpa tua."

Harry sospirò a fondo, poi scosse la testa.

"Come puoi dire ciò quando ti ho promesso che non ti sarebbe successo nulla e rotto la promessa solo poco tempo dopo." disse con calma. I suoi occhi verdi sembravano tristi mentre mi guardava, prima di guardare altrove. Poi la sua espressione passò da triste a irritata. "Cazzo, ti ho chiesto di fidarti di me e poi, come ha detto Louis, guardavo quel bastardo che stava per ucciderti. Non capisco semplicemente come tu possa essere così comprensiva riguardo questo e dire che non era colpa mia. Se fossi stato al tuo posto, avrei fottutamente ucciso la persona che mi avrebbe fatto qualcosa del genere. Quello che avresti dovuto fare dopo essere sopravvissuta. Uccidermi o almeno lasciarmi solo a continuare questo fottuto gioco."

"Non ti avrei mai ucciso, Harry." sussurrai spostando lo sguardo al grembo.

"Beh allora perchè non mi lasci? Potresti semplicemente andare con Louis e Niall. Loro ti aiuterebbero a tornare dai tuoi genitori o da qualsiasi parte tu voglia andare."

Lasciai uscire un piccolo sospiro e mi morsi il labbro inferiore, fissando le mie mani.

"Non lo so. Forse mi importa di te." dissi con voce a malapena udibile e spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Per un momento Harry fu stranamente calmo e, quando mi girai a guardarlo, fui sorpresa di vedere un piccolo sorriso accennarsi sulle sue labbra. Poi mi guardò brevemente, ma ebbi il tempo di vedere i suoi occhi più luminosi e dolci di un momento fa, quando era arrabbiato.

"Importa anche a me di te, topolina."  disse Harry e potei sentire il mio cuore accelerare e una bollente sensazione diffondersi dentro di me dopo aver sentito le sue parole. Non potevo fare a meno di sorridere, sentendo le guance tingersi di un leggero rosa.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora