capitolo quarantuno

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"Questo posto è enorme. Non troveremo mai quella fottuta scatola," Harry borbottò passandosi la mano tra i capelli prima di rimettersi il cappuccio in testa. Notai un'espressione disagevole sul suo volto mentre si guardava intorno, ovviamente facendosi sempre più nervoso. Non sapevo perchè, di solito ero io quella nervosa e preoccupata per tutto.

"Non preoccuparti, Harry. La troveremo. Conosco questo posto come il palmo della mia mano." dissi provando a calmare Harry. I suoi occhi verdi si focalizzarono su di me e, per un momento, mi guardò, un cipiglio crebbe sulla sua fronte. Poi lasciò uscire un piccolo sospiro e annuì, ma la sua espressione non cambiò mentre continuava a camminarmi accanto.

Una fioca luce illuminava leggermente l'area scura. Attraverso le finestre al soffitto potevo vedere le nuvole scure che coprivano il cielo, creando delle ombre sugli scaffali pieni di libri. Copertine rosso scuro, marroni e grigi si vedevano ovunque guardassi e, mentre camminavo, lasciai scivolare le mie dita sulle copertine posteriori. Molti autori familiari e titoli di libri balenarono davanti ai miei occhi e la mia mente iniziò a riempirsi di storie che una volta avevano trovato posto nel mio cuore. A volte dovetti fermarmi solo per prendere uno dei miei libri preferiti tra le mani e per scorrere tra le pagine, leggendo le frasi familiari. Quando Harry lo notò, ogni volta che prendevo un libro in mano iniziava a sospirare pesantemente e a sbattere il piede sul pavimento di legno impaziente. Una volta venne anche a strapparmi il libro dalle mani dicendomi che ci saremmo dovuti affrettare.

Non sapeva che tenere un'amante dei libri lontana dai libri era impossibile tanto quanto provare a evitare che la pioggia cadesse. Se avessi potuto decidere, avrei vissuto nella libreria così che avrei potuto essere circondata da libri ogni giorno.

"Hai detto che sapevi quale libro avesse questa stampa sulla sua copertina," sentii Harry lamentarsi. Mi ero appena fermata davanti lo scaffale dove vi erano libri fantasy e stavo guardando le loro copertine, ma la voce di Harry mi fece voltare verso di lui. Tutto il suo copro era teso e continuava a guardarsi intorno, finchè il suo sguardo non incontrò il mio. Le sue sopracciglia erano aggrottate e la sfumatura dei suoi occhi era diventata un verde foresta scuro, uno sguardo irrequieto ancora presente in essi quando mi guardò.

"Beh...pensavo di averla vista su alcuni di questi libri, ma ovviamente mi sbagliavo." dissi prendendo il bigliettino piegato dalla tasca e guardando la piccola fotografia di un elefante nero proprio accanto al testo che ci aveva guidati nella più grande libreria della città.

Riuscivo a ricordare di aver visto quella piccola stampa di elefante, molto probabilmente sulla copertina di qualche libro, ma era difficile ricordare quale libro fosse. E il nerovsismo di Harry non aiutava perchè lo rendeva impaziente e irritante.

Misi il bigliettino di nuovo in tasca e lasciai scappare un piccolo sospiro. Sentii i passi di Harry mentre mi si avvicinava e, quando mi voltai, sussultai leggermente vedendolo più vicino di quanto pensassi. Il suo respiro caldo fece brezza sul mio volto e gli occhi verdi sembrarono perforarmi mentre mi guardava.

"Non sai in realtà dov'è quella foto, vero?" disse con calma, il suo tono pericolosamente basso, rivelando la sua esasperazione. Deglutii provando a indietreggiare, ma la mia schiena colpì gli scaffali.

"So di averla vista. Solo...non ricordo dove," mormorai.

"Allora devi concentrarti meglio. Non abbiamo molto tempo," Harry scattò. Io sussultai, ma in qualche modo riuscii a non allontanare lo sguardo dai suoi occhi. Lentamente una punta di indignazione si diffuse in me e dovetti sforzarmi per non urlargli contro. Invece dissi:

"Perchè sei così nervoso? Non c'è nessuno qui."

Vidi Harry stringere la mascella, poi improvvisamente spostò lo sguardo da me e fece un paio di passi verso lo scaffale opposto. Lo vidi sollevare la mano, le sue dita tamburellarono sulla copertina dei libri prima di voltarsi di nuovo verso di me. Aveva le labbra premute in una linea stretta e, quando i suoi occhi si fissarono di nuovo nei miei, improvvisamente capii perchè fosse nervoso.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora