capitolo ventisette

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"Hey! Guarda dove vai!"

"Sì, sì. Mi dispiace."

Una donna irritata mi guardò, ovviamente aspettandosi delle scuse un po' più carine, ma io non avevo il tempo così la superai. I miei cercavano costantemente la scatola verde mentre provavo a farmi strada nell'affollato e stretto corridoio del treno. Harry era da qualche parte all'altro lato del treno perchè avevamo deciso velocemente di andare in due parti del treno diverse. In quel modo avremmo trovato la scatola più velocemente.

Gli ultimi passeggeri si affrettavano a salire e quelli che erano già seduti ai loro posti mi guardavano ovviamente stupiti. Feci del mio meglio per ignorarli e tenni il volto il più nascosto possibile, sapendo che molti di loro probabilmente avevano già visto i notiziari, quindi, se qualcuno di essi mi avesse riconosciuta, sarebbe stato un disastro.

Non avevo bisogno di guardare il mio orologio per sapere che mancava un minuto. Ero già disperata e potevo solo sperare che Harry ci fosse riuscito, perchè presto sarei dovuta scendere dal treno se non volevo andare in qualche città sconosciuta lontana da qui.

Poi improvvisamente sentii qualcuno afferrarmi per la spalla facendomi gemere e girare il volto. Lo rimpiansi immediatamente. Il cappuccio scivolò dalla testa rivelando il mio volto e, terrificata, fissai l'uomo dagli occhi blu ghiaccio e un'espressione di pietra che studiò il mio voltò per due brevi secondi. Per qualche ragione sembrava riconoscermi nonostante io non avessi idea di chi fosse.

Poi improvvisamente iniziò a tirarmi lungo il corridoio e, terrificata, provai a liberarmi, ma le sue lunghe dita erano avvolte dolorosamente intorno al mio braccio, rendendo completamente inutili i miei tentativi. Mi guardai in giro cercando una persona che potesse salvarmi, ma non la trovai. Il singhiozzo e l'esclamazione a bassa voce che lasciai uscire quando l'uomo strinse il mio braccio catturò l'attenzione di ogni singola persona. Sentii i sussurri e le parole "ai notiziari" e "aereoporto" inondarmi le orecchie, facendomi gelare il sangue.

Poi un pensiero mi fece fermare, sorprendendo l'uomo completamente che allentò la presa. Provò ad afferrarmi il braccio di nuovo ma era troppo tardi. In un veloce movimento, presi la piccola pistola dalla tasca e la puntai verso di lui. Ero stufa di sentirmi debole tutto il tempo e, al momento, non mi importava delle conseguenze che la mia minaccia avrebbe causato. Volevo solo che si allontanasse e mi lasciasse sola.

Sentii diversi sussulti ma non lasciai vagare lo sguardo. Fissai l'uomo che lentamente aveva indietreggiato. Comunque non sembrava avesse paura. Invece vidi un leggero ghigno divertito formarsi sulle sue labbra. Ciò mi fece sentire a disagio e non riuscivo a scuotere via la sensazione che ci fosse qualcosa di strano in lui.

Ma, quando sentii un tonfo e una leggera vibrazione sotto i piedi, capii improvvisamente perchè stesse sorridendo.

Il treno iniziò a muoversi e potei sentire il sudore freddo colare lungo la fronte. Lo spazzai via velocemente provando a prendere profondi respiri. La mano che teneva la pistola iniziò a tremare e spostai lo sguardo verso il finestrino, notando il treno superare il binario affollato e lentamente aumentare il passo. Poi notai una figura familiare e, per un breve momento, i nostri sguardi si incrociarono. Ebbi il tempo di vedere il suo volto stupito prima di perderlo di vista.

Almeno lui era uscito dal treno in tempo.

Se avessi voluto uscire da qui, avrei dovuto affrettarmi prima che il treno avesse raggiunto la sua velocità massima. Quindi velocemente mi guardai intorno e corsi lungo il corridoio verso la porta più vicina e provai ad premere il bottone, ma ovviamente le porte rimasero chiuse. Mi guardai intorno velocemente e il mio sguardo cadde su un finestrino mezzo aperto. Non sprecai tempo e tirai il freno d'emergenza prima di correre verso il finestrino, schivando le mani di alcune persone mentre provavano ad afferrarmi e ignorando le urla intorno a me. Riuscivo a focalizzarmi solo sul finestrino e sulla mia fuga. Ero decisa a tornare da Harry, quindi nessuno mi avrebbe fermata dato che ero capace di lottare.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora