capitolo trentaquattro

5.1K 299 13
                                    

Stava ancora tuonando ma il suono era lontano, quindi la tempesta era quasi finita. Le nuvole si erano colorate gradualmente di un leggero grigio, ma il vento soffiava ancora con forza. Per un po' rimasi semplicemente in piedi ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e il basso fruscio delle foglie, ma, quando i minuti continuarono a passare ed Harry ancora non si mostrò, iniziai a preoccuparmi.

Avevo evitato di guardare verso la caverna perchè mi terrificava. Ora, comunque, mi girai verso di essa e mi aspettai quasi di vedere Harry uscire e annunciare con un orgoglioso sorriso che aveva trovato la scatola.

Passò un minuto. Iniziai a fissare l'orologio da polso più spesso e la preoccupazione mi fece rivoltare lo stomaco, creando diversi nodi. Era già da più di mezz'ora. Dov'era Harry? Forse si era perso? E se gli fosse successo qualcosa? Perchè l'avevo lasciato andare da solo quando sarei dovuta andare con lui?

Improvvisamente, un uccello sbucò dai cespugli gracchiando rumorosamente e facendomi gridare dalla sorpresa. Mi premetti la mano sul cuore, che aveva iniziato a battere più veloce, e provai a regolare il mio respiro. Nello stesso tempo, guardai con rabbia l'uccello che aveva iniziato a beccare il terreno, ignorando il fatto che mi avesse quasi causato un infarto.

"Stupido uccello." mormorai e sembrò che l'uccello mi avesse sentita, perchè girò la testa e mi guardò. Poi gracchiò di nuovo e volò via.

"Sì, bravo. Vola via" dissi alzando gli occhi al cielo e fissando ancora una volta il mio orologio. Un piccolo sospiro scappò dalle mie labbra prima di alzare lo sguardo, notando i rami degli alberi oscillare. Improvvisamente sentii la stanchezza scrivolare su di me e, dopo aver spostato lo sguardo sul terreno coperto dalle foglie, decisi di sedermi per un po'. Se Harry non fosse tornato tra cinque minuti, sarei andata a cercarlo, ma ora avevo bisogno di riposo.

Camminai verso un albero e mi sedetti, poggiando la testa al tronco dell'albero. Il terreno era ancora umido dopo la pioggia e sentii l'acqua bagnarmi i jeans, ma ero troppo stanca e preoccupata per importarmene. Mi strinsi la giacca di Harry con forza e chiusi gli occhi per un momento mentre la sua colonia riempiva le mie narici. Un accenno di dopobarba e menta mischiati a qualcosa che era difficile da definire. Quello poteva essere la colonia di Harry. Mi ricordai della prima volta che Harry mi mise la sua giaccia sulle spalle al parco divertimenti. Era come se fosse successo anni prima, non qualche ora fa.

Non avevo idea di quanto tempo fosse passato, ma improvvisamente sentii un ramo spezzarsi. Aprii le palpebre brutalmente e spostai velocemente lo sguardo, ma non vidi nessuno. Comunque, una sensazione di disagio che qualcuno mi stesse guardando non mi lasciò sola. Il silenzio mi circondava, anche gli uccelli avevano smesso di cantare e gli alberi non si muovevano col vento. Potevo sentire solo il mio respiro pesante e i miei passi mentre mi alzavo guardandomi intorno.

Poi sentii uno strano rumore provenire dalla caverna. Mi avvicinai provando a scacciare la paura.

"Harry?" lo chiamai ma mi rispose solo l'eco. "Harry! Dove sei?"

A malapena ebbi il tempo di dire il resto della frase che sentii un basso ringhio che mi provocò i brividi lungo la spina dorsale, e potei sentire il mio sangue congelarsi.

Il ringhio proveniva dalla grotta.

Guardai nell'oscurità incapace di muovermi. Era come se fossi congelata, sudore freddo colava lungo la mia fronte e riuscivo difficilmente a respirare a causa di un peso al petto. Qualcosa di grande mi si stava avvicinando e, nonostante non potessi vedere nulla, sentivo pesanti passi e qualcosa che annusava.

Poi lo vidi provenire dal buio. O piuttosto...loro.

Due orsi, uno era più piccolo, ma l'altro era gigante. La loro pelliccia nera luccivava leggermente sembrando blu scuro e continuavano a muovere la testa da un lato all'altro annusando e ringhiando pericolosamente. Poi, improvvisamente, i loro occhi scuri si focalizzarono su di me e un'ondata di terrore scivolò su di me facendomi tremare. Per un momento ci circondò il silenzio, ci fissammo solamente, ma i nostri sguardi erano diversi.

I miei occhi erano spalancati e pieni di paura.

I loro occhi prevedevano morte.

"Stai attento perchè un eco sveglierà i tuoi nemici..."

L'indizio non si riferiva ai pipistrelli. Si riferiva agli orsi. Immediatamente, quando quel pensiero passò per la mia mente, il mio corpo smise di tremare e si irrigidì. Ci avevano messo troppo tempo gli orsi ad uscire dalla grotta. Troppo tempo. La realtà mi colpì come un treno e barcollai leggermente, notando che tutto davanti a me diventava sfocato. Il dolore colpì prima il mio cuore, poi si diffuse nel mio corpo facendomi quasi perdere conoscenza. A malapena notai gli orsi iniziare ad avvicinarmisi dato che riuscivo a pensare solo ad una persona. Potevo vedere solo lui che sorrideva, sentire le sue labbra sulla mia fronte, sentire la sua voce bassa dire che sarebbe tornato presto.

Torno presto...

Le lacrime scivolarono dai miei occhi e potei sentire le foglie frusciare mentre indietreggiavo, prima di inciampare e cadere. L'ultima cosa che vidi furono gli orsi che correvano verso di me, con i denti affilati esposti e gli occhi scuri che luccicavano minacciosamente.

Poi ci fu solo buio.

***

Harry's P.O.V.

"Merda," imprecai a bassa voce appena il mio piede colpì qualcosa e stavo quasi per inciampare. Di nuovo. La caverna era così scura che a malapena vedevo quacolsa, nonostante avessi una torcia. Dovevo camminare lentamente e ciò mi irritava perchè volevo trovare quella diamine di scatola e tornare da Carissa. Ero preoccupato per lei e ogni secondo che passava era una tortura. Non riuscivo a smettere di pensare al fatto che ogni volta che l'avevo lasciata sola, le era successo qualcosa, ed ecco perchè volevo ritornare da lei il prima possibile.

Il freddo nella caverna mi faceva rabbrividire leggermente e, a volte, quando toccavo casualmente il muro di pietra, sentivo l'acqua congelata scivolare lungo le mura. Era pericoloso perchè rendeva il terreno scivoloso e, il più delle volte, mi sembrava letteralmente di star sciando, non camminando.

L'eco continuava a ripetere i miei passi e potevo sentire il vento ululare silenziosamente. Quelli erano gli unici suoni, ma ero comunque vigile e teso, pronto a qualsiasi cosa. La caverna era grande abbastanza da nascondere qualsiasi tipo di pericolo e, per un momento, fui sollevato che Carissa non fosse venuta con me. Questo posto le avrebbe decisamente causato un attacco di panico ed era l'ultima cosa che volevo le accadesse.

Continuai la mia lenta passeggiata, focalizzando gli occhi sul terreno e provando a cercare nel buio. Poi il fascio di luce della torcia illuminò qualcosa di verde e, appena strizzai gli occhi, riconobbi la familiare piccola scatola.

"Finalmente," sospirai e camminai verso la scatola. Mi accovacciai e la afferrai velocemente. Poi la aprii, presi il bigliettino e lo misi in tasca. La scatola la gettai.

Mentre mi alzavo, improvvisamente sentii qualcosa. Un acuto strillo che mi fece impallidire il volto.

Carissa.

La torcia mi cadde da mano, ma non mi fermai a riprenderla. Iniziai a correre verso la leggera luce, sentendo il dolore e la preoccupazione crescere nel mio cuore ad ogni passo che facevo. Il mio respiro era irregolare e la mano tremante trovò la pistola fredda in tasca mentre mi preparavo a uccidere chiunque fosse vicino Carissa.

Lo sapevo che non avrei dovuta lasciarla sola.

Provai a correre più velocemente, ma iniciampai su qualcosa e caddi a terra. Feci una smorfia per il fitto dolore al ginocchio e lasciai uscire un gemito frustrato. Mi morsi il labbro provando a spingere via il dolore mentre mi sollevavo e continuavo a correre sul terreno scivoloso.

Senza una torcia era più difficile notare qualsiasi cosa. Continuavo ad inciampare e ad oscillare mentre correvo. Ecco perchè ci misi più di cinque minuti per uscire, ma alla fine raggiunsi la bocca della grotta.

Per alcuni secondi la luminosa luce del sole mi accecò e dovetti sbattere le palpebre, provando a vederci adeguatamente dopo essere stato molto tempo al buio.

E poi la vidi.



Corretto.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora