capitolo quindici

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Silenzio.

Solo infinito, oppressivo e teso silenzio. Nessuno di noi disse nulla. Gli occhi di Harry erano fissi sulla strada mentre io fissavo semplicemente fuori dal finestrino e provavo a elaborare tutti gli eventi che erano successi nell'aereoporto, ma, più ci pensavo, più la mia mente si rifiutava di lavorare.

"Oh, chi pensi che io sia?! Il nome Harry Styles ti suona familiare?"

"Styles è morto. Tu non sei lui."

"Beh, allora sono il suo fantasma."

Perchè pensavano fosse morto? E perchè rimasero scioccati quando rivelò il suo volto? Chi era davvero? Queste ed altre domande affolavano la mia mente e mi fecero scoppiare dolorosamente la testa. Il mio intero corpo era teso e i miei occhi erano spalancati. Sarei dovuta già essere esausta per tutta la corsa durante la notte, ma ero completamente vivace.

Sentivo lo sguardo di Harry su di me e non riuscivo ad impedire la sensazione di nervosismo che mi faceva rivoltare lo stomaco. Con Harry non potevi mai sapere cosa sarebbe successo, cosa avrebbe detto e come avrebbe reagito. Era la stessa cosa di come camminare su un campo minato.

Sentii Harry schiarirsi la gola prima di parlare finalmente:

"Dobbiamo andare al mio appartamento per cambiarci i vestiti. Altrimenti potremmo essere riconosciuti per le strade."

Lo guardai confusa, solo per vederlo fissare la strada, il suo volto completamente privo di emozioni. Non mi aspettavo che mi dicesse qualcosa del genere, mi aspettavo che avrebbe iniziato ad urlarmi circa il mio disperato tentativo di fuga o mi avrebbe chiesto qualcosa riguardo cosa fosse successo all'aereoporto.

Mi morsi il labbro inferiore chiedendomi se avrei dovuto rispondere, ma poi decisi di rimanere in silenzio. La sua idea riguardo al cambiare i panni era ragionevole ma se fossimo andati al suo appartamento ciò significava che avrei dovuto prendere in prestito i suoi vestiti? Ero molto più bassa di lui e inoltre l'idea di cambiare i vestiti nell'appartamento di Harry dove ci saremmo stati solo noi due...diciamo che non ero abbastanza a mio agio neanche al semplice pensiero di esso. Forse avrei dovuto chiedergli se potevamo anche andare al mio appartamento cosicchè potessi cambiarmi con i miei panni, così non avrei dovuto prendere i suoi.

Ma un semplice sguardo verso Harry mi disse che non avrei dovuto chiedergli nulla. La sua espressione era quella che chiaramente mostrava fosse riluttante a parlare e se avessi iniziato a irritarlo ora, avrei solo provocato un'altra discussione. Decisi di posticipare la mia domanda. Glielo avrei chiesto quando saremmo stati nel suo appartamento.

Dopo un po' arrivammo nella stessa area debilitata di appartamenti dove era localizzato l'appartamento di Harry. Harry uscì dalla macchina e io lo seguii sentendo il nervosismo crescere solamente ad ogni passo che facevo verso il suo, ormai già familiare, appartamento. Provai a calmarmi mentre guardavo la schiena di Harry, che camminava leggermente più avanti di me. Le mie mani erano sudate e iniziai a masticarmi il labbro inferiore costantemente, ma mi fermai appena Harry mi fissò, mentre aspettavamo che scendesse l'ascensore.

Non riuscivo a capire perchè fossi così nel panico riguardo tutto. Eravamo stati soli tutto questo tempo e, inoltre, ero già stata nel suo appartamento. Non sarebbe successo nulla.

Non sarebbe successo nulla.

Salimmo al sesto piano e Harry tirò fuori le chiavi dalla sua tasca. Lui sbloccò la porta, che lasciò uscire un rumoroso cigolio che mi fece sussultare leggermente. Harry entrò nel suo appartamento e io lo seguii esitante. Chiusi la porta mentre Harry accendeva la luce nel corridoio. Lo guardai togliersi le scarpe e, senza guardarmi, iniziò a camminare verso la porta che presupposi fosse la sua stanza.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora