capitolo cinquantatrè

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L'unico suono che spezzava l'oppressivo silenzio era l'eco di passi di tre persone. Gli sguardi giudicatori delle persone bruciavano su di me mentre camminavo tra Dave e il poliziotto che mi teneva con forza il braccio. Normalmente avrei tenuto la testa bassa, provando vergogna e imbarazzo per il fatto che l'attenzione di tutti fosse su di me. Ma ora, da quando ero stata separata dalla persona di cui più mi importava, da quando ogni piccolo pezzo del mio cuore spezzato faceva male, da quando mi sentivo completamente sola, provavo qualcosa che mi faceva tenere la testa alta e quella cosa era il coraggio. Ora riuscivo a capire quella sensazione che era sempre stata così distante da me, era sempre stata da qualche parte dentro di me. Durante queste ore aveva iniziato a mostrarsi e sapevo che era dovuto solo ad una persona. Mi aveva insegnato il coraggio di affrontare le proprie paure, il coraggio di rischiare la propria vita per qualcuno di cui ti importava, il coraggio di rimanere semplicemente in vita. Ora riuscivo a tenere la testa alta e a guardare con calma negli occhi della gente senza aver paura di cosa pensassero di me. Non era così importante, era più importante scoprire in qualche modo dove fosse stato portato Harry. Se le persone pensavano che potevano separarci, avevano totalmente torto. Avrei trovato un modo per ritornare da lui.

Le porti scorrevoli si aprirono davanti a me e, quando uscimmo sulla strada notturna trafficata, mi obbligai a prendere profondi respiri mentre iniziava a formarmisi una sorta di piano in mente. Notai alcuni taxi e, mentre il mio sguardo continuava a vagare, improvvisamente notai una macchina argentea molto familiare.

Quasi mi feci scappace un piccolo urlo di felicità, ma mi trattenni in tempo. Dave e il poliziotto si stavano già dirigendo verso la macchina della polizia e continuai a camminare tra di loro in modo calmo. In realtà stavo lentamente contando in mente e, appena raggiungemmo la macchina della polizia, liberai il braccio e spinsi Dave via dal passaggio mentre correvo verso la macchina argentea. Fortunatamente ero già preparata a correre via dalle persone tutto il tempo, quindi la raggiunsi in pochi secondi. La portiera della macchina era già aperta, quindi non sprecai ulteriore tempo e scivolai sul sedile posteriore, sentendo la macchina già partire prima che avessi ancora chiuso la portiera.

"Ottimo lavoro, Carissa," sentii una voce familiare provenire dal posto del guidatore. Louis. Presto anche la testa bionda di Niall sbucò da sentile anteriore mentre si girava un po' per farmi i pollici all'insù.

"Grazie ragazzi," sospirai. "Siete qui appena in tempo. Dobbiamo andare a salvare Harry. L'hanno preso e..."

"Li sto già seguendo," Louis mi interruppe facendomi un piccolo sorriso, ma non raggiunse gli occhi. Potei notare quanto fosse tesa la sua voce e anche Niall accanto a lui sembrava teso.

"Cosa sta succedendo?" chiesi, provando chiaramente che mi stessi perdendo qualcosa. Niall e Louis si scambiarono un'occhiata prima che Louis premesse l'acceleratore e andasse ancora più veloce.

"Sta chiaramente succedendo qualcosa, cazzo." Niall mormorò. "Credimi, Carissa, noi siamo confusi quanto te. Tutto quello che sappiamo è che dobbiamo tirare Harry fuori da quella cazzo di macchina della polizia e velocemente."

Il ritmo del mio cuore accelerò alle sue parole e sentii un'ondata di ansia scivolare dentro me quando pensai che Harry fosse davvero in pericolo. Provai a prendere un paio di respiri profondi, ma non aiutò del tutto. Potevo solo pensare al suo ultimo sguardo, la tristezza nel suo sguardo. Era come se sapesse che stava per succedere qualcosa.

"Guida più veloce Louis!" gridai e mi chinai in avanti per guardare fuori il finestrino. Le luci blu e rosse sfavillavano non molto lontano e potei distinguere almeno tre macchine della polizia che guidavano velocemente lungo la strada. Harry era in una di esse.

Il morote ruggì, poi Louis lasciò uscire una piccola imprecazione mentre quasi stava per sbattere contro un'altra macchina. Feci del mio meglio per rimanere seduta mentre la macchina oscillava da un lato all'altro quando Louis superò le altre macchine. Le sue nocche si erano fatte bianche quando strinse il volante e vidi un'espressione concentrata sul suo volto prima che cambiasse la marcia e finalmente premette tutto il pedale dell'acceleratore. La macchina si muoveva così velocemente che dovetti sbattere le palpebre un paio di volte prima che riuscissi a focalizzare il mio sguardo sulle macchine della polizia, che ora erano solo a pochi metri dalla nostra macchina.

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