capitolo nove

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"Quindi, cosa riguarda il prossimo indizio?"

Eravamo seduti nella macchina di Harry, pronti ad andare nel prossimo luogo dove ci avrebbe guidati l'indizio. Dopo quell'incidente a scuola e tutto quello che era successo dopo, era come se non mi sentissi più sicura di nulla. Non ero neanche sicura di me stessa. I miei sentimenti provenivano da ovunque e non riuscivo più a controllarli. Mi sentivo come se fossi al centro di un uragano senza nessuna possibilità di uscirne, e sapevo che era solo una persona a causare quell'uragano.

Fissai Harry, che mi stava guardando in attesa. Una mano ferma sulle chiavi, pronto ad accendere il motore, mentre l'altra era ferma sul volante. Non mi pressò come aveva fatto prima, ma era stranamente calmo nonostante sapesse che stavamo sprecando parecchi minuti. Non avevo idea cosa avesse provocato questa calma, ed ero leggermente spaventata che presto sarebbe diventato lo stesso Harry rude di prima.

Misi la mano in tasca e presi la piccola scatola. La aprii e presi un bigliettino piegato. Prima che potessi fermarmi, mi trovai a pensare di nuovo ad Harry che diceva che ero diversa dagli altri. Non gli avevo chiesto cosa avesse voluto dire, perchè, dopo averlo detto, mi aveva guardata come se fosse stato un errore. Ecco perchè avevo deciso di non mettergli pressione ed avevamo lasciato l'appartamento per continuare il gioco.

Comunque, non riuscivo a smettere di pensarci e, mentre aprivo il bigliettino, decisi che avrei provato a focalizzarmi sul gioco e a spingere da parte i miei pensieri incoerenti. Almeno per ora.

"Tutti noi abbiamo i nostri alti e bassi. Una volta che hai raggiunto la cima, la prossima cosa sarà la tua caduta." lessi il prossimo indizio ad alta voce, senza preoccuparmi di leggerlo prima in mente.

"Che ironia," sentii Harry mormorare. Quando lo guardai, vidi un profonda ruga sulla sua fronte mentre fissava pensierosamente qualcosa. Poi improvvisamente si girò per guardarmi.

"E se fosse un ascensore?" chiese, sollevando le sopracciglia. Io scossi la testa.

"La città è piena di ascensori. Non lo troveremmo mai in tempo. Questo deve riguardare qualche posto dove è più semplice trovarlo."

Harry annuì d'accordo con la mia opinione, e iniziò a tamburellare sul voltante con le dita, prima di accendere finalmente la macchina.

"Andiamo un po' in giro. Forse vediamo qualcosa che corrisponde con la descrizione del luogo, o semplicemente immaginiamo quale sia." disse a bassa voce.

"Buona idea," mormorai in risposta. Harry colpì l'acceleratore e uscì dal parcheggio, lasciandosi dietro gli squallidi condomini. Mentre Harry guidava, provai a focalizzarmi sul risolvere l'indizio, ma non mi veniva nulla in mente. "...alti e bassi... cima e caduta..."

"Le montagne russe!" Harry esclamò, facendomi saltare sul sedile. Si girò per guardarmi e io fui quasi sicura di vedere un po' di eccitazione sul suo viso.

"Devono essere le montagne russe, sai, quella vecchia fatta di legno a cui nessuno interessa smontare, perchè è la prima giostra divertente della città."

"Oh sì, certo. Deve essero quello." annuii un po' sorpresa che Harry si fosse immaginato un posto che io probabilmente non avrei mai pensato. Quando lo guardai, vidi un piccolo sorriso sulle sue labbra mentre guardava la strada.

"Perchè stai sorridendo?" sbottai accidentalmente.

"È così bello che questa volta sia stato io a capire il posto a cui si riferiva l'indizio." Harry gonfiò il petto con orgoglio. Non potei fare a meno di ridacchiare, guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua.

"Smettila di ridere. Scommetto che in realtà sono più intelligente di te." disse.

"Hah, lo dubito altamente." risposi scuotendo la testa.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora