CAPITOLO TREDICI

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  I giorni passano e anche l'estate termina, quest'estate che mi ha regalato momenti indimenticabili. Settembre è volato anche, ed io l'ho passato studiando perché non ho mai smesso di pensare all'idea di andare all'università. Perché mai dovrei sprecare il mio talento rimanendo in casa? L'unica cosa che me lo impedisce è il denaro, ed è per questo che dopo la partenza di mio fratello ho lavorato in un panificio vicino casa, ho imparato a fare il pane e questo mi ha permesso di raccogliere un po' di soldi. Domani ho il test di ingresso e sono agitatissima. L'università è davvero bella, è un edificio secolare ed ha un giardino immenso con fontane, alberi e panchine dove potersi sedere e la cosa più bella secondo me è la biblioteca: ci sono così tanti libri che non riuscirei mai a contarli. Sono sempre stata una divoratrice di libri ed è per questo che amo leggere, la qualsiasi cosa. Alessandro è felice che io inizi l'università, soprattutto perché è una laurea triennale e non mi occupa molti anni. Lui mi manca così tanto...vorrei che fosse qui a sostenermi come farebbero tutti i fidanzati normali.

Il giorno dopo mi sveglio molto presto, il test comincia alle 08.30 perciò voglio prepararmi per bene. Scendo a fare colazione con un cappuccino e qualche biscotto e subito mi preparo, ho fatto la doccia la sera prima quindi non mi ho bisogno di perdere tanto tempo. Metto un paio di jeans, una magliettina che mi lascia le spalle scoperte e le mie classiche superga, faccio una coda di cavallo alta, mascara e eyeliner e sono pronta. Prendo la mia borsetta e ci metto dentro una bottiglietta d'acqua visto che a Napoli fa ancora caldo, cellulare, chiavi di casa e fazzoletti. Salgo in macchina ed accendo un po' di radio, dopo di che mando il messaggio di buongiorno ad Alessandro e gli scrivo che dopo il test lo avrei chiamato.
Arrivo e parcheggio dentro l'edificio, scendo e mi reco all'ingresso dove c'era già tantissima gente della mia età. Mi metto un po' in punta di piedi, visto la mia altezza orribile, per cercare di guardare più in là e mi sento toccare la spalla.
-Ciao!Non pensavo di rivederti- dice una voce maschile
-Andreas?- dico io con tono interrogativo
-Esattamente, tu sei Marìa giusto?- dice lui sorridendomi
-Si, sono io. Ma che ci fai qui?-
-Mi voglio iscrivere all'università... e suppongo anche tu no?- dice ridendo
-Si si, spero di passare il test-
-Ti piacciono le lingue?- mi chiede lui
-Si, molto- affermo
-Allora buona fortuna-
-Grazie, anche a te-
Abbastanza sconvolta mi perdo un po' tra la folla di gente che c'è all'ingresso. Non mi sarei mai aspettata di dover condividere i giorni di lezione qui in questa università con un moretto spagnolo incontrato per caso. Dopo alcuni minuti finalmente ci chiamano per cognome e nome ed io entro in un'aula molto grande insieme ad altri. Eravamo divisi in gruppi visto che eravamo tantissimi e fortunatamente non ero nello stesso gruppo di Andreas. Non che voglia essere cattiva, alla fine quel ragazzo non mi ha fatto nulla di male ma ha un non so che di misterioso che non mi piace. Ci consegnano tre fogli ciascuno e cominciamo il test.
Dopo tre ore interminabili esco, ma prima mi soffermo sulla macchinetta delle merende per prendere uno snack, muoio dalla fame.
-Allora com'è andata?- sento una voce ormai conosciuta alle mie spalle, mi giro ed era di nuovo Andreas
-Molto bene grazie, a te?-
-Credo bene, alla fine le mie conoscenze italiane sono già sufficienti-
-Si, lo penso anch'io- sorrido
-Ti va di fare due passi?- mi chiede
-Se proprio insisti, magari mi accompagni al parcheggio dove tengo la macchina- dico per accontentarlo
-Perfetto- dice lui
Durante il piccolo tragitto chiacchieriamo e poi ecco che arriva la classica domanda che ho sempre odiato
-Sei fidanzata?- mi chiede lui curioso
-Si- dico io sorridendo
-Che bello e da quanto?-
-Non che sia tanto tempo, ma da due mesi-
-Pochissimo- dice lui
-E' un inizio- dico io prendendo le chiavi della macchina
Apro lo sportello e metto la borsa nel sedile, dopo di che mi rivolgo a lui con un piccolo sorriso
-Grazie della compagnia allora, a presto-
-A presto Marìa, ci conto-
Salgo e mi metto al volante, accendo la macchina e me lo trovo praticamente davanti, si è proprio fissato. Faccio marcia indietro ed esco finalmente, quando arrivo a casa voglio chiamare Alessandro per raccontargli tutto, ma non so ancora se dirgli di Andreas, alla fine gli ho detto chiaramente che sono fidanzata.  

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora