CAPITOLO SESSANTASETTE

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  Camicia bianca, jeans stretti, decolté nere e giubbotto nero in pelle: mi sento come una ragazzina al primo appuntamento e invece sono una donna come tutte.
-Sei magnifica figliola!- mia madre mi osserva con Carlo in braccio che mi sorride e batte le mani
-Non mi sentivo così non so da quanto tempo- mi guardo allo specchio sorridendo e sistemando i miei boccoli
-Te lo meriti! Mi sa che Alessandro si è convinto davvero stavolta-
-Lo spero tanto-
-Mia figlia dove va vestita così bene?- mio padre mi osserva sull'uscio della porta
-Va con quello che sicuramente sarà il suo futuro marito-
-Mamma non farti film!- la rimprovero a mo' di scherzo
-Deve trattarti bene altrimenti stavolta gli spezzo le gambe-
-Tranquillo papà, dai non rovinatemi la serata- sorrido
Prendo la borsa e metto dentro il necessario, chiavi e cellulare.
-Mi raccomando a Carlo-
-Tranquilla, con noi si divertirà quest'ometto-
-Ciao amore mio, ci vediamo dopo- gli do un bacio e uscendo di casa mi salutano.
Alessandro mi aspetta davanti casa seduto in macchina, il suo braccio attorno alla testiera del sedile ed io al solo vederlo aumentano i battiti cardiaci. E' incredibile come quest'uomo riesce a farmi sentire tutto questo. Apro la portiera e lo saluto con due baci sulle guance.
-Sei bellissima- mi dice sorridendo
-Anche tu lo sei-
Il suo profumo inonda le mie narici, One Million come sempre. L'atmosfera mi fa ricordare moltissimo i vecchi tempi, i momenti in cui stavamo insieme e passavamo ore al parco, in quei caldi pomeriggi felici. Lo guardo: capelli tirati all'indietro con un po' di gel, camicia blu notte, giacca nera e pantaloni neri. E' così bello, non smetterei mai di guardarlo, persino la sua barba incolta gli sta a pennello.
-Dove andiamo?- chiedo curiosamente
-Ora vedrai-
Come sottofondo musicale in macchina sento la canzone di Chiara "Straordinario", questa canzone è la colonna sonora del nostro amore. Sembra tutto fatto nei minimi dettagli, già mi piace. Dopo circa venti minuti di strada arriviamo davanti ad una villetta con un giardino, parcheggia e scendiamo. Mi guardo intorno e altre case come questa riempiono i lati della strada mediamente larga.
-Dove siamo?-
-A casa nostra- come? Ho sentito bene, ha detto nostra?- vieni- Mi prende per mano e apre la porta, appena entrati c'è una grande cucina-salone di stile moderno quello che è sempre piaciuto a me. Una grande TV, un divano a girare e un tavolino, un tavolo da pranzo e la cucina con l'isola. Sempre tenendomi per mano mi mostra un bagno ed una stanza degli ospiti come la chiama lui. Saliamo le scale e mi conduce verso una stanza dalle pareti blu scure e molti scatoloni.
-Questa vorrei che fosse la stanza di nostro figlio...- la guardo attentamente e mi sento felice al solo pensiero, sono senza parole
Usciamo anche da qui e mi mostra l'altro bagno e la camera da letto, quella che penso dovrà dormire lui.
-Questa invece...è camera nostra- Nostra?- ti prego dì qualcosa-
-Sono senza parole Alessandro- osservo ogni angolo, ogni dettaglio minimamente curato
-Lo capisco-
-Quando...come hai preparato tutto questo?-
-In realtà è già pronto da quando sono venuto quella volta a casa tua, per conoscere Carlo-
-Davvero?-
-Si, ecco perché sono "scappato". Volevo accertarmi fosse tutto al suo posto e soprattutto passare un po' di tempo ad immaginarvi qui, in quella che sarà casa nostra-
Ancora una volta senza parole, mi giro attorno e lui non mi molla la mano. In questo preciso istante ho voglia di rimangiarmi tutto quello che gli ho detto e cancellare ogni pensiero negativo su di lui.
-Hai davvero fatto tutto questo per noi?...-
-Farei qualunque cosa per voi- lo guardo con ammirazione mentre lui continua a mostrarmi il resto della casa.
-E' tutto davvero molto bello, come l'ho sempre desiderato- scendiamo le scale e ci sediamo nel divano di sotto.
-Marìa io...voglio esserci. Voglio esserci nella tua vita, nella vita di mio figlio. Voglio che diventiamo una vera famiglia, come quella che ha disegnato proprio lui oggi. Vi andrebbe di venire a vivere qui con me?-
-Anch'io voglio che tu ci sia per noi...ma vorrei pensarci su prima. Per me è tutto così bello e ho paura di risvegliarmi da un bel sogno e non ritrovarti più qui-
-E' la realtà, la pura realtà-
-Ho passato momenti così brutti che ogni briciolo di felicità mi sembra surreale-
-E' per questo che voglio impegnarmi a rendervi felici. E...a poco a poco ricostruire la nostra storia- ecco che mi sfiora di nuovo il viso ed io mi sento scorrere a tutta velocità il sangue nelle vene.
-Non puoi capire quanto ti ho cercato..-
-Anche io ti ho cercato moltissimo, stavo per diventare matto. Quando ti ho visto partire quel giorno con quello stronzo mi sono sentito uno schifo, mi ero pentito di averti detto tutte quelle cose-
-Perché mi hai lasciata Alessandro?-
-Non lo so Marìa, ero un ragazzino. Non capivo determinate cose e solo dopo averti persa mi sono reso conto di tutto-
-In questi anni cos'hai fatto?-
-Ti ho cercata, ho conosciuto quella ragazza e ho avuto una storia ma mai provato amore. Nessuna è riuscita a conquistare il mio cuore, nessuna è come te- mi lascia davvero spiazzata, amo sentirmi dire queste parole.
-La stessa cosa vale per me, nessuno è riuscito a rendermi felice come hai fatto tu. Ti confesso che quando Carlo cominciava a crescere mi consolavo del fatto che somigliandoti, avevo una parte di te sempre con me- sorrido spontaneamente
-In fondo sono sempre stato con te, così come tu con me-
-Lo so, ti sentivo dentro me-
-Anche io- si avvicina e chiude gli occhi poggiandosi di nuovo con la sua fronte sulla mia. Chiudo anche io gli occhi e stringo la sua mano, lui la intreccia per poi giocare con le mie dita. Silenzio. Lo guardo ancora una volta negli occhi, quel verde, identico spiccicato a quello del nostro Carlo. Adesso la conferma che vedevo lui negli occhi di Carlo è arrivata, sono praticamente uguali. Separo la poca distanza tra di noi abbracciandolo, il mio mento sulla sua spalla e le sue braccia che circondano la mia vita è tutto quello che ho sempre desiderato. Lo stringo forte, ho paura di fargli male ma ho troppo bisogno di stare tra le sue braccia. Rimaniamo così non so per quanto tempo, il mio cuore batte all'impazzata. Si stacca e siamo talmente vicini che è inevitabile non baciarlo, cerco di avvicinarmi piano piano e finalmente lui distrugge la pochissima distanza tra noi. Posa le sue labbra sulle mie così dolcemente che quasi mi sciolgo nelle sue mani, schiudo le labbra e la sua lingua accarezza la mia dopo quattro lunghi anni. D'istinto poso la mia mano sul suo viso e lui mi stringe forte. Alessandro, amore mio, quanto ho desiderato queste labbra. Lo bacio dolcemente ma nello stesso tempo appassionatamente, ho voglia di dimostrargli quanto mi è mancato, di trasmettergli quell'amore represso da troppo tempo. Si stacca ma io lo ribacio nuovamente, non voglio più farlo andare via da me. Mi da piccoli baci a stampo e uno sul naso, io sento che sto per impazzire e da un momento all'altro dovrò far uscire fuori la mia passione.
-Hai fame?- mi chiede con ancora a pochi centimetri di distanza dalle mie labbra
-Un po'-
-Ordiniamo le pizze napoletane, quelle che piacciono tanto a me- sorride e mi stampa un bacio
Mentre prende il telefono per chiamare alla pizzeria, scruto ogni parta di lui, ogni suo movimento, il suo modo di parlare, di sorridere, di muoversi. Lo amo come il primo giorno, forse di più, molto di più.
-Ecco fatto- sorride e posa il telefono sul tavolo. Avanza verso di me e cinge la mia vita con le sue mani
-Baciami Alessandro, ti prego- senza perdere un attimo acconsente alla mia richiesta e le sue labbra si uniscono alle mie. Lo bacio con tutto l'amore che ho, voglio dimostrargli quanto mi è mancato, ho bisogno di lui.
-Piccola mia- si stacca dolcemente e mi da un bacio sulla fronte
-Questo soprannome...-sorrido
-Ti ricordi ancora?-
-Come potrei dimenticare-
-Anch'io ricordo tutto- mi stringe a sé e mi poggio sul suo petto, le mie braccia stringono la sua vita. Starei ore così,anzi per sempre.
Suona il campanello e va ad aprire, le pizze sono arrivate e ci sediamo sul divano poggiando gli scatoli sul tavolino di fronte a noi. Mangiamo tranquillamente, scherzando e ridendo come matti.
-E' venuto a trovarmi tuo fratello qualche giorno fa-
-Si, lo so. Immaginavo che sarebbe venuto a farti visita- sorseggia un po' di birra
-Sei stato tu a farlo venire?-
-No, ha fatto di testa sua come sempre-
-E' stato gentile- prendo la bottiglia di birra e la porto alle labbra ma lui me la toglie dalle mani- Ehi!-
-Niente alcolici per te-
-Ma dai, cosa mi faranno mai due sorsi- rido
-Da quando bevi?-
-Non bevo, ogni tanto mi piace assaggiare qualcosa-
-Devo tenerti a bada mi sa- mi guarda sorridente mentre io continuo a sorseggiare dalla sua stessa bottiglia. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e togliendomi la bottiglia dalle mani e poggiandola sul tavolo, mi fa salire sulle sue gambe. Con una mano mi accarezza la schiena e con l'altra il viso, lo guardo ancora una volta circondando le mie braccia intorno al suo collo.
-Quanta bellezza mi sono perso in questi anni!-
-Non esagerare-
-Sappi che da questo momento in poi nessuno ti potrà portare via da me-
-Nessuno mi porterà via- mi bacia di nuovo e le farfalle del mio stomaco svolazzano di qua e di là. Tra coccole e baci mi accorgo che si è fatto tardi e devo tornare a casa dal mio bambino, vorrei tanto rimanere ma per stasera preferisco lasciarlo un po' con l'amaro in bocca.
-E' ora di andare- mi alzo dalle sue gambe ma lui mi tira facendomi cadere addosso a lui
-Ancora un po'...- mi bacia nuovamente ma io mi stacco
-Dai devo tornare da nostro figlio-
-Quando ti trasferirai qui?-
-Mm non lo so- sorrido e gli stampo un bacio
-Va bene dai, ti accompagno-
Rimarrà la serata più bella della mia vita, una di quelle che sta per dare inizio al futuro che ho sempre voluto.   

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora