CAPITOLO CINQUANTASETTE

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  Dopo l'incontro con l'agente Navarro la mia permanenza all'ospedale è durata altri due giorni. I medici mi hanno somministrato flebo disintossicati, visto che Andreas mi aveva anche drogata. Non ricordo assolutamente nulla di quei giorni, soltanto il giorno del rapimento e le sue lunghe ore di abuso. Adesso però sto bene e quello che mi importa è stare con mio figlio. Sono ospite da Consuelo ma non ho intenzione di rimanere ancora, prima parto e meglio sarà.
-Consuelo devi aiutarmi a fare il biglietto aereo-
-Si, certo-
-Prima vado via e meglio è-
Mentre siamo nel soggiorno, suonano alla porta. Consuelo va ad aprire ed entra lo stesso agente dei giorni passati che era venuto all'ospedale per le domande.
-Salve, mi scusi per il disturbo. Sto cercando la signorina Marìa-
-Si, eccomi- gli vado incontro preoccupata
-Deve venire in caserma con me-
-Perché?- dico allarmata
-Non si preoccupi, nulla di grave. Devo consegnarle delle cose che le appartengono- confusa, prendo il giubbotto e raccomando a Consuelo di stare con Carlo durante il tempo in cui sono via. Usciamo dal palazzo ed entro in macchina con l'agente, mai nella mia vita mi sarei aspettata di salire su una macchina della polizia spagnola. Dopo circa un quarto d'ora arriviamo davanti alla caserma, l'agente mi apre la portiera e scendo. Entrando nel grande edificio osservo e scruto ogni parete, è un luogo freddo ma nello stesso tempo pieno di movimento. Entriamo dentro un ufficio in cui vi è anche un altro agente di polizia.
-Prego, si sieda- mi accomodo davanti alla scrivania mentre i due agenti stanno davanti alla porta
-Buongiorno- entra un uomo alto e magro- sono il colonnello Juan Garcìa-
-Salve- mi stringe la mano e si siede alla scrivania
-L'ho fatta chiamare perché dopo le nostre indagini sul suo caso e i vari precedenti penali di Andreas Vincente Ferrer abbiamo trovato delle cose che dovrebbero appartenerle- l'agente Navarro si avvicina a me con un sacchetto nero e tira fuori il mio iphone. Non ci posso credere, lo aveva lui! Tira fuori anche una somma di denaro consistente e la mia carta d'identità, adesso capisco perché non li ritrovavo.
-Pensavo di averli smarriti!- dico con totale stupore
-Abbiamo analizzato e verificato se appartenessero a lei. La carta d'identità appartiene a Marìa Ferretti, cittadina italiana di Napoli-
-Si, sono io-
-Perfetto. Il cellulare purtroppo è senza scheda telefonica, totalmente ripristinato. Non siamo riusciti a ritrovarla, evidentemente il signor Ferrer ha anche curato questo dettaglio-
-Io vi ringrazio di cuore, avete fatto tanto per me. Grazie davvero agenti, anche a lei colonnello-
-Ci dispiace davvero per l'accaduto signorina. Ma aspetti, il sindaco di Saragozza è venuto al corrente dell'accaduto e ci ha detto di consegnarle questo- il colonnello mi porge una busta bianca chiusa
-Cos'è?- mentre strappo le estremità
-Un biglietto aereo sola andata Saragozza – Roma- apro la busta ed esco i biglietti. Sono senza parole, ma è la realtà o vivo in un'altra dimensione? E poi perché il sindaco, proprio il sindaco di una grande città come questa abbia pensato ad una cittadina italiana?
-Non so più cosa dire, ringrazio davvero di cuore tutti-
-Il sindaco è rimasto colpito dalla sua storia e ci teneva rimediare in qualche modo al grave crimine commesso da un cittadino. Le auguro buona fortuna signorina Marìa e non si preoccupi perché quell'uomo non le farà più del male-
-Grazie davvero!-
L'agente Navarro mi riaccompagna a casa di Consuelo che, anche lei molto sorpresa, mi accoglie con un abbraccio.
-E' meraviglioso Marìa!-
-Si, lo è davvero. Mi colpisce questa gentilezza nei miei confronti, non ho mai visto nulla del genere-
-Ti meriti tutta la felicità di questo mondo- mi riabbraccia- quando partirai?-
-Domani- dico sorridendo a trentadue denti
-Di già?Fantastico-
-Si! Sei contento tesoro mio? Domani tu ed io torneremo nella nostra città, nella nostra Italia- prendo Carlo e lo stringo forte a me, non ci posso ancora credere. Dopo tutte le sofferenze che ho patito, questa gioia mi sembra surreale.

E' mattino presto, il sole entra dalla finestra e con i suoi raggi illumina il pavimento. Un sole che mi trasmette allegria,emozione e nello stesso tempo paura...paura che tutto questo sia solo un sogno. Non mi sono ancora del tutto resa conto che l'incubo è finito e che finalmente sto prendendo in mano la mia vita. Ieri sono andata a licenziarmi dal mio lavoro, la umile donna delle pulizie che con il sudore e le lacrime mi ha fatto guadagnare quei risparmi che porterò con me e che quell'idiota mi aveva rubato. Ho la valigia pronta, ho messo dentro anche qualche ricordo di qui: una piccola bandiera e una maglietta. Controllo che tutto sia a posto e poi vesto Carlo, che ormai compone le sue frasi un po' in italiano e un po' in spagnolo.
-Hai preso tutto?- mi chiede Consuelo sull'uscio della porta
-Si, tutto- metto la giacca e prendo Carlo per mano
-Andiamo allora-
Gabriel e Consuelo mi accompagnano all'aeroporto, dentro di me sento una frenesia fortissima tanto che mi sudano le mani. Carlo è in braccio a me e guarda fuori dal finestrino. Le strade sono ancora deserte nonostante siano le otto del mattino, gli spagnoli hanno abitudini molto diverse da quelle italiane. La loro giornata inizia dopo le dieci e finisce quasi a mezzanotte, il cibo, la moda, il calore della gente sono tutta un'altra cosa. Dopo i quindici minuti più lunghi della mia esistenza arriviamo, Gabriel mi aiuta con la valigia e Consuelo con il bambino.
-Eccoci arrivati- Consuelo mette giù Carlo ed io l'abbraccio forte
-Consuelo, non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me. Se non fosse stato per te sarei morta!-
-Marìa, come potevo lasciar scorrere tutto come se niente fosse? Mi congratulo con te, nonostante sei arrivata giovanissima hai avuto un grande coraggio nell'affrontare tutto. Non so se io ci sarei mai riuscita, hai vinto la cattiveria di Andreas e non ti sei arresa di fronte a niente, hai cresciuto il tuo bambino magnificamente e....beh mi mancherai tantissimo-
-Grazie a te che mi hai dato il coraggio! Sei la sorella che non ho mai avuto, grazie! Ti voglio tanto bene- una lacrima mi scende ma sono felice. Consuelo piange e mi si stringe il cuore
-Ti prego non piangere, ti prometto che verrò a trovarti. Spero con Alessandro...- sorrido al pensiero
-Ci conto!-
-Sempre se lui ed io staremo insieme-
-Ne sono sicura- sorride- adesso vai, altrimenti sarò una fontana
-A presto Consuelo!- la riabbraccio- grazie anche a te Gabriel-
-Ciao Marìa, buona fortuna-
-Ciao piccoletto, mi mancherai anche tu- Consuelo abbraccia Carlo e dopo i saluti entro all'aeroporto. Il check-in e poi l'attesa, compro qualcosa da mangiare per me e Carlo che va matto per i biscotti al dulce de leche. Sarà difficile abituarlo all'Italia, è nato ed è cresciuto i primi anni qui, per fortuna gli ho parlato in italiano qualche volta e non si troverà male quando crescerà. Il mio bambino, il mio tesoro prezioso...se non ci fosse stato lui non so cosa sarei stata, cosa sarei diventata. Carlo è la mia forza, la mia gioia più grande e sono convinta che grazie a lui una parte del mio Alessandro è sempre stata con me. Dopo l'annuncio del mio volo e l'imbarco,attraverso la porta, quella porta che mi conduce in pista, quella porta che sta per stravolgere di nuovo la mia vita, la mia e quella del mio bambino.   

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora