CAPITOLO CINQUANTAQUATTRO

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  -Non posso credere a quello che mi stai raccontando...com'è possibile?- Consuelo continua a piangere tenendo gli occhi fissi sui miei
-E' l'amara verità Consuelo, quella che non riesco mai a raccontare a nessuno- le lacrime continuano a scendere senza sosta, è come se sentissi una lama che taglia i miei interiori in mille pezzi.
-Devi fare qualcosa! Non puoi vivere ancora con questo miserabile!-
-Cosa dovrei fare? Mi ha detto che se provassi ad avvisare la polizia mi toglierebbe Carlo e lo porterebbe via, ed io per il mio bambino andrei a morire!-
-Non lo può fare Marìa!Sei tu sua madre, lui non è nessuno-
-Si che può, come devo spiegarti che sono costretta a passare le pene dell'inferno? Lui ha un grande potere su di me e devo per forza sottostare ai suoi desideri-
-No che non devi!Sei una donna indipendente, non siete sposati né nulla!-
-Se mi allontanassi un solo istante da Carlo gli farebbe del male e non me lo permetterei mai. Mio figlio è l'unica cosa che mi rimane, non me lo lascerò portare via-
-Marìa, questo lo capisco, ma devi per forza fare qualcosa o vuoi continuare a vivere in questo modo?-
-No.. non voglio!Ma non so come fare!-
-Io sono qui per aiutarti, mi hai sentita?Sono qui, hai me e troveremo insieme il modo per risolvere le cose!-
-Io ti ringrazio per rimanermi accanto, ma cosa potresti fare per me?-
-Aiutarti a scappare!-
-E' impossibile, non posso allontanarmi nemmeno per un secondo. Non so come stamattina sono riuscita a portare Carlo al parco-
-Si che è possibile. Troveremo il modo-
-Non lo so...io...-
-Marìa, vuoi o no tornare in Italia? Rivedere la tua famiglia, Alessandro e i tuoi amici?-
-Si, è l'unica cosa che desidero al mondo!-
-E allora lotta!Combatti!Non ti arrendere proprio adesso, io ti aiuterò- le sue parole decise e piene di fermezza aprono in me un nuovo orizzonte, è come se mi attraversasse un raggio di luce che mi perfora il cuore.
-Va bene, come potresti aiutarmi?-
-Domani mattina prima di aprire l'asilo vado in agenzia e vado a prenderti i biglietti. Tu accompagnerai Carlo all'asilo e io te li consegnerò, dopodiché stabiliremo il modo per fare tutto con la massima discrezione-
-Ho i soldi-
-A quello ci penseremo domani, stasera prepara la valigia senza destare sospetti ad Andreas-
-D'accordo,ma se mi vede uscire con una valigia si insospettisce-
-Tu uscirai quando lui sarà già fuori casa-
Non so se sarà possibile fare una pazzia del genere, ma l'unica cosa che voglio è finire quest'incubo il prima possibile. Mi accorgo che si è fatto tardi e se continuo a stare qui Andreas mi verrà a cercare.
-Consuelo io devo andare-
-Mi raccomando, ci vediamo domani mattina davanti all'asilo!-
-Okay..- prendo Carlo in braccio dopo avergli messo il suo giubbotto e saluto Consuelo- grazie di tutto, non saprei cosa fare senza di te-
-Grazie di cosa?Tu hai bisogno di aiuto- mi da un bacio sulla guancia e poi esco.
Arrivata in casa Andreas non c'è, come di solito. Lascio Carlo a giocare con i suoi giocattoli e mi siedo sul divano,con la testa fra le mani a pensare. Penso a come potrebbero andare le cose, a questo nuovo spiraglio di speranza che mi si presenta davanti. Pazzesco, avrò davvero la possibilità di ritornare in Italia dopo tutto questo tempo? Il mio cuore batte all'impazzata e subito un vortice di felicità mi si presenta dentro. La determinazione prende il sopravvento e corro in camera mia, prendo un borsone e metto dentro il necessario sia per me che per Carlo, basterà sicuramente. Preparo anche ciò che dovrò mettermi domani sia per me che per lui in modo da non perdere troppo tempo. Sono pronta per affrontare tutto, combatterò fino all'ultimo respiro per ciò che voglio.

Sono le otto, sento rumore. Carlo è accoccolato a me e con la sua manina stringe il mio pigiama, mentre io sono ancora in dormiveglia. Sento la porta d'ingresso aprirsi, sono sicura che sarà il bastardo, dopo qualche minuto si richiude di nuovo. Mi alzo e perlustro tutta la casa per essere sicura che non ci sia nessuno, infatti è così. Sveglio Carlo e gli do il suo latte, lo vesto velocemente e mentre lui guarda qualche cartone animato mi vesto io. Leggins, maglioncino, stivaletti e un giubbotto pesante, lo prendo in braccio ed esco di casa. Dopo quindici abbondanti minuti arrivo all'asilo, entro e Consuelo mi aspetta lì con dei biglietti in mano.
-Finalmente Marìa! Ecco qui, hai l'aereo alle dieci in punto, volo diretto Saragozza-Napoli-
-Come hai fatto?- mi trema la mano, mi viene da piangere ma cerco di trattenermi. Sto davvero andando via?
-Non importa, voglio che tu sparisca da questa città immediatamente!-
-Grazie- l'abbraccio forte e una lacrima mi scende
-Dai, non è il momento di piangere- le consegno alcune banconote ed esco velocemente dall'edificio salendo su un autobus diretto all'aeroporto. Guardo fuori dal finestrino incredula per tutto quello che sta succedendo, Carlo è in braccio a me che mi fissa.
-Amore mio stiamo partendo, stiamo tornando in Italia- accarezzo i suoi capelli lisci castani e mi scende una lacrima, forza Marìa ce la puoi fare.
Arriviamo davanti all'aeroporto ed insieme al mio bambino scendiamo dall'autobus. Cammino il più veloce possibile ma improvvisamente sento tapparmi la bocca da una grande mano, mi giro di scatto e i miei occhi non possono credere a quello che hanno appena visto. Andreas? Come diavolo è arrivato qui?  

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora