CAPITOLO CINQUANTASEI

35 1 0
                                    

  Sento delle voci, ma mi sento così debole che non riesco ad aprire gli occhi, non riesco a svegliarmi.
-Come ha potuto ridurla così?-
-Non lo so, per fortuna è tutto finito-
Di nuovo silenzio, di nuovo pace.

-Dottore come si sente?-
-E' ancora in coma, ma penso che si risveglierà-
Non riesco ad aprire gli occhi ma sento udire ancora una volta voci, mormorii. Dove mi trovo? Sono morta?
-Marìa svegliati...è tutto finito!Tuo figlio ha bisogno di te-
Sento prendermi la mano, ma non ho le forze per rispondere, né quelle per aprire gli occhi. Cado di nuovo in quel sonno tanto profondo, se così si può definire, di pace e tranquillità.

-Sorellina, sii forte- mio fratello, Carlo!Lo sento, sento la sua voce ma non riesco a vederlo- il tuo incubo è finito, tornerai a casa. Sei così bella, ti amo tanto e ti proteggo da quassù, a te e al mio piccolo nipotino- Carlo dove sei? Ti sento ma non ti vedo, non riesco ad aprire gli occhi, ma perché?- mi sa che devo darti una spintarella eh, forza svegliati!-
Apro gli occhi, sono in una stanza d'ospedale. Sono confusa, ho una flebo sul braccio e un gran mal di testa. Muovo appena la mano, fasciata da una garza bianca. Realizzo solo adesso che non mi trovo più in quel luogo lugubre dove mi aveva portato quel bastardo. Comincio a ricordare quegli attimi di violenza e cattiveria, ho paura, dove sono? Entra un medico nella stanza dove mi trovo.
-Finalmente signorina!- viene verso di me e sistema la flebo, regolando la velocità del farmaco- come si sente?- mi chiede
-Io...ho mal di testa, sono confusa- dico con un filo di voce
-E' assolutamente normale, l'abbiamo trovata in condizioni pessime-
-In che senso?-
-E' arrivata qui in ospedale dopo aver subito una grave violenza-
-Oh...no la prego, non lo faccia tornare più..- piango disperatamente, non voglio più vedere Andreas sulla faccia della terra. Lo odio.
-Stia calma, non succederà nulla qui è al sicuro!-
-No, io...non voglio!- piango ancora ed insieme alle mie lacrime quella brutta paura ritorna ad impossessarsi di me. Tremo, mi manca il respiro, mi agito, non riesco a stare tranquilla.
-Signorina, stia tranquilla!- il medico esce dalla stanza ed io mi sento mancare, non riesco più a respirare.
-Infermiera, mi porti per favore una dose di ansiolitico!-
-Ecco a lei-
-Signorina, si calmi e beva-
Bevo tutto d'un sorso il bicchiere d'acqua con dentro il farmaco sciolto. Non ho mai sofferto di attacchi di panico ma dopo tutto quello che mi è successo non riesco a mantenere la calma. Mi ha ridotta talmente male che non mi sento più me stessa, sono una donna sporca, con l'anima distrutta.
-Marìa!-
-Consuelo!- corre verso di me e mi abbraccia forte
-Come ti senti?- mi accarezza il viso e mi da un bacio sulla fronte
-Male...ho tanta paura- le stringo la mano, è l'unica persona cara che ho
-Tesoro non temere più, è tutto finito!-
Improvvisamente mi viene in mente mio figlio, dov'è il mio piccolo?
-Consuelo dov'è mio figlio?-
-Non preoccuparti, mi sono presa io cura di lui in questa settimana. Ti ha cercato ma gli ho detto che saresti tornata presto. Marìa devi guarire per lui e tornare finalmente in Italia!-
-Ti prego portamelo qui, ho bisogno di stare con mio figlio-
-Te lo porterò ma prima devi sentirti un po' meglio-
-Ho paura, non voglio che torni Andreas...Consuelo...-
-Ehi, calmati! Andreas è stato arrestato, non potrà mai più farti del male-
-Come?- non riesco a credere alle sue parole
-Si tesoro, è finito tutto!-
-Dici sul serio?- lacrime di gioia scendono sul mio viso, non posso crederci, sto sognando o è la realtà?- non è un sogno vero?-
-No, è tutto vero!- la riabbraccio e sento in me rompersi quel grande macigno che portavo dentro da tutti questi anni. Rivoglio la mia libertà e combatterò per averla.

Una sola settimana rimette in sesto il mio corpo, mi alzo dal letto e cammino perfettamente. Ho rivisto il mio bambino che è saltato in braccio a me, mi è mancato così tanto e adesso so per certo che nessuno potrà più dividerci. Consuelo è la sorella che non ho mai avuto, mi è stata accanto tutto il tempo cercando di tirarmi su il morale nei momenti di sconforto. Nel frattempo è passata la vigilia di Natale, l'ultima che passerò qui in Spagna, la mia Italia mi sta chiamando a gran voce. Sono seduta ancora sul letto di questo ospedale, con il mio bambino fra le braccia che gioca con una macchinina.
-Tesoro mio, manca poco e saremo felici- accarezzo i suoi capelli e lui rivolge a me il suo dolce sguardo, mi abbraccia forte ed io gli do tantissimi baci facendogli il solletico, si dimena e ride a crepa pelle...quanto lo amo.
-Marìa, c'è l'agente di polizia- Consuelo mi informa entrando nella stanza insieme ad un uomo dai capelli corti, in divisa di polizia.
-Perché?- chiedo curiosa e stupita
-Ti spiegherà meglio lui, Carlo andiamo a fare un giro?- apre le braccia verso il mio bambino- dai, andiamo a comprare i churros per la mamma!-
-Vai amore- Carlo va in braccio a Consuelo ed escono dalla stanza
-Salve, sono l'agente Navarro- mi porge la mano
-Salve- ricambio la stretta
-Sono venuto qui perché ho bisogno di alcune informazioni per quanto riguarda il suo rapimento- abbasso lo sguardo, faccio fatica a ricordare quei brutti momenti
-Per quale motivo?-
-Non so se gliel'hanno già riferito, ma il signor Ferrer è stato arrestato-
-Si,l'ho saputo-
-Bene. Il signor Ferrer ha precedenti penali, lo cercavamo da molto tempo. In passato ha commesso un crimine molto grave, è il responsabile della morte di un giovane ragazzo per affari meschini con la droga- a sentire queste parole mi si gela il sangue, Andreas è un assassino? Si, non ci voleva molto a capirlo ma non avrei mai pensato potesse esserlo. Non riesco a spiccicare parola ma le mie braccia conserte esprimono tutto il mio terrore.
-Lo so che è alquanto sconvolta signorina, ma ho bisogno delle sue parole per poter riempire il fascicolo in caserma, in modo tale da poter rimediare in qualche modo a ciò che le è successo-
-Si, mi scusi...ma queste notizie mi sconvolgono-
-Lo capisco. Se la sente o torno in un altro momento?
-No, me la sento-
L'agente mi fa un paio di domande, rispondo con fermezza e mano a mano che racconto tutto sembra che quei brutti ricordi siano lontani di un millennio.
-Perché non ha avvisato subito la polizia?-
-Agente, Andreas mi ha minacciata. Diceva che mi avrebbe tolto il bambino se non avessi fatto quello che voleva-
-Sono casi molto delicati questi ma è anche importante chiedere aiuto-
-Si, ho chiesto aiuto alla mia amica Consuelo. Se non fosse stato per lei sarei morta adesso-
-Per fortuna ha agito come doveva- l'agente chiude il suo quadernetto in cui ha scritto tutte le sue domande e le mie risposte- è stato un piacere signorina-
-Agente aspetti. Io vorrei tornare in Italia...-
-Lei è libera signorina, può fare quello che vuole. Non tema più nulla, il signor Ferrer è condannato all'ergastolo- le sue parole mi lasciano a bocca aperta
-Non c'è bisogno della mia testimonianza al tribunale?-
-Assolutamente no, ho raccolto oggi le informazioni apposta. Nessuno è a favore del signor Ferrer, nemmeno i suoi familiari-
-La ringrazio...-
-Buona fortuna- mi sorride ed esce dalla stanza
Andreas condannato all'ergastolo ed assassino, per me era impensabile. Quando lo conobbi cinque anni fa mai avrei pensato fosse capace di uccidere qualcuno, né di abusare o maltrattare una donna. Con i suoi modi di fare gentili e le sue parole dolci,i suoi sguardi teneri e dietro crudeli, fuori angelo e dentro squalo. Mi ritrovo qui adesso, in questo punto della mia vita a quasi ventitre anni e con un bambino. Voglio tornare in Italia ma ho paura, paura di non trovare la mia famiglia o che non mi accetti più. Nessuno sa l'esistenza di Carlo e soprattutto Alessandro, l'amore della mia vita che non ho mai smesso di amare un solo attimo, si ricorderà di me. Ho affrontato tante avversità e sono pronta per riprendere in mano la mia vita, la mia libertà.   

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora