CAPITOLO SESSANTOTTO

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  Valigie, scatoloni, affetti personali: così passo il mio tempo in questi giorni. Ho deciso di andare a vivere con Alessandro, come ho sempre sognato e desiderato. Mia madre è felice anche se inizialmente non voleva che prendessi una decisione così affrettata, mio padre invece ha già i lacrimoni perché gli mancherò. Potranno venirmi a trovare sempre perché rimarrò qui a Napoli, quello che mi dispiace è che Alessandro vivrà lontano dalla sua famiglia; riuscirò a convincerlo per passare le vacanze estive a Milano, anche perché io amo quella città. Mentre finisco di inscatolare le ultime cose, Carlo corre per la casa tirandosi dietro il suo pupazzetto. Glielo regalò Consuelo, mi manca molto anche lei, la chiamerò presto.
-Carlo! Vieni qui tesoro- lo chiamo e lui corre verso di me- Ascolta: ci trasferiremo in una casa tutta nostra e vivremo con papà, capito?-
-Papà- sorride
-Esatto, insieme, noi tre- gli do un bacio sulla fronte e torno a sistemare le ultime cose.
Mio padre mi aiuta a scendere qualche scatolone ma la sua espressione è poco convincente.
-Dai papà, non fare quella faccia. Non me ne vado via dalla città-
-Lo so, ma ti ho avuta troppo tempo lontana..-
-Sarò sempre con voi, ma è il momento di riprendere in mano la mia vita...con l'uomo che amo e con mio figlio- lo vedo ancora triste e lo abbraccio- ti voglio bene!-
-Anche io, abbi cura di te-
-Dai che verrò a trovarvi spesso!-
Finalmente arriva Alessandro, mi saluta con un bacio a stampo e saluta i miei dopo aver sbaciucchiato Carlo. Carica gli scatoloni sul cofano della macchina e chiude bene tutto.
-Possiamo andare?- chiedo
-Vorrei che prima venissi solo tu, dobbiamo ancora sistemare un po' di cose-
-Ci metteremo giorni?-
-No, questione di qualche ora-
Avviso mia madre e le dico di tenere Carlo giusto il tempo di sistemare le ultime cose nella casa nuova, saluto il mio bambino e gli raccomando di comportarsi bene. Salgo in macchina e partiamo, guardo dal finestrino il mare e il sole alto in cielo. Per la prima volta mi sento felice, respiro l'aria sentendomi libera mentre Alessandro mi guarda sorridendo. Arriviamo e scarichiamo tutto dentro, iniziamo dalla cucina spacchettando gli scatoli contenenti bicchieri, piatti, pentole e accessori da cucina. Sistemiamo tutto negli appositi sportelli e cassetti decidendo insieme quale posto vada bene. E' magnifico come ci sia tutta questa intesa tra di noi, come a poco a poco stiamo accrescendo il nostro piccolo castello di sogni, distrutto ma rinato ancora più bello. Finito il piano di sotto, andiamo nella stanza del nostro piccolo. Mentre lui sistema il letto e qualche suo gioco nei contenitori di plastica, io piego i suoi vestitini nell'armadio. Sono sicura che gli piacerà moltissimo dormire qui anche se dovrà abituarsi, l'ho sempre coricato insieme a me.
-Sta venendo magnificamente- mi guardo attorno emozionata
-Pensi che si troverà bene qui?-
-Si, dovrà abituarsi ma sono sicura che sarà il suo mondo-
Appendiamo alcuni quadri con le sue foto, quando è nato, quando ha compiuto un anno, i suoi primi passi e l'ultima foto scattata recentemente di noi tre. In una cornice più piccola metto la foto di mio fratello, in tuta militare sorridente. Quanto mi manca...voglio metterla qui perché lui è il nostro angelo custode, proteggerà sempre Carlo da ogni male.
-Mi sarebbe piaciuto conoscere più a fondo tuo fratello...- Alessandro guarda la foto ed io ho gli occhi lucidi
-Era la persona più buona di questo mondo, la mia intera vita-
-Ci credo..-
-Mi manca così tanto...-
-E' per lui che hai messo quel nome a nostro figlio?-
-Si...-
-Vieni qui- mi circonda con le sue braccia e mi stringe forte- non voglio vederti triste-
-Mi passerà...- lo stringo anche io e chiudo gli occhi. Improvvisamente sento le sue labbra sulle mie e subito intensifica il bacio, ricambio e cerco di metterci tutta la passione che ho, ho bisogno di lui. Senza accorgermene mi ritrovo appoggiata al muro ancora fresco di vernice, le sue mani accarezzano il mio viso dolcemente e delicatamente come se avesse paura a toccarmi.
-Non ho mai smesso di amarti- ansimo
-Nemmeno io-
-Neanche per un istante- mi ribacia e mi prende in braccio. Mi aggrappo alla sua vita mentre le sue mani accarezzano ogni parte di me, continuo a baciarlo senza mai fermarmi e sento che siamo usciti dalla stanza. Lascia una scia di baci sulla guancia per poi scendere al collo, il mio punto debole. Mi bacia da farmi perdere la testa, da sentirmi fuori dal mondo, da perdere totalmente il controllo. Mi abbandono completamente a lui, ho bisogno di sentire il suo corpo sul mio, di sentirmi amata, desiderata, ho bisogno dei suoi baci. Mi sdraia sul letto e delicatamente si adagia su di me,continuando a baciarmi il collo con passione. Per un momento mi è sembrato di rivedere una scena di orrore, uno di quei momenti che voglio dimenticare degli abusi di Andreas. Mi blocco e le mie mani si saldano sul suo petto, sento il suo cuore battere forte.
-Ehi, tutto bene?- mi guarda negli occhi
-Si...-
-Sicuro?-
-Si...è che per un attimo mi è venuto in mente Andreas...-
-Dimenticati per sempre di lui amore mio, ci sono io. Sono qui per amarti, proteggerti, farti sentire quanto ti desidero,quanto mi sei mancata...- mi bacia dolcemente- per dimostrarti quanto ti amo-
-Ripetimelo-
-Ti amo-
-Anche io, non ho mai smesso di farlo-
-Nemmeno io- riprende a baciarmi, mentre io incredula delle sue parole lo stringo forte a me accarezzando la sua nuca. Mi bacia con furia, passione, con la voglia di possedermi ed essere sua finalmente dopo tutti questi anni. La sua mano è tra i miei capelli e l'altra accarezza tutto il mio corpo, passa dalla coscia ai fianchi e poi al seno ed infine al mio viso. Il mio corpo non aveva dimenticato il suo tocco così delicato, le sue carezze, i suoi baci. Quel corpo che è stato torturato, posseduto da chi odiavo con tutta me stessa e che ha riempito di lividi. Adesso c'è lui, l'uomo che amo. E' come se accarezzandomi cancellasse quelle cicatrici, quei lividi ancora un po' evidenti sul mio corpo, quei graffi. Mi solleva lentamente la maglietta senza smettere di baciarmi, scende nuovamente al collo, poi sul decolleté e sul seno. Bacia ogni parte di me, le sue labbra sono la mia cura, ogni cicatrice si risana e mi sembra di rinascere. Alzo la sua maglietta, accarezzando la sua schiena, stringendolo forte a me e più che posso. Anche il mio reggiseno viene tolto, così come i suoi pantaloni ed i miei jeans. In men che non si dica sono sotto al suo corpo, circondata dalle sue possenti braccia e con i suoi modi meravigliosi di fare, di coccolarmi, di baciarmi e di farmi sua. Finalmente, dopo troppo tempo. Siamo di nuovo noi, io e lui, una sola cosa.  

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora