Giugno, Saragozza, Spagna
Mi sveglio di soprassalto. Sono ancora seduta in aereo e poggiata sulla spalla di Andreas, ho un mal di testa fortissimo.
-Mi sono addormentata?- gli chiedo mentre lui legge un libro
-Si stellina, meno male che ti sei svegliata stiamo per atterrare- sorride
Mi sposto dalla sua spalla e mi metto seduta composta, mi tocco la fronte con la mano e sento un po' di nausea. Tutte le lacrime e la tristezza mi hanno fatto venire un'emicrania pazzesca, non ne posso più. Mi ricordo di aver perso il cellulare e questo aumenta la mia preoccupazione.
-Attenzione: l'aereo sta per atterrare nell'aeroporto di Saragozza, si avvisano i signori passeggeri di non slacciare la cintura e di rimanere al proprio posto- comunica una voce da un microfono
Le grandi ruote strisciano sulla pista per poi fermarsi, io ed Andreas scendiamo. "Aeropuerto de Zaragoza", è enorme e molto affollato; aspettiamo le valigie per un po' e a me continua a far male la testa, andrò a prendere subito una medicina.
-Dove abitano i tuoi genitori?-
-A Valdefierro, a dieci minuti da qui circa-
-E ci accompagna un taxi?-
-Si-
Aspettiamo fuori qualche minuto, poi arriva un taxi. Durante il tragitto osservo nei paraggi, è proprio una bella città e le strade sono larghe. Tutto scritto in spagnolo, tutta un'altra atmosfera, tutta un'altra vita. Arriviamo davanti a una palazzina a tre piani, i palazzi qui sono diversi rispetto all'Italia, entriamo e ci aspetta sul divano una signora di mezza età dai capelli neri come la pece e dal sorriso smagliante.
-Oh, ciao cara!- mi saluta affettuosamente, in spagnolo ovviamente
-Salve- sorrido
-Lei è Marìa mamma, la mia ragazza- dice Andreas presentandomi a sua madre
-Come sei bella! Prego accomodatevi-
La sua gentilezza e il suo sorriso non mi fanno sentire a disagio, ci mostra il salotto arredato con mobili moderni e colorati, poi il bagno con una doccia e infine la stanza dove io e Andreas dovremo dormire. Non mi sento ancora pronta a condividere il letto con lui, ma non mi rimane altra scelta a meno che la signora non abbia un'altra stanza con un letto singolo. Ci sediamo in salotto, io vicino ad Andreas che mi tiene la mano e lei di fronte a noi.
-Non mi sono presentata, mi chiamo Rocìo- mi sorride- sai parlare bene lo spagnolo-
-Si, lo studio da parecchi anni ormai..- dico con un pizzico di orgoglio
-Mio figlio è stato davvero fortunato-
-Lo so- dice Andreas sorridendo
Rimaniamo un altro po' a chiacchierare fino a che non si fa ora di pranzo, la signora Rocìo sta preparando qualcosa ed io ho un bisogno urgente di sciacquarmi il viso, prendere un antidolorifico visto che la testa mi scoppia e...fare quel test.
-Potreste scusarmi? Ho bisogno di darmi una rinfrescata al viso- dico interrompendo la conversazione tra Andreas e sua madre
-Certo vai pure cara- dice lei gentilmente
Andreas si limita solo a sorridermi. Io sono più che agitata, confusa e stranita..il mio cellulare è sparito nel nulla ed è molto strano. Vado in camera dove ho lasciato la valigia qualche attimo fa, la apro e prendo la scatola con il test, mi guardo intorno per vedere che non ci sia nessuno e vado verso il bagno che è accanto alla camera. Chiudo la porta e mi guardo allo specchio: il mio viso è accaldato, sono un po' sudata ma questo poco importa. Apro il rubinetto e il getto d'acqua fresca scorre sul lavabo, bagno le mani e me le passo sul viso inspirando profondamente. Mi asciugo e prendo quella scatola, la fisso e la scruto ed il cuore già mi batte all'impazzata. La apro e leggo le istruzioni, dopo di che le seguo. Devo aspettare dieci minuti, i più lunghi della mia vita credo. Faccio avanti e indietro passeggiando a braccia conserte, poi prendo il foglio con le istruzioni e leggo attentamente: una linea negativo, due linee positivo. Se fosse negativo farei sicuramente un respiro di sollievo enorme, non credo di essere ancora pronta per diventare mamma e soprattutto di un bambino che ho concepito con il ragazzo che amo....e poi ho ancora diciannove anni. Se fosse positivo, beh non saprei che fare...ma basta con i complessi mentali, è il momento di vedere il risultato. Prendo il test e....due linee rosse, positivo. Non ci posso credere, il cuore si ferma e dentro di me sento un brivido enorme oltrepassare ogni parte del mio corpo, ogni cellula e ogni osso. Aspetto un figlio da Alessandro? Ma quando...come?... Adesso tutto mi viene in mente! Quel pomeriggio...quando siamo andati allo studio di registrazione, ci siamo amati oltre i confini dell'amore, oltre i limiti, oltre ogni paura...Le lacrime scendono, penso a quel momento, a cosa farò, che decisione prenderò, come lo dirò a mia madre e soprattutto ad Alessandro..E Andreas come la prenderà? Accidenti. Metto la mano sul mio ventre, guardando verso il basso. Bambino mio dovevi arrivare proprio adesso? Capisco tutte quelle nausee, quei giorni passati a letto per il forte giramento di testa, convinta che fosse per il dispiacere. Magari si, lo era, anche il mio bambino è triste perché suo padre ha lasciato sua madre. Un figlio...la cosa più preziosa per una donna e la cosa più inaspettata per me.
Sento bussare alla porta, abbandono i miei pensieri di soprassalto e confusa non so cosa fare.
-Marìa, stai bene?- chiede Andreas da dietro la porta
-Si..io..-
-Posso entrare?-
Non riesco nemmeno a far uscire una sillaba fuori, non riesco a parlare, a dire nulla. Entra e mi guarda fisso, poi guarda ciò che ho in mano.
-Che significa tutto questo?- mi guarda stranito
-Andreas...sono incinta- abbassando lo sguardo e poi guardandolo negli occhi
-Cosa?!- dice alzando il tono di voce
-Hai sentito-
-Dimmi che non è vero- dice indietreggiando sconvolto- di quello là?- mettendosi le mani tra i capelli
-Di chi se no? Solo a lui ho dato la mia anima intera!- dico alzando anche io il tono di voce
Incredulo, continua a guardarmi mentre dall'altra parte sua madre gli chiede cos'è successo. Entrambi non riusciamo a parlare, mannaggia a me se lo avessi scoperto prima!Non sarei partita e tutto questo trambusto non si fosse creato. Alessandro, dove sei? Dentro di me c'è il frutto del nostro amore folle... che farò adesso?
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Un'incredibile agonia
RomanceSe esiste la felicità, allora io sono fuori dal mondo. Se esiste il sorriso, allora io sono un extraterrestre. Capitano le volte in cui vorresti tornare indietro nel tempo per rivivere quelle sensazioni, quelle emozioni o quei momenti di un'adolesce...