CAPITOLO SESSANTATRE

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  -Ho bisogno di tempo- si alza dalla panchina
-Quanto?- chiedo alzandomi anche io
-Non lo so, ho bisogno di pensare-
Di nuovo silenzio. Sapevo che avrebbe voluto tempo e non posso negarglielo, ho solo paura di non rivederlo più.
-Scusami ma devo andare-
-D'accordo...- abbasso lo sguardo
-Ciao Marìa- si volta e si allontana sempre più da me
-Ciao Alessandro- altre lacrime scendono sul mio viso mentre si dilegua tra gli incroci milanesi.
Ancora lacrime continuano a scendere senza sosta. E' possibile che la mia vita sia una continua sofferenza?So che non avrei dovuto aspettarmi nulla ed è comprensibile che reagisca così, ma pensavo mi avesse accompagnata anche solo qualche isolato più avanti. C'è una grande differenza tra l'Alessandro di quattro anni fa e quello di ora: freddezza, distacco, rabbia questo è adesso, un miscuglio di tutte queste sensazioni. Con il cuore dolente chiamo un taxi e mi dirigo verso l'hotel, ho bisogno di una doccia e di un letto. Durante il tragitto ascolto un'altra canzone:"Non ho mai smesso- Laura Pausini". E' vero, non ho mai smesso di amarlo neanche un istante, peccato però che non è lo stesso per lui. Arrivo in hotel e appena entro in camera mi butto sul letto sprofondando in un lungo pianto.
Mi squilla il cellulare, ho un gran mal di testa e ho solo voglia di dormire. E' mia madre, rispondo.
-Mamma...-
-Marìa! E' tutto a posto?-
-Si, scusa se non ti ho chiamato-
-No, non è tutto a posto. Che ti ha detto Alessandro?-
-Nulla, proprio nulla. Non riusciva a credere alle mie parole ed era piuttosto sorpreso ma se n'è andato e mi ha chiesto tempo-
-E' comprensibile tesoro, abbi pazienza-
-Me ne serve tanta-
-Non piangere, so che lo hai fatto-
-E' inevitabile per me-
-Riprenditi-
-Carlo?-
-E' tranquillo, ha mangiato e adesso sta giocando-
-Domani torno-
-Di già?-
-Si, non ha senso rimanere-
-Non vuoi passare un po' di tempo con tua cugina?-
-No, non me la sento. Non voglio rimanere un solo giorno in più in questa città-
-Marìa, non fare l'irrazionale. Cerca di capirlo, è ancora scosso per tutto quello che è successo. Chiunque non saprebbe che fare nel suo caso, ricordati che le responsabilità di padre sono molto diverse da quelle di madre-
-Mamma non pretendo assolutamente nulla. Preferivo solo un po' di comprensione e conforto ma so che devo stare ferma per i fatti miei. Gli darò tempo, è ovvio, ma vorrei che capisse anche me-
-Andrà tutto bene, vai a dormire-
-Buonanotte-
Riattacco e dopo una doccia calda mi addormento immediatamente senza cenare.

Mi sveglio con il rumore della porta che si apre, il cameriere mi porta la colazione in camera ed io velocemente mi alzo per prendere il vassoio. Addento un cornetto e bevo un sorso di cappuccino, ho un gran mal di testa ed è piuttosto tardi perché sono le nove del mattino. Finisco di mangiare e mi vesto con dei semplici jeans, maglione e stivali. Mi squilla il cellulare ed è un numero che non ho registrato in rubrica, rispondo.
-Pronto?-
-Marìa! Sono Rebecca-
-Rebecca!- sorrido
-Ma sei a Milano?-
-Si-
-Perché non mi hai detto nulla?-
-Non volevo darti nessun pensiero-
-Ma che scherzi? Dove sei?-
-In hotel-
-Ti va se ci vediamo al duomo tra mezzora?-
-Va bene-
-A dopo- riattacca e registro il numero in rubrica. Finisco di prepararmi ed esco dall'hotel, camminerò a piedi mi farà bene. Arrivo al grande duomo sempre colmo di gente, fa molto freddo ma l'aria milanese è sempre bella. Il sole pallido illumina la cattedrale e quasi mi ci perdo qui, improvvisamente mi sento abbracciare da dietro.
-Cugina mia!- mi abbraccia forte e mi da tanti baci sulle guance
-Reby!- ricambio il suo abbraccio
-Quanto tempo- sorride e mi guarda come per vedere se sono cambiata
-Si, è passato davvero tanto tempo-
-Ti trovo sciupata, è tutto a posto?-
-Diciamo-
-Andiamo, mi devi raccontare tutto-
Camminiamo per le vie di Milano ed entriamo a Starbucks, ci sediamo in un tavolino e ordina due cioccolate calde. Nonostante non mi andasse nulla ha insistito.
-Tua madre mi ha raccontato la tua triste storia-
-Immaginavo-
-Quando mi ha detto tutto ero sconvolta, ma come ha potuto?-
-Non lo so, è stato un incubo-
-Certo...-
-Non so come sono riuscita a superare tutto-
-Sei forte tu-
-Già-
-Dai, non parliamo di quel miserabile. Parlami del mio piccolo cuginetto- sorride
-Il mio bambino è bellissimo, è identico ad Alessandro-
-Hai una foto?- gli mostro una foto recente mentre sorride, i suoi occhi verdi e le sue fossette sono la cosa più bella
-Ma è meraviglioso!-
-E' la mia gioia, senza di lui non avrei superato nulla-
-Menomale che c'è lui-
-Esattamente-
-Quindi sei venuta qui perché?-
-Per cercare Alessandro, non sapeva nulla su Carlo né su quello che mi era successo-
-E sei riuscita a parlargli?-
-Sono andata ieri al suo studio di registrazione, per pura casualità l'ho trovato e gli ho raccontato tutto. Per me vederlo dopo tutto questo tempo è stato un colpo al cuore ma dovevo dirgli per forza che abbiamo un figlio-
-Come ha reagito?-
-Male, inizialmente non riusciva a credere alle mie parole e poi è scappato via-
-E' comprensibile Marìa...non se lo sarebbe mai aspettato-
-Perché lo difendete tutti?Sono delusa dal suo comportamento. Lo so che scoprire all'improvviso di avere un figlio è un duro colpo ma non accetto il fatto che sia scappato da me in quel modo-
-Ha sofferto molto in questi anni, Riccardo non riusciva proprio a sollevarlo su di morale..pensa che è stato per un mese senza uscire, lavorare o comporre musica-
-E perché?-
-Gli mancavi troppo Marìa!-
-Rebecca lui mi aveva lasciata, non ho mai capito il vero motivo. Mi ha fatta soffrire tantissimo-
-Avete sofferto entrambi ma adesso è il momento di riavvicinarvi-
-Impossibile-
-Tu lo ami ancora- afferma
-Si, non ho mai smesso di farlo ma non credo che lui ricambi-
-In realtà ha una relazione con una certa Clara da un anno e mezzo- a sentire queste parole il mio cuore si ferma, un'altra ha conquistato il suo cuore?
-Sta con un'altra?-
-Si...è una modella che lavora per le riviste milanesi e pubblicizza la catena di negozi "Terranova"-
Non riesco a dire più nulla, solo ad abbassare lo sguardo e girare il cucchiaino nella tazza contenente la cioccolata.
-Lo so che ci sei rimasta male, ma non è nulla di serio. Sono sicura che è ancora innamorato di te-
-Si certo, si è visto da come si è comportato ieri-
-E' spaventato Marìa-
-Ma spaventato da cosa?Quella che dovrebbe temere qualcosa sono io. Me la sono sempre cavata da sola senza l'aiuto di nessuno, sono stata in giro per il mondo come se niente fosse con un bambino piccolo e lui frena davanti a questo?Mio figlio non è stato un errore, se è nato è perché quell'amore che provavamo una volta era forte-
-Il tuo bambino non c'entra nulla Marìa. Quello che dico io è che si è ritrovato catapultato in una situazione del genere improvvisamente. So che anche tu ne hai passate di brutte, peggio di lui-
-Io ho fatto la mia parte, adesso sta a lui. Se non vuole conoscere suo figlio pazienza, l'ho cresciuto io e posso continuare a farlo da sola-

Salgo per l'ennesima volta su quest'aereo in decollo per portarmi a casa. Ho salutato mia cugina e le ho promesso di rifarle visita un giorno insieme a Carlo. Sto per lasciare Milano e anche te Alessandro, lasciando tutto nelle mani del destino. Se ci vuole insieme ben venga, altrimenti che ognuno continui la propria vita.   

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora