CAPITOLO SESSANTA

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  Sono ferma davanti alla porta della mia camera. Riaprirla sarà un tuffo nel passato, un tuffo dentro la mia adolescenza,ad una vita felice e spensierata.
-Non l'ho più toccata da quando eri andata via. Sono solo passata per le pulizie generali ma non ho messo nulla fuori posto- dice mia madre invogliandomi ad entrarci
Apro ed entro, guardo attorno e tutto è rimasto davvero come a quattro anni fa. Il letto con la coperta bianca a fiori, le foto appiccicate sul muro che racchiudono ogni momento della mia infanzia e adolescenza: foto con mio fratello, con Alessia, Rebecca, i miei compagni di classe, i miei nonni e Alessandro. Due foto che avevamo scattato quando eravamo amici in vacanza a Milano e quando eravamo al parco abbracciati. Guardo la mia scrivania, il mio armadio, i quadri, i libri e poi la finestra che si affaccia sul mare. Troppi ricordi intrappolati qui dentro, è come se stessi rivivendo tutte quelle emozioni insieme.
-Ti lascio sola?- mi chiede con Carlo in braccio
-Si, se puoi-
-Certo. Noi due andiamo ad esplorare la casa, okay piccoletto?-
-Mamma aspetta-
-Si?-
-Si chiama Carlo-
I suoi occhi improvvisamente diventano lucidi, guarda me e poi il bambino.
-Carlo...- dice singhiozzando, mi avvicino a lei e l'abbraccio
-Ho voluto chiamarlo così perché sai bene che amavo mio fratello. Così sarà il suo angelo custode...ed io non mi sentirò più sola-
-Hai fatto benissimo tesoro, questo bambino sarà il ricordo vivo di tuo fratello- dice asciugandosi le lacrime per poi uscire dalla stanza sorridendogli
Chiudo la porta e mi siedo sul letto, osservo il soffitto e chiudo per un attimo gli occhi. Mi sembra di rivivere quel momento in cui Alessandro era venuto qui per le vacanze di Natale, quando dormimmo insieme abbracciati, con le gambe intrecciate come le radici di un grande albero. Sono partita ragazza, con il mio animo debole e ingenuo, con tanti sogni e innamorata follemente di lui; adesso sono una donna, con un bambino da crescere, con l'animo forte e determinato, con l'unico sogno di essere felice. C'è una cosa che però non è mai cambiata: il mio amore per lui. Non sono mai riuscita a dimenticarlo pur avendo vissuto con un altro, non sono riuscita ad amare nessun altro se non lui, ad immaginare una vita senza i suoi occhi. Interrompo i miei pensieri, apro l'armadio e cerco tra i miei vecchi vestiti qualcosa di comodo, poi sistemo i vestiti di Carlo e quelli che avevo in Spagna nei vari cassetti. Voglio fare un bagno caldo con mio figlio, perciò vado a cercarlo. Scendo le scale e vedo che sta giocando con mio padre, lo sbaciucchio e lo prendo in braccio.
-Mamma noi stiamo andando a fare un bel bagno- dico mentre gli sorrido mangiandomelo di baci
-D'accordo. Stasera una bella cena per mia figlia!- sorride
Salgo e vado verso il bagno, apro l'acqua e riempio la vasca. Aggiungo bagno schiuma a volontà e subito le classiche bollicine bianche sbucano fuori, spoglio Carlo e poi mi spoglio anch'io. Ci immergiamo nell'acqua calda e giochiamo a lungo con la schiuma, ci insaponiamo e dopo un bel po' di tempo trascorso in acqua ci risciacquiamo e ci asciughiamo. Vesto il mio bambino e gli asciugo i capelli, altrettanto faccio con me. Usciamo dal bagno e sento un dolce profumino, mamma sei sempre tu la migliore.
-Che profumo- deliziando le mie narici. Osservo il salotto, decorato da addobbi natalizi e da un albero altissimo illuminato. Tra qualche giorno sarà la vigilia di Capodanno e mai avrei immaginato di poterla passare di nuovo con i miei genitori, con la mia famiglia. In Spagna era diverso, si ci preparava e si mangiava ma ad un certo orario tutti in piazza o nelle strade a fare festa. Nonostante mi divertissi preferisco di gran lunga l'Italia, la sua cucina, le sue tradizioni ed il suo calore. Ci sediamo a tavola, gusto i buonissimi piatti di mia madre: spaghetti alle vongole, impepata di cozze e per dolce la pastiera fatta con le sue mani, non si può desiderare di meglio. Carlo comincia a gustare qualcosa ma il suo latte non lo sostituisce ancora con nulla. Noto che ha sonno e quindi vado in camera mia per addormentarlo.
-Andiamo a dormire piccolino- lo cullo tra le mie braccia e tiene una ciocca dei miei capelli tra le mani, canticchio la solita canzone di Alessandro e si addormenta profondamente. Lo metto a letto e lo copro per bene mettendo ai lati i cuscini, prendo un'altra coperta pesante e la poggio sul letto visto che stasera fa parecchio freddo. Mi affaccio alla finestra, il mare con le sue onde ricopre i piccoli scogli ed io guardo l'orizzonte buio.
-E' tutto okay?- mi chiede mia madre entrando nella stanza
-Si- dico a bassa voce
-Il piccolo già dorme?-
-Si, era stanco-
Viene vicino a me e mi accarezza la spalla, per un momento rimaniamo in silenzio, poi lei mi invita a sedermi sul letto.
-Sono felice che sei tornata- dice sedendosi accanto a me
-Lo sono ancor di più io mamma, dopo tutto quello che ho passato...Avevo anche paura che non mi avreste accettata-
-Come avremo potuto non accettarti? Ci sei mancata così tanto che è inspiegabile. Abbiamo pregato che non ti fosse successo nulla nonostante quel messaggio che avevo ricevuto-
-E che non ho mai inviato- ribatto
-Lo so, ma noi non potevamo sapere com'erano andate realmente le cose-
-L'unica cosa che voglio adesso è solo guardare avanti, non pensare più a quei brutti momenti e crescere mio figlio-
-Disgraziato! Lo avesse visto tuo padre lo avrebbe ridotto in macerie-
-Mamma il peggio è passato, ti prego non parliamone più-
-D'accordo tesoro, non prenderò più il discorso-
-Grazie...-
-Quali sono i tuoi progetti ora?-
-Per prima cosa cercare Alessandro, devo dirgli del bambino-
-E' giusto, ha il diritto di saperlo-
-Non posso perdere altro tempo, ne ho già perso troppo-
-Sei ancora innamorata di lui?- ed ecco la domanda che avrei voluto non mi facesse
-Si...- abbasso lo sguardo
-Non sei riuscita a dimenticarlo in tutto questo tempo?-
-Non lo dimenticherò mai. E' stata l'unica persona che io abbia mai amato in vita mia, poi è il padre di mio figlio. Che lo voglia o no non posso dimenticare questo grande ed importante dettaglio-
-Eppure immaginavo che non l'avresti cancellato dal tuo cuore. Sai, ti ha cercata tanto, è venuto moltissime volte qui supplicandomi di dargli tue notizie e quando gli dicevo che non sapevo nulla se ne andava con la faccia triste e distrutta...Sono sicura che anche lui ti amava molto-
-Mi amava, hai detto bene-
-Non ho più avuto sue notizie perché non è più venuto qui, ma non puoi sapere se ti ha dimenticata-
-Mamma, sono passati quattro anni. Penso che dopo tutto questo tempo si sia arreso e mi abbia dimenticata-
-Chi ama veramente non dimentica Marìa. Sai come avere conferma: partirai a Milano e lo rivedrai-
-Non so se mi sento pronta, mi verrà un colpo al cuore-
-Lo so ma tu sei forte, più forte di quanto immaginassi. Potrai stare qualche giorno da Rebecca-
-Rebecca!Quanto tempo che non la sento e non la vedo-
-Ti farà bene stare con lei-
-Hai notizie di Alessia?-
-No tesoro, anche lei è venuta a cercarti i primi tempi ma poi so che è partita per Milano-
Quanti cambiamenti, ognuno si è costruito una vita ed io? Io è come se avessi perso quattro anni, come se fossi caduta in un sonno profondo e risvegliatami solo adesso.
-Tutti hanno realizzato i loro sogni...- dico con gli occhi lucidi- io non ho avuto la possibilità per colpa di quel bastardo!-
-Tesoro hai ancora tutta una vita davanti, hai quasi ventitre anni e non è finita qui! Pensa che da questo momento in poi ricomincerai a vivere ed io ti starò sempre accanto, nel bene e nel male-
-Grazie di tutto mamma, mi sei mancata tantissimo- l'abbraccio forte e piango.
Si, ha ragione lei...dovrei ricominciare a vivere e a lottare come ho sempre fatto. In fondo, sono sempre stata una guerriera dall'armatura rossa, una di quelle che combatte per amore.   

Un'incredibile agoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora