CAP. 7 (COMPLEANNO)

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<<Jessy, stai calma. Prendi un bel respiro>>

<<Tracy chiudi il becco!>>

La rossa fa come le dico senza protestare o offendersi.

Gli squilli del cellulare sembrano andare al ritmo del mio battito cardiaco.

Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.

Senza rendermene conto mi ritrovo a seguire il consiglio di Tracy e a inspirare ingorda l' aria che mi circonda.

Quando parte la segreteria telefonica per la terza volta, mi lascio cadere sulla sedia e batto le palpebre mentre guardo il soffitto.

Mi sembra quasi di vederlo crollare sopra di me.

Tracy non spiccia parola, capendo che l' ultima cosa di cui ho bisogno è che lei mi bombardi di domande.

Mi rifiuto di credere che ho fallito ancora una volta. Mi rifiuto, mi rifiuto, mi rifiuto.

Sento Tracy sospirare e poggiarmi la mano sulla spalla.

<<Prenditi il tempo che vuoi...>> Sussurra e si alza.

<<No!>> La blocco.

<<Resta>> La supplico con gli occhi.

Tracy si risiede e guarda ovunque pur di non guardare me.

I suoi occhi finiscono sul calendario alla sua sinistra.

La sua espressione cambia. Diventa dispiaciuta e incredula allo stesso tempo.

È il 10 gennaio. Il giorno del compleanno di Max.

<<Tracy, dimmi qualcosa. Ti prego qualunque cosa andrà bene, non voglio pensare a niente di tutto ciò>> Indico le pareti dell' ospedale e mentalmente mi riferisco anche al "presunto" incendio.

<<Ti avevo detto che ti avrei spiegato il comportamento della mia ragazza... Ti va bene come argomento?>>

<<Certo, sono curiosa>> E forse in altre circostanze lo sarei stata davvero.

<<Non le ho detto che tu sai del nostro rapporto. Lei ha un carattere diverso dal mio. Più debole. Aveva paura di dire la cosa sbagliata e di essere giudicata male. Quando te ne sei andata, mi ha detto che le dispiaceva a morte per tutto quello che stai passando. Avrebbe voluto dirti qualcosa, ma teme sempre che parlando lei possa peggiorare la situazione>>

<<Oh>> È l' unica cosa che riesco a dire.

Tracy mi racconta aneddoti della loro storia, tralasciando quando sono state picchiate e derise. Dalla sua bocca escono solo racconti di vicende divertenti e scioccanti, ma io non riesco a dedicarle più di un sorriso di pochi secondi.

Mentre lei parla, la mia mente è ancora in azione. Lentamente, passo, dopo passo, mi sto avvicinando alla verità.

Devo solo accettare che questa verità non è quella che voglio. Devo accettare che non si basa su fatti reali,che mi porterà a restare sola contro tutti.

Devo accettare di essere quella che sono.

E io non sono umana.

                        ****
Qualche ora dopo...

Tra poco le vacanze finiranno e inizierà di nuovo la scuola.

Non posso perdere tempo.

Non devo starmene con le mani in mano mentre il tempo si prende gioco di me.

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