CAP.55( MENTE SBLOCCATA 1)

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<<Jessy, Max è là fuori da venti minuti e la pioggia sta aumentando>> Theresa interrompe la conversazione tra me, Angelica e Tracy sulla cena di questa sera.

<<È ancora lì fuori? Cavolo, non ne avevo idea!>> Se lo avessi saputo
l' avrei fatto entrare. Sta piovendo davvero molto!

Mi precipito immediatamente a prendere il giubbotto
sull' attaccapanni ed esco fuori dalla casa in men che non si dica.

Subito intravedo la figura di Max, seduta sul marciapiede. Il volto è rivolto al cielo e con le braccia si stringe il giubbino al petto.

<<Jessy, io non mi muovo da qui!>> Urla.

Credo che non possa ancora vedermi. Sforzandomi sono riuscita a vedere una specie di cupola che circonda la casa e l' aerea intorno, ma soprattutto a percepirla. Ha una grande potenza; Theresa è stata davvero brava.

Max è al di fuori di questa potente barriera di soli pochi centimetri, eppure se urlassi una risposta al suo richiamo non la udirebbe.

<<Jessy!>> Il suo urlo si affievolisce piano piano.

Corro sotto la pioggia, verso di lui.

Appena supero la barriera, gli tocco la spalla mentre lui fa due starnuti consecutivi.

<<Vieni dentro, o ti beccherai come minimo un raffreddore!>> Lo avverto, ma lui si butta tra le mie braccia come se non avessi parlato.

Mi stringe forte e io non ho il coraggio di sottrarmi a questo improvviso calore.

Ricambio la sua stretta mentre la pioggia batte sulle nostre schiene e bagna i nostri corpi.

Accarezzo i suoi capelli inzuppati, ricordandomi tutte le volte che lui accarezzava i miei. Quando mi sdraiavo sul divano, mi avvolgevo una coperta addosso e iniziavo a parlare dei miei problemi, mentre lui mi ascoltava e allegeriva la situazione con le sue battute.

Chiudo gli occhi e sorrido al ricordo.

<<Jess...cosa stai facendo?>> Mi chiede Max.

<<Lo vedi anche tu, vero? Volevo mostrarti quello a cui sto pensando...>>Mormoro staccandomi
da lui.

Lo guardo fisso negli occhi.

Non ha bevuto.

È per questa mia paura che non l' ho fatto entrare subito. Temevo che fosse ubriaco e che ciò ci avrebbe fatto litigare di nuovo.

<<Sì, lo vedo. Mi mancano questi momenti. Ed è stupido da parte mia, perché sono stato io a privarmene>> Sussurra con un' improvvisa tristezza a segnarli il volto.

<<Andiamo dentro>> Ripeto prima di trascinarlo con me in casa.

Appena entrati Theresa ci lancia
un' occhiata di rimprovero, subito dopo aver osservato come le nostre scarpe abbiano lasciato impronte bagnate a terra e i nostri vestiti continuino a gocciolare.

Fortunatamente, quando si accorge che entrambi tremiamo dalla testa ai piedi, esce dalla stanza per prenderci un paio di coperte.

Max si siede sul divano accanto ad Angelica, senza preoccuparsi di bagnarlo.

Tracy si allontana leggermente dai due e ritorna a bere la sua tazza di thè caldo.

<<In realtà volevo parlare con te. Da soli>> Max enfatizza le ultime due parole, guardando di sbieco le due ragazze, come per dire che sono loro a essere di troppo.

<<Ehm...abbiamo capito, abbiamo capito. Che antipatico che sei!>> Tracy fa la finta offesa ed esce dalla stanza trascinando Angelica con sè.

Io rimango in piedi di fronte al ragazzo dagli occhi magnetici, lo sguardo che si sposta, che osserva ogni angolo della stanza. Le mani che formicolano per il nervoso, le labbra che si mordono quasi fino a sanguinare . I piedi che si sentono come incollati al pavimento, nonostante la mente li stia pregando di staccarsi. È il cuore che hanno deciso di ascoltare.

Max, quando capisce che non ho intenzione di sedermi, sbuffa e viene verso di me, prendendo le mie mani tra le sue.

<<Ecco le coperte>> Theresa entra in stanza con un' espressione leggermente imbarazzata.

Infatti esce subito, senza dire nemmeno mezza parola.

Io ne approfitto per stringermi addosso una delle coperte che ha poggiato sul divano.

<<Ho dimenticato tutto quello che volevo dirti. Non è facile, odio ammettere i miei errori>> Max si massaggia la nuca mentre io gli porgo
l' altra coperta, avendo notato che sta ancora tremando.

Ma non sono molto sicura che sia per il freddo...

Lui infatti la rifiuta e continua a parlare.

<<Ormai mi conosci. Sai che con me non andrai mai sul sicuro; sarai sempre presa in contropiede. Non riuscirai mai a prevedere una mia reazione, o a fermarla. Io sono così>> Spalanca le braccia.

<<Sarò testardo, irrascibile e bipolare. Ma ti giuro che mai nessuno potrà provare per te l' amore che sento io. Nessuno. Perché è un qualcosa così forte che in passato mi ha spinto ad andare avanti, a cambiare, a sperare di non ricommettere i miei stessi errori. Tu sei riuscita a vincere lì dove molti hanno fallito. Hai trovato e salvato il vero me. Ma questo è andato di nuovo perso e credo che sarà ancora più difficile ritrovarlo. E so anche che l' unica che può riuscirci è l' unica che ci sia riuscita già una volta. Voglio ricominciare, questa volta davvero. Ma da solo...da solo mi causo solo altro dolore. Voglio ricominciare con te>>

Nello stesso istante in cui conclude il suo discorso sento le lacrime pizzicarmi gli occhi.

Da quanto tempo aspettavo questo momento? Ormai ho perso il conto dei giorni.

<<Ti giuro che la mia non era una scusa. Ti ho allontanata per non ferirti, ma - come mi hai già ripetuto più volte- lo sto facendo lo stesso. Per renderti felice devo superare questo periodo, devo cambiare. E io non posso farlo senza il tuo aiuto>>

<<Perciò...ci aiutiamo a vicenda?>> Sorrido, prima di allungare titurbante le mie braccia al suo collo.

Lui mi spinge più vicino a sè e poggia le sue mani sui miei fianchi.

È quando immergo i miei occhi nei suoi che sento di nuovo quella strana sensazione.

Non sono farfalle nello stomaco, no.

Non sento nemmeno più il mio corpo, o il suo. Non sento il contatto, per alcuni istanti non vedo nemmeno.

L' unica cosa che sento è un leggero giramento di testa.

Ma non sono spaventata o preoccupata.

La mia mente si è sbloccata. Sto avendo una visione.

UNCONDITIONAL LOVE 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora