Oggi sono nervoso più del solito.
No, non è successo niente. Solamente che certi giorni senza, alcun motivo, sento maggiormente il peso della situazione, proprio come una cicatrice che ogni tanto riprende a bruciare, quando meno te lo aspetti.
Quella mattina come tutte le altre sono uscito di casa senza salutare i miei genitori che mi stavano aspettando in cucina per parlare, sono uscito sbattendo la porta e imprecando di proposito. E' un vero inferno dover subire le loro prediche e i loro rimproveri di continuo, mi trattano come se fossi un oggetto di cristallo e la cosa mi fa imbestialire.
Non fanno altro che rinfacciarmi i miei errori del passato e per questo non mi danno fiducia, ma io sono cambiato, non avrei mai più commesso gli stessi errori e voglio che almeno loro lo capiscano.
Per non parlare del fatto che mio padre ha minacciato di farmi ritirare dalla squadra. Ho scelto la NY psychology Academy non di certo per il corso di studi, ma per il programma di basket che offriva e delle possibilità di entrare in qualche università prestigiosa che mi aiutino nel basket. E' solo questa la mia priorità.
Accendo il motore della moto e passo una mano sulla carrozza rosso fuoco con il fulmine giallo di lato. Infilo il casco per poi lasciare il garage sfrecciando così per le strade deserte del mattino.
Odio questa città, è come una gabbia per me e un giorno sarei andato via lasciandomi tutta questa merda alle spalle.Odio questa città piena di piccole persone che mi soffocano con le loro promesse vuote e i loro commenti.
New York è piena di ricordi che avrei voluto solo dimenticare.
Andare a scuola ogni giorno, conversare con gli amici e poi tornare a casa dove neanche vorrei starci.
Odio questa città, quando d'inverno, lo sguardo della gente che la occupa, gela i marciapiedi e ogni vicolo buio nascosto dalle case.
Odio anche quando in estate, questa città, è vuota, come me, tutti scappano da lei, come da me, ma odio più di tutto, quando questa città era piena di gente rumorosa e sorridente.Ripenso all'avvertimento di mio padre di ieri: un'ultima possibilità, altrimenti sono fuori dai giochi per sempre. Ho rischiato grosso mandando Brad in ospedale, ma lui sa bene come provocarmi, così come i miei sanno bene che quello stronzo ha quelle maledette fotografie in mano e che avrebbe potuto ricattarmi da un momento all'altro, ma a me poco importa.
Arrivato nel parcheggio della scuola parcheggio al solito posto e sfilo il casco per poi entrare e raggiungere il mio armadietto. Non faccio caso allo sguardo che Sarah mi lancia all'ingresso, mi mangia con gli occhi e noto portarsi una mano sulla coscia sollevandosi di poco la gonna per mostrarmi la coscia. La ignoro posando le chiavi nel retro dei jeans e chiamando Cody al cellulare
"Hey fratello" mormora con la voce impastata dal sonno
"Muovi il tuo brutto culo e vieni subito qui" ordino aprendo l'armadietto per poi posarci il casco
"Cristo sono già le 8, arrivo!" sbadiglia per poi riagganciare
Scommetto che si è portato a casa Bettany e che hanno scopato per bene tutta la notte, quei due non sanno fare altro.Cody non è altro che l'unica persona della quale mi fido, mio fratello. Lui è sempre stato al mio fianco, anche nei momenti più spenti, dove desideravo solo sparire. Ho conosciuto Cody Muller all'inizio delle elementari, quando si trasferì a New York dopo la morte improvvisa in un'incidente stradale dei suoi genitori. Quando vidi entrare in classe per la prima volta la sua chioma bionda di ricci, lo vidi così vulnerabile, e sentii il desiderio di proteggerlo. Inizialmente lui non parlava, tutti credevano fosse muto, anche gli insegnanti, ma sua zia spiegò che dalla morte dei genitori lui aveva smesso di parlare. Nella pausa della ricreazione, già dalle elementari, mi piaceva giocare a basket con gli altri bambini, lui ci osservava sempre da lontano, tenendo gli occhi fissi sulla palla anziché sul libro che fingeva sempre di leggere. Quando durante la recita scolastica di fine anno un gruppo di bambini lo prese in giro perchè lui era l'unico a non avere battute, io ebbi la mia prima rissa con quegli stessi bambini che si erano permessi di ridere. La recita fu annullata ricordo, andammo dal preside e anche lì Cody non disse una parola, poi però, quando lasciammo la stanza, mi afferrò per la maglietta sussurrandomi con voce debole un grazie.
Da allora, Cody Muller, è diventato qualcosa di più di un semplice amico, è mio fratello.
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In Another Life
Fanfiction"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. Ma la verità era che non ero pronta per dirlo al mondo intero, non ero pronta e di sicuro non lo sarei mai stata. Mi piaceva guardarmi allo...