19. Johnson

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Mi offro volontario per andare a prendere le ordinazioni da Coco's, beh, più precisamente strappo via il post-it dalle mani del ragazzo maggiolino più piccolo che era stato incaricato da Cody. Mi scrollo di dosso Madison che è già brilla in pieno pomeriggio e lascio lì gli altri salendo poi sulla mia moto.

"Cosa porta il Dio del Basket nel posto più buono della città?" Domanda il grande ormone dietro il bancone facendomi sorridere, gli passo il bigliettino e mi guardo intorno con un sospiro rilassato
Mi sorprendo di vedere una Parker completamente immersa nei suoi pensieri e con gli occhi ipnotizzati nel suo frappa che girava con la cannuccia
"Hey piccola" la saluto sorridente con l'intento di tirarle su il morale, sembra così triste che avverto un fastidio alla bocca dello stomaco
Alza lo sguardo lentamente verso di me e mi guarda priva d'espressione sussurrando un semplice "Ciao"
"Brutta serata?" Domando sedendomi di fronte a lei
"Brutta vita" mi corregge

Parker ha il viso di un angelo, i lineamenti del volto marcati ma anche dolci, la cosa che mi piace di più sono quelle sue lentiggini che sembrano poi mischiarsi con i suoi occhi del colore più nascosto del mare. Fisso le sue labbra e per un secondo ho una voglia matta di baciarla, di vedere che sapore ha, forse il sapore della felicità proibita. Ma con lei non voglio fare passi falsi, ne ho già fatti fin troppi per adesso, e ho paura che la sua idea che ha di me possa non cambiare mai.
Osservo i suoi occhi e la sua espressione, ha il viso di chi porta solo guai. Sorrido al ricordo di lei che dormiva come un angioletto sul bus, appoggiata alla mia spalla senza neanche accorgersene. Ora invece ha l'aria di una bambina capricciosa alla quale hanno rotto il suo giocattolo preferito.

Ammetto che l'idea di seguirla mi sfiora la mente per un secondo, poi però vengo chiamato per il mio ordine e raggiungo il bancone. Quando esco la pioggia è molto leggera, tipica di questo periodo dell'anno. Una volta tornato passo tutto a dei ragazzi all'ingresso per poi raggiungere il soggiorno e affiancare Lincoln che se ne sta sul divano con una birra in una mano e il cellulare nell'altra
"Dove cazzo si è cacciato Cody?" domando curioso
"È sul retro" scrolla Lin le spalle senza guardarmi
Raggiungo il mio migliore amico sul retro dove c'è la piscina e ringrazio dio che Bet forse è di sopra troppo ubriaca per capire, altrimenti avrebbe fatto una scenata alla vista del mio migliore amico disteso sul lettino accanto ad una Margaret che ha la testa appoggiata sul suo petto.
Appena si accorgono di me si voltano per guardarmi e Mar alza gli occhi al cielo imbarazzata mentre Cody mi guarda truce intimandomi di sparire
"Coglione mi servono le chiavi" gli intimo annoiato
"Cazzo è vero" sfila il mio mazzo di chiavi dal suo jeans per poi lanciarmelo
"Tornate pure ad amoreggiare" li liquido con un gesto della mano per poi tornare dentro

Decido di tornarmene a casa mia e appena varco la porta d'ingresso lascio il casco con dentro le chiavi all'ingresso, sfilo il giubbotto e lo getto sul divano per poi salire le scale per tornarmene in camera, ma mi blocco davanti la camera di Lucas attirato dal suo flebile pianto.
La porta è semi aperta e così mi affaccio verso quello che era 'il regno di Lucas', o almeno è così che lo chiama lui.
Lo trovo seduto sul pavimento con la schiena appoggiata contro il letto, stringa fra le mani una cornice e tira su con il naso cercando di fare il meno rumore possibile. Ho sempre odiato vederlo piangere, Lucas non è mai stato forte, eppure tra i due lo era sicuramente più di me, ma ogni volta che vedo le lacrime sul suo viso non posso fare altro che addossarmi colpe su colpe. Conosco bene la foto che stringe tra le braccia, è la prima foto che ha scattato insieme ad Areelay, raffigura a loro due al parco che stringevano fra le mani due gelati. Quel giorno tornò a casa con un sorriso mai visto prima.

"Piangere è inutile" bisbiglio così a bassa voce che a stento mi sento io
Mi appoggio allo stipite della porta, incrocio le braccia al petto e guardo la figura che sussulta nel sentire la mia voce
"Sei tornato presto" si affretta ad asciugarsi il viso ricoperto di lacrime
"Ti manca?" Domando conoscendo già la risposta, ma ho bisogno di sentirmelo dire
"Terribilmente" ammette con un sorriso amaro
Dimmelo Lucas, guardami in faccia e dimmi tutto quello che non hai mai avuto il coraggio di dirmi. Dimmi che sono un mostro, dì che faccio schifo e che sono una merda, dì che è tutta colpa mia, porca puttana dimmelo e guardami negli occhi. Di che la morte di Areelay è tutta colpa mia e prendimi a schiaffi in faccia.

In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora