52. Parker

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Mi chiudo la porta della mia camera alle spalle e torno in cucina da mio padre che mi guarda curioso, ormai sono le nove passate e posso dire addio alla scuola. 

"È di sopra?" domanda lui e io annuisco 
"Si, è crollata, ha passato la notte in bianco poverina" mormoro sedendomi sul tavolo
"Cos'è successo?" 
"Ha litigato con la madre ed è scappata" scrollo le spalle semplificando tutto
"E la figlia di Palmer vero? Forse è meglio se dopo faccio uno squillo a sua madre per dirle che è qui, non vorrei che si preoccupasse" osserva papà sorseggiando il suo caffè
"Conosci sua madre?" Mi acciglio
"Era in terapia da Michael, e poi era in classe con tua madre al liceo" spiega
"In terapia? Cos'è successo?" 
"Il signor Palmer e suo figlio sono rimasti coinvolti in un'incendio qualche anno fa e hanno perso la vita" spiega
"Incendio?" sbotto incredula
"Quel giorno l'ospedale era pieno, ricordo che morirono circa una decina di persone mentre un centinaio erano gravemente ferite. Fu a causa di un incendio in una galleria d'arte, fu una tragedia" spiega lui con l'amaro in bocca "Il figlio morì tra le fiamme mentre il padre per il troppo fumo" 

Margaret mi ha semplicemente spiegato che ha litigato con la madre, non hanno un buon rapporto e lei non accetta il fatto che da quando sono sole, la donna abbia una vita... attiva ecco. Ha detto che ogni giorno si sveglia per andare a scuola e trova sempre un uomo diverso in casa, la maggior parte delle volte ragazzi molto più piccoli della madre. Mar è scoppiata dopo che stamattina ha trovato un ragazzo in cucina con indosso l'accappatoio di suo fratello maggiore. È scappata dopo che sua madre le ha detto che se le cose non le stavano bene poteva anche andarsene, ma non capisco perché non abbia detto nulla a Cody, mi ha anche supplicato di non chiamarlo e di non dire nulla.

"Credi che dovrei avvisare Cody?" domando combattuta 
"Ora lasciala riposare, dopo chiamo la madre dicendo che resterà un po' con noi se non le dispiace" suggerisce andando poi in salotto
Lascio Margaret dormire tranquilla e decido di andare inc entro, ci volevo già andare nel pomeriggio ma ormai tanto vale approfittare. Infilo delle scarpe da ginnastica comode e un jeans a palazzo con una felpa nera, alzo il cappuccio e scendo di sotto dove trovo mio padre sul divano che guarda un film.
"Dove vai?" Si acciglia "fuori piove e fa freddo"
"Faccio un salto al supermercato, è finito il latte" mento
"Tu odi il latte" mormora pensandoci su
"Ora non più, ciao" sorrido falsamente per poi svignarmela 

L'aria è fredda e le strade sono tutte bagnate a causa della pioggia che ha cessato da poco. Chiamo un taxi che mi accompagna in centro e quando pago la corsa il vecchio signore alla guida mi sorride amichevole.
Le strade come sempre sono affollate, il traffico è assurdo e c'è una scia di ombrelli colorati lungo tutti i marciapiedi.
Entro in farmacia e mi guardo un po' in giro spaesata, ma forse è meglio chiedere. 

"Serve aiuto?" Si avvicina un ragazzo con un camice bianco
"Si, beh io stavo cercando..." guardo i vari scaffali e lui annuisce sorridente
"Ti servono i preservativi?" allude e io scuoto la testa divertita "Un test di gravidanza?" tenta ancora e io sgrano gli occhi 
Afferro la ricetta medica dal retro dei jeans per poi passargliela, lui la legge attentamente per poi guardarmi accigliato 
"Credo che queste pillole qui siano terminate, ne ordiniamo poche perché questo farmaco non è molto usato" esclama 
"Avete la la nuova cura sperimentale contro la leucemia? La 18 di grado C?" domando
"Posso dartele solo se sei maggiorenne o se hai la card dell'ospedale che ti autorizza a comprare farmaci del genere, ovviamente con una ricetta del tuo medico" spiega
"La ricetta l'ho dimenticata, ma ho la card" cerco di essere convincente mostrandogliela
Mi guarda come per decidere se darmi o meno il medicinale, ma alla fine inserisce e i dati della card nel computer
"Posso dartela, ma paghi il prezzo pieno e non è rimborsabile" annuisce 
"Grazie" sorrido 

Quando torna con la confezione pago subito per poi uscire. Mi ritrovo nuovamente tra le strade di New York, decido di camminare un po' godendomi la musica nelle cuffie e il profumo della pioggia che è svanita, lasciando il cielo grigio e pieno di nuvole scure. Aspetto che il semaforo diventi verde per attraversare, ma una moto a me familiare si ferma al mio fianco, poco prima le strisce pedonali 

In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora