10. Parker

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Varco la soglia d'ingresso  consapevole di ciò che sta per accadere in questa casa. Non ho neanche il tempo di sfilarmi la felpa che mia madre percorre le scale mentre si allacciava la vestaglia da notte, con un'espressione in volto che non diceva nulla di buono 

"Hai la minima idea della paura che ci hai fatto prendere? Sei sparita per tutto il giorno senza neanche mandare un messaggio" inizia a sbraitare
Mio fratello Jay mi affianca divertito dandomi una spallata, probabilmente mamma deve aver sclerato tutto il giorno.
"Ho mandato un messaggio a papà dicendo che sarei tornata tardi, ho 17 anni non muore nessuno se torno a quest'ora" sbuffo 
"Ma perchè non lo vuoi capire" sospira "Conta se torni tardi senza avvisare, tu non sei come le altre ragazze Olivia, devi stare attenta" mi indica alzando di poco la voce 
"Grazie mille per ricordamelo ogni santo momento della mia vita" sbuffo superandola per poi raggiungere le scale "Non ero da sola, e poi dovresti proprio smetterla con questa storia; io faccio quello che mi pare senza dover dar conto a te" ribadisco salendomene poi in camera mia  
"Scordati quella gita ragazzina, finchè non cambi atteggiamento sei in punizione" annuncia a gran voce 
"Mamma dai, sta calma" Jamiee l'affianca provando a farla ragionare 
"Sono in punizione da due anni mamma, non ti basta?" grido arrabbiata prima di chiudermi la porta della mia stanza alle spalle 

Odio essere malata, ma odio ancora di più come i trattano gli altri. Più volte Jamiee prova a farmi ragionare dicendo che loro sono solo preoccupati, che hanno paura di perdermi, ma non è un motivo per dover rinunciare alla mia vita. La leucemia mi ha portato via già troppe cose, i miei amici, il basket, il rapporto con la mia famiglia, la mia voglia di vivermi la vita. 
Mi lascio cadere sul letto e ripenso alla giornata di oggi. Ho legato fin troppo con Lucas per i miei gusti, e questa cosa di Dylan non avrà buon fine, quindi che senso aveva? 
Mi ritrovo a pensare ai suoi occhi del colore del prato bagnato, e a come mi aveva afferrato per i fianchi oggi, al suo corpo tutto bagnato e come i capelli gli ricadevano sul viso. 
"Maledizione" afferro il cuscino e me lo stampo sul viso leggermente rosso 

Mi alzo e mi getto sotto la doccia fredda, sperando che almeno mi schiarisca un po' i pensieri, o meglio li blocchi. Dopo aver preso le mie solite medicine prima di andare a dormire passo per la camera di Jay e lo trovo disteso sul suo letto che fissava il soffitto vuoto
"Una moneta per i tuoi pensieri" sussurro distendendomi al suo fianco
"E se domani perdiamo?" Sbuffa pensieroso
"E se vincete?" lo canzono e lui mi guarda con un lieve sorriso
"Verrai vero?" domanda e io annuisco con enfasi 
"Devo proprio rifarmi gli occhi con quei figoni dei tuoi compagni" esclamo ovvia 
"Sono troppo piccoli per te" fa una smorfia
Ridacchio per poi alzarmi e tornare in camera mia, avverto subito un gran giramento di testa e mi accascio al pavimento portandomi una mano sul cuore che inizia a battere all'impazzata. Avverto il pavimento freddo sotto la mia mano e le gambe incrociate tremare come foglie al freddo, prendo un respiro e tengo gli occhi chiusi per qualche secondo
"Oh cazzo. Hol" Jay si precipita verso di me con un'espressione terrorizzata
"Sto bene" mento scuotendo la testa
"Aspetta, chiamo Papà" prova ad alzarsi ma lo afferro per la felpa bloccandolo
"No per favore, davvero sto bene" lo rassicuro alzandomi lentamente con il suo aiuto, gli sorrido per poi tornare in camera mia.
Mi infilo a letto cercando di calmare il mio cuore e il tremore, avverto un senso di vomito e mi gira tremendamente la testa, ma non è di certo la prima volta, so che dopo poco passa.
Durante la notte mi sveglio in continuazione, la mancanza di sonno è ovvia, provo a prendere qualcosa per farmi passare il dolore e la nausea, ma nulla riesce a placare queste fitte che mi stanno tormentando.

Odio la mia malattia. Lo odio con tutta me stessa.
Il mio sangue è completamente infetto, spesso soffro per molti dolori al corpo dato che la circolazione sanguigna mi danneggia gran parte dei muscoli e degli organi facendomi vivere con continui dolori fisici. Cambiare aria mi avrebbe fatto bene, prima della gita ho una visita con mio padre, basta che salta quella e poi posso partire tranquillamente senza intoppi da parte della mia famiglia. 

In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora