Stringo tra le mani la chiave inglese rilasciando l'ennesimo sospiro frustrato. Faccio dondolare le gambe dal tavolino sulla quale mi sono seduto nell'officina di Jack mentre Lincoln si guarda intorno in cerca di pezzi di ricambio per le moto.
"Mi dispiace informarti fratello, ma quella merda è entrata nel motore e lo ha fuso completamente, devo cambiarlo se non vuoi che esploda appena metti in moto" mi informa pulendosi le mani sull'asciugamano sporca di grasso che porta sulla spalla
"Porca puttana" impreco
"La tua non è messa meglio" indica Lincoln "la carrozzeria è completamente da rifare, dobbiamo cambiare la cabina della benzina, il filtro dell'aria e sembra che anche la ruota posteriore sia andata" spiega
"Addio alla mia carta di credito" mormora Lincoln ironico
"Fa quello che devi e metti tutto sul conto di mio padre" sbuffo
"No, abbiamo detto che le ripago io" mi indica Lincoln
"Chiederai un mutuo o cosa?" lo canzono facendolo sospirare "Penso io alla mia e a quella di Cody, tu preoccupati di Andrew prima che torni a sclerare" lo avviso
"Sei un fratello" mi da un pugno sulla spalla e io gli faccio un cenno
"Ma si può sapere che hai combinato" ride Jack passando nuovamente alla mia moto
"Ero talmente ubriaco che non so se sono stato io o qualcun altro" mento e lui annuisce, o almeno finge di crederciLincoln mi affianca e contorce il naso in una smorfia.
"Sai anche tu chi è stato, dico bene?"
"Di chi sospetti?" resto serio e incrocio le braccia al petto
"Andiamo Dylan, sappiamo bene che è opera di Brad e dei suoi amici tossici del cazzo" esclama e io sospiro
"No, non questa volta" sospiro "Parliamo di pittura Lin, non è nello stile di Brad e dubito poi si sia già ripreso dall'ultima volta, quando sono andato in ospedale la settimana scorsa era su una sedia a rotelle" racconto
"Ma allora che diavolo è successo" ringhia rabbioso e i suoi occhi neri si fanno più scuri, come il colore delle sue spalle grosse dalla quale si vedevano le vene pulsare di rabbia
"Ricordi un certo scherzo con la pittura nella palestra della scuola?" domando canzonatorio
"Cosa" mi guarda di scatto rilassando le spalle "Pensi che sia opera di Blaire?" domanda incredulo
"Forse" scrollo le spalle "Accanto alle moto c'erano le bottiglie vuote della pittura, l'etichetta era la stessa di quel giorno"
"Porca puttana, devo proprio parlarle" sospira e gli do una pacca sulla spalla facendo segno di andare, Jack avrebbe avuto il suo bel da fare tutto il giorno.Cody fortunatamente ci venne a prendere con l'auto di sua zia per poi accompagnarci a casa di Bettany
"Questo incidente alle moto non ci voleva, odio gli autobus e mia zia la mattina lavora e le serve l'auto, a scuola come cazzo ci vado" sbuffa lui
"Jack deve sbrigarsi se vuole essere pagato" ridacchia Andrew dai sedili posteriori "Se prendo chi ha fatto questo casino gli apro il culo" sbotta incazzato
Appena arrivati entro per primo mentre Cody parcheggia l'auto sul viadotto bagnato a causa della pioggia di stanotte. Ad aprirmi è una Bettany in canotta e short, la guardo sbigottito rabbrividendo nelle spalle
"Cazzo, siamo in pieno novembre, non hai freddo?" La guardo scioccato
"Non farci caso, è solo arrabbiato per la moto" mi supera Andrew gettandosi sul divano per primo afferrando subito il telecomando
"Mi fa così incazzare" sibilo tra i denti
Cody entra per ultimo gettando le chiavi dell'auto sul mobile all'ingresso e sfilandosi il giubbotto di pelle, Bettany subito gli salta addosso con un gran sorriso, gli allaccia le gambe alla vita e lo bacia con foga.
"Prendetevi una stanza" Sbotto
"Ignoralo, è solo arrabbiato per la moto" mormora Cody
"Smettetela di ricordarmelo" alzo gli occhi al cielo raggiungendo Lincoln e Andrew sul divano in soggiorno
"Perché non chiami Parker? Infondo da quello che hai detto ti sei divertito a fartela, la casa è grande non darà fastidio" ridacchia Bet correndo poi di sopra seguita dal mio migliore amico che sorrideva come un idiotaCazzo, mi sono dimenticato di lei.
Non so perché ho raccontato in giro quella cosa, una birra di troppo, i ragazzi mi avevano chiesto della scommessa e senza pensarci gli avevo detto che l'avevo già vinta, non volevo ne parlassero più di quell'episodio, invece Madison lo aveva raccontato a tutta la scuola.
Mi ha sorpreso molto la sua reazione al locale, mi sarei aspettato grida e scenate, sguardi di delusione e odio ma non quello. Non mi aspettavo il nulla più totale.Un po' ci pensavo ancora a come l'avevo toccata sui fianchi al parco, al suo sguardo e a quei cazzo di occhi che mi fottevano il cervello.
Ripenso al suo sguardo da Coco's e mi gira la testa, a cosa stava pensando? L'ho delusa? E' arrabbiata con me? Io proprio non la capisco quella ragazza.Passiamo la domenica a casa di Bettany, i genitori sono fuori per un viaggio di lavoro come al solito e ha casa libera, non era grandissima così alla fine invitammo solo qualche altro ragazzo, tanto a lei non dispiaceva e poi lei e Cody restarono chiusi di sopra tutto il tempo.
Il lunedì mattina arrivo a scuola in ritardo, per fortuna mio padre mi aveva dato uno strappo prima del lavoro. Odio non avere ancora la mia moto, mi sento bloccato senza una via di fuga. Durante la lezione di matematica non seguo un granché, molto tempo lo passo a dormire sul banco fino a quando Cody non mi sveglia a ora di pranzo
"Amico hai dormito tutto il tempo, come farai al compito che ha fissato per dopo le vacanze di natale?" ridacchia
"Copierò come al solito, non possiamo prendere delle insufficienze o il coach ci fa il culo" sbuffo stiracchiandomi seguendolo verso la mensa
Passiamo davanti il laboratorio di chimica e mi ricordo le parole di Parker sul dove si nascondesse nella pausa pranzo
"Perchè ti fermi?" si acciglia Cody rallentando
"Tu vai, ci vediamo dopo" lo liquido entrando poi nel laboratorioLa trovo seduta su un banco a gambe incrociate mentre sorseggiava la sua cola. La sento ridere e mi accorgo che è al telefono. Non si accorge di me subito, ma quando lo fa il sorriso le sparisce in volto e alza gli occhi al cielo scocciata. Nessuna ragazza si è mai comportata così con me. Non so perchè, ma lei ha il potere di farmi sentire in colpa per ogni cosa che faccio o dico, come se non avessi scusanti.
"Scusa Lucas, ti richiamo dopo" liquida mio fratello al telefono per poi posarlo nello zaino
"Ha ancora la febbre?" mi appoggio alla porta chiusa sfoderando il mio miglior sorriso
"Non sei qui per chiedere informazioni su tuo fratello" scuote la testa scaltra "quindi... cosa vuoi?" sospira stanca
"Sempre sulla difensiva noto"
"Sempre a rompere i coglioni, noto" sorride falsamente canzonandomi
"Non capisco davvero perchè mi odi così tanto" ammetto
"Potrei elencarteli, ma scusa-" si porta la mano sul cuore con fare teatrale "non mi interessa" continua scrollando le spalle facendomi ridere appena
"Perchè mi hai coperto con Madison? Perchè hai fatto finta di nulla?" domando curioso prendendomi un momento per osservarlaE' incredibile di come riesce ad essere bella anche senza un filo di trucco. Le lentiggini le risaltano il viso, noto i piercing che ha sull'orecchio dato che porta i capelli legati con una penna sulla testa. Il dress code della scuola è abbastanza libero, il preside vuole che siamo noi stessi e possiamo indossare ciò che ci piace, eppure non l'ho mai vista senza qualche jeans cargo e felpe larghe, per non parlare di quel suo cappuccio sempre alzato, come a volersi nascondere dal mondo, ma una tale bellezza non poteva essere nascosta, meritava di essere ammirata da tutti.
"Non ti devo alcuna spiegazione, e ora scusa ma credo che andrò a pranzare da un'altra parte" mormora alzandosi e caricando lo zaino in spalla, viene verso di me per potermi sorpassare e uscire, ma non la faccio passare e blocco la porta dietro di me
"Togliti Dylan, non mi va di giocare" sospira debolmente
"Perché non pranzi in mensa?" la provoco tranquillamente, ho visto come le domande la fanno innervosire, come se non volesse far vedere nulla di lei
"Davvero non ci arrivi?" ridacchia incredula "la maggior parte dei ragazzi di questa scuola odia la mensa per quello che combinate tu e i tuoi amichetti. Secondo te Lucas perché fa così tante assenze? Non ha la febbre sta benissimo, ma ha paura di questo posto, ha paura di voi" mi punta un dito contro ed eccola, di nuovo quella sensazione alla bocca dello stomaco "cresci un po' Dylan, la gente soffre quando le fate passare l'inferno, quindi sul serio mi domandi perché non mi scandalizzo per la tua bugia? Credo che ci sono cose più importanti dei tuoi stupidi giochi e se ti senti così piccolo e imponente da dover raccontare a tutti che sei entrato dentro di me, beh accomodati, tanto resterà solo una bugia" esclama e io per la prima volta non so cosa dire
La lascio passare e lei va via, superandomi e lasciandomi lì da solo.Ecco, ora si che è riuscita a far smuovere qualcosa dentro di me.
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In Another Life
Fanfiction"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. Ma la verità era che non ero pronta per dirlo al mondo intero, non ero pronta e di sicuro non lo sarei mai stata. Mi piaceva guardarmi allo...