60. Parker

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"Informiamo i signori passeggeri che il volo 156..." sospiro cercando di non innervosirmi per ogni singolo rumore o persona che parla a voce alta, ho un mal di testa atroce 
"Hey, stai bene?" domanda Lucas al mio fianco
"Si" annuisco poco convinta
"Stai bene tesoro?" domanda mamma ancora una volta
"La mia risposta non è cambiata da ora a 3 secondi fa mamma, smettila di assillarmi" sbuffo facendo ridere Jason
"Hannah, ho bisogno di un caffè" le fa cenno Chloe e finalmente si allontanano 
Mi lascio cadere sulla poltrona stanca morta e fisso le persone fare avanti e indietro per l'aeroporto. Ammiro il gran aeroporto di New York e ammetto che un pochino il cambio di fusorio lo percepisco.
"Jason, dai vieni a fare una partita, qui c'è il biliardo" sorride Lucas euforico per poi correre via con mio fratello
"Chi mette un biliardo in un aeroporto?" domanda Dylan retorico, si sposta e si siede al mio fianco, poggiando un braccio sulle mie spalle
"Dylan" lo chiamo seria
"Cosa?" Accenna un sorriso  
"Il fatto che tu ora conosca il mio segreto non cambia le cose, perciò togli quel braccio prima che te lo spezzi" fingo un sorriso, e lui scoppia a ridere levando il braccio "Ricordi cosa mi hai promesso l'altra sera?" domando poi esitando, e il sorriso gli muore sul viso, mi guarda leccandosi il labbro disagio, per poi annuire "Perchè non andiamo via ora?" propongo  
"So che non vuoi fare la chemio, ma ti prego non complicare le cose" mi accarezza i capelli in maniera cauta e vigile
"Avevi detto che saresti venuto, me l'avevi promesso" mormora, ma ho già capito tutto
"Hol, è stato prima di..." si porta una mano sul volto e sospira rassegnato
"Prima di sapere che ero malata" termino la frase al suo posto
Lo guardo negli occhi e vedo il suo sguardo, la pietà verso i miei confronti mi fa letteralmente venir voglia di vomitare. Avrei sopportato quello sguardo su chiunque, ma non su di lui. Su Dylan mi uccide.
"Era per questo che non volevo dirtelo" ammetto per poi alzarmi stizzita e raggiungere gli altri  
"Hol ti prego, non fare così" mi afferra per il polso, e mi guarda supplicandomi di restare con lui
"Smettila di guardarmi così" ringhio e lui si acciglia confuso
"Come ti starei guardando?"
"Con pietà, come se ti facessi pena. Mi guardi come se io fossi il mio tumore e basta" affermo liberandomi dalla sua presa, per poi andare via

Sapevo che sarebbe finita così, lo sapevo.

    

*****

   

Tornata a casa tutto quello che vorrei fare è dormire e non vegliarmi più, invece subito dopo una doccia veloce, sono di nuovo in camera mia per preparare la valigia, dovendo tornare in ospedale. Quando finisco porto il bagaglio di sotto, mio padre è già pronto per andare, ma qualcuno bussa alla porta e la mamma va ad aprire con fare accigliato.  
"Dylan, tesoro che ci fai qui?" sorride la donna e io alzo il viso di scatto, trovando il ragazzo oltre la soglia con le mani nelle tasche della giacca 
"Sono venuto a prendere Holly" sorride lui, come se la cosa avesse senso
"Noi stavamo andando in ospedale, e poi ha ancora i punti dell'operazione, deve riposare" gli ricorda mio padre
"Andiamo, posso rubarmela qualche ora no?" mi fa l'occhiolino, e io sorrido involontariamente, poi guardo mio padre che sospira facendomi segno di andare 
"Ma non fate tardi" sorride la mamma e io annuisco 

Resto sorpresa quando vedo che non è venuto in moto, ma con la macchina di suo padre. Non vuole dirmi dove stiamo andando, così mi diverto ad esasperarlo cantando a voce alta e in modo stonato e alzando il volume della musica ogni volta che lui lo abbassava. 
Quando poi parcheggia, non riconosco affatto il posto, e forse non siamo neanche più in New York centro. 
"Hey" scatto quando lui afferra il mio cellulare dalla tasca dei miei jeans per poi mandare un messaggio a mia madre "Cosa le hai detto?" mi acciglio 
"Che sei con me e che vi vedete direttamente domani mattina in ospedale" sorride aprendo il bagagliaio e afferrando uno zaino strapieno di roba
Afferra un berretto nero e me lo poggia sul capo, facendomi ridacchiare, poi mi passa una mascherina per la bocca, e un flacone di pillole
"Sei diventato un infermiere all'improvviso?" mi acciglio 
"Tuo padre ha detto che non devi ammalarti prima di essere ricoverata" scrolla le spalle, e questo piccolo gesto verso i miei confronti, mi scalda il cuore 

In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora