39. Parker

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"Olivia" sorride Mose all'entrata aprendomi gentilmente la porta d'ingresso 
"Hey" sfilo gli auricolari sfregando poi le mani a causa del freddo 
"Sei andata e tornata dalla città a piedi?" domanda incredulo 
"Mi era mancato farlo, New York è così caotica, qui è tutto molto più tranquillo" annuisco sorridendo. 
Conosco Mose da quando i suoi sono morti, quando aveva 16 anni, e mio nonno lo prese a lavorare con se per assicurargli un futuro certo. Ora ha circa 23 anni, è cresciuto molto rispetto al natale scorso e sembra più alto, i suoi occhi azzurri sembrano più chiari e ha rasato i capelli.
Entro e noto il solito via vai nell'atrio, turisti che arrivano o che vanno via, valigie a ogni angolo e qualche bambino che corre in giro. 

"Ecco la mia nipotina preferita" il nonno mi viene incontro con un gran sorriso e mi abbraccia come se non ci vedessimo da secoli 
"Puoi ripeterlo? Così lo registro e lo mando a Jamiee" lo canzono 
"Sai che voglio bene a tutti e tre in egual modo, è solo che tu sei uguale a me" ridacchia goffamente
"No, preferisco la versione dove sono la tua preferita" fingo di rifletterci per poi sorridere sedendomi su uno dei divanetti della hall "Tutto questo freddo mi fa bene alle ossa" rabbrividisco stringendomi nella felpa calda una volta sfilato il cappotto pesante 
"John ha detto che sei migliorata" afferma fiero mettendosi dietro di me, dietro il divano, poggiando le mani sulle mie spalle 
"Già" sorrido   
È vero, due giorni fa ho fatto un controllo con mio padre e Travis e mi hanno detto che i globuli rossi stanno aumentando il che è un bene, ma non so, non ho detto nulla dei mancamenti e di tutto il sangue che sto perdendo dal naso, perchè si, eventi come quelli di sabato scorso sono ricapitati in questi giorni, ma ho mantenuto il segreto. Se avessi raccontato la verità mia madre non mi avrebbe fatto partire, e io ho bisogno di questa vacanza.

I giorni qui passano velocemente, il nonno mi porta ovunque e mi fa cucinare un sacco di cose buone, mi sta riempiendo di biscotti e io non so dirgli di no quando mi dice che li ha fatti con le sue mani per me, tornerò a New York con qualche kilo in più, ma sono felice. Mose mi ha insegnato come parcheggiare, sono una frana con il parcheggio a S e nel pomeriggio, finito il suo turno, abbiamo fatto un giro. Alfred invece, il miglior cuoco dell'hotel nonché uno dei migliori amici di mio nonno, mi ha insegnato a preparare la pizza e il casatiello, lui ha vissuto molti anni in Italia e adora la loro cucina, e da oggi anche io.
Il nonno poi mi ha portata al mercatino di natale, ho comprato delle cose carinissime per la mamma e per Jamiee, ma insieme a tutti i regali che mi sta facendo il nonno credo mi ci vorrà anche un'altra valigia per tornare a New York. 

La sera del 28 Dicembre fa un po' meno freddo del solito così lascio solo la felpa sopra il maglione caldo, verso orario di cena sono ancora nella mia stanza e controllo un po' il telefono scrivendo ai miei che sto bene, anche se so che il nonno li chiama ogni giorno. Apro le chat e trovo delle chiamate perse e un messaggio da parte di Cody che mi diceva di richiamarlo e che aveva una proposta folle. Il risale a più di 48 ore fa il che mi fa pensare che l'idea di rispondere è del tutto stupida. Ignoro tutti gli altri messaggi e rido quando vedo che Blaire mi ha mandato più di 50 stickers, ma ora non ho le forze per parlare con loro. 

Recupero le chiavi della mia stanza e scendo nella hall per cercare il nonno per andare insieme a cena nel ristorante dell'albergo. Subito vedo una gran confusione, c'è molto movimento e Mose mi spiega che a causa della bufera di stamattina molti ospiti sono arrivati solo ora.
"Hol" il nonno mi fa segno di raggiungerlo dietro la reception nella hall e lo raggiungo salutando le altre ragazze l' che si occupavano dei check-in "Tesoro Alfred è in cucina, ti ha preparato un polpettone buonissimo ma credo che dovrai cenare da sola, devo aiutare le ragazze e assicurarmi che tutti abbiano le loro stanze" spiega e io annuisco tranquilla "Tranquillo, chiamami se hai bisogno di una mano" gli faccio un cenno col mento prima di raggiungere la cucina
"Eccoti" mi affianca Mose con indosso un semplice jeans chiaro largo e una felpa beige 
""Ceni con me e Alfred?" abbozzo un sorriso
"Si, il mio turno è terminato finalmente" annuisce stanco stiracchiandosi 

In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora