26. Parker

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Flashback

Lucas perde il sorriso sul volto quando pronuncio quel nome, si stringe nelle spalle e mi guarda nervoso.
"Come fai a conoscerla?" Domanda teso
"Non ha importanza questo" scuoto il capo  
"Areelay era la mia migliore amica" sorride amaramente "è morta in un incidente stradale circa un anno fa" spiega con l'amaro in bocca
"Mi dispiace" sussurro stupita e ripenso al dolore che ho provato quando ho perso Clarke
"Era una ragazza fantastica, ci piaceva cucinare insieme, poi era imbattibile negli scacchi e un vero portento per la matematica, è stata lei a farmi appassionare alla fisica. Lei era un tipo molto tranquillo, silenzioso e discreto, non parlava spesso, era così timida, ma con me non stava un attimo zitta. Ero l'unico oltre a Daisy a conoscere la vera Areelay, anche loro erano molto amiche" spiega asciugandosi le lacrime "Non so perchè mi viene ancora da piangere, è passato un sacco di tempo eppure mi manca ancora terribilmente" scoppia a piangere e io l'abbraccio forte
"Va bene piangere, è normale sentire la sua mancanza" gli sorrido debolmente 

E' la prima volta che vedo Lucas così fragile. Lui è sempre stato tranquillo, anche quando Madison lo prendeva in giro, lui sorrideva, ingoiava il colpo e continuava per la sua strada, senza vergognarsi. Ma ora che lo stringo fra le mie braccia, sento tutto il suo dolore, e mi sembra di rivivere un'incubo.

Fine flashback


"Come conosci Areelay?" Domanda Dylan e vedo il terrore nei suoi occhi
"Non la conosco affatto, Lucas mi ha detto che era la sua migliore amica e che è morta in un incidente stradale" scrollo le spalle
"Ah..." sussurra semplicemente
"Ci si vede Dylan" lo saluto per poi aprire il cancello di casa mia
"Non ti ha detto più nulla?" insiste 
"Cosa avrebbe dovuto dirmi?" mi acciglio voltandomi
"Nulla" scuote la testa per poi ripartire verso casa sua 

La mattina seguente mi sveglio tardi, anche troppo per i miei gusti. Non sono abitata a dormire tanto, solitamente la notte ho un sacco di dolori e sono terribilmente stanca.
"Mamma" la chiamo entrando in cucina ma trovo solo papà seduto al tavolo con la sua tazza fumante di caffè tra le mani e il giornale
"Non sei andato a lavoro?" mi acciglio 
"Buongiorno anche a te piccola mia, io ho dormito bene, grazie per l'interesse" mi canzona ironico
"Buongiorno papà" sorrido lasciandogli un bacio sulla guancia
"Inizio il turno alle 12" esclama poi
"Credo che andrò a trovare un amico" esclamo versandomi nella mia tazza del succo di frutta
"Lucas?" domanda curioso
"Papà, toglimi una curiosità: tu e Michael siete ancora in contatto?" domando curiosa
"Non ci credo, ci sei andata?" Domanda sbalordito
"Forse" distolgo lo sguardo dal suo 
"Michael ed io siamo migliori amici da tanti di quegli anni che faccio fatica a ricordare il numero" spiega
"Ho conosciuto anche l'amica della nonna" mormora divertita
"Ashley, mio dio quella donna è immortale" ridacchia e io sgrano gli occhi colpendolo sul braccio "Mi fa piacere che hai conosciuto Michael, è un'ottimo medico" annuisce 
"Non mi serve uno psicologo, facciamo solo due chiacchiere ogni tanto" lo correggo "Sono così curiosa, perchè avete litigato dopo il liceo?" domando divertita
"Solite cose da adolescenti" scrolla le spalle, neanche Michael ha voluto dirmi di più
"Non me la racconti giusta" assottiglio lo sguardo per poi tornare in camera mia

Faccio una doccia veloce per poi indossare i pantaloni di una tuta e una felpa comoda con sopra il cappotto, ormai siamo quasi alla fine dell'anno e qui a New York fa così freddo che non mi sento più le ossa. Una volta pronta corro giù per le scale salutando mio padre e afferrando l'ombrello. Il cielo e grigio e non c'è traccia del sole. 
"Ti serve un passaggio?" domanda mio padre uscendo dal suo studio 
"No, faccio due passi" scuoto la testa 

Esco di casa e per mia fortuna non piove, o non ancora almeno. Cammino per le zone residenziali passando davanti le maestose ville che ci abitano, da piccola mi divertivo a contarle, mi sembravano ancora più grandi. Raggiungo casa di Dylan e sfilo le cuffie senza abbassare il cappuccio. Busso alla porta e prego Dylan non sia in casa.
Ad aprirmi però non è ne quest'ultimo ne tanto meno il biondo, ma un viso poco familiare che mi fa sgranare gli occhi
"Tu" esclamiamo in coro con voce alta e puntandoci un dito contro
Vedo Lucas raggiungerci scendendo le scale e Dylan affacciarsi dalla cucina, aspetta... non dirmi che lui è il famoso Edward...
"Ciao ragazza mestruata" ridacchia
"Ma guarda chi si rivede, la brutta copia di Brad Pitt" lo canzono in una smorfia
"Voi come fate a conoscervi?" domanda Dylan affiancando questo odioso individuo
"Mi ha rubato il taxi" torniamo a ripetere in coro
"Ok, andiamo con le presentazioni" ridacchia leggermente Lucas avvicinandosi a me "Hol, lui è mio fratello maggiore Edward. Eddy, lei è la mia migliore amica Holly" esclama.
Edward mi guarda sorridendo e mi sembra di rivedere lo stesso ghigno di Dylan
"Com'è piccolo il mondo" alzo gli occhi al cielo
"Chiudete questa porta fa freddo" intima Dylan e finalmente entro chiudendomi la porta alle spalle
"Vieni Hol, ti faccio vedere la mia stanza" Lucas mi tira per un braccio trascinandomi di sopra 

In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora