33. Johnson

22K 695 23
                                    

Sono sempre stato per pochi. Perché quando vado in frantumi, solo chi mi ha preso l'anima può raccoglierne i cocci.
Tu non sai nulla di me, non consoci il mio passato, non conosci i miei sogni, i miei segreti, i demoni che mi porto dietro ogni giorno, tu non sai assolutamente nulla di me, eppure sei l'unica che è riuscita a farmi sentire vivo.
Sei come droga. Non mi piace ammetterlo a me stesso ma sei diventata così maledettamente importante per me. Con quelle tue lentiggini e quell'aria da bambina imbronciata. Il modo in cui chiudi gli occhi quando sei annoiata o il modo in cui alzi il sopracciglio quando sei arrabbiata. Sono le piccole cose di te che mi piacciono. I tuoi occhi poi, sono il mare che mi rende vivo. 

Quando J.P è entrato nella nostra palestra interrompendo gli allenamenti mi sono sentito come se stessi sognando. Era un sogno che si realizzava, essere allenati da Jonathan Parker, non capita di certi tutti i giorni.
Facciamo un'allenamento molto diverso dal solito, ci fa mettere tutti in riga per un discorso per poi aumentare il riscaldamento per poi rendere più dure quelle tre ore aumentando il ritmo e la velocità.
Ormai la nostra squadra non è più la stessa, non c'è più intesa e non ci capiamo più, non tutti riescono più a condividere il campo con altri membri della squadra, è come se la magia si fosse spezzata. 

Dopo gli allenamenti tutti vanno negli spogliatoi ancora eccitati per la presenza di J. Parker e sembrano molto più stanchi, ma anche più energici.
"Signor Parker" gli corro dietro e lui si ferma in mezzo al corridoio 
"Ti ho già detto che puoi chiamarmi Jonathan" ridacchia divertito e io credo di avere una cotta per quest'uomo
"Volevo ringraziarti" affermo con un enorme sorriso
"È un idea di mia figlia, mi ha pregato di venire qui per allenarvi" scrolla le spalle per poi guardarmi con fare curioso portandosi una mano sotto al mento "Cosa c'è tra te e mia figlia?" questa domanda mi lascia senza parole ma fingo un sorriso tranquillo e incrocio le braccia al petto vago
"Siamo amici" sussurro
"Amici dici?" ci pensa su per poi sospirare "Ascolta Dylan, non so che rapporti tu abbia con Holly ma sappi figliolo che se le fai del male io ti uccido" annuisce lasciandomi una pacca forte sulla spalla
"Stia tranquillo, io e sua figlia siamo ottimi amici" mento spudoratamente
Non credo che ammettere che ho voglia di scoparmi Olivia ogni volta che la vedo e che adoro le sue labbra su di me sia una buona idea.
"Bene. Ci alleneremo anche domani, se vincerete lunedì accetto di farvi da allenatore per il resto della stagione, quindi dateci dentro" ammette e io sgrano gli occhi incredulo
"Per tutta la stagione...?" boccheggio incredulo e lui ridacchia, poi però viene richiamato da suo cellulare che inizia a suonare
"Scusami un attimo, è mia moglie" mi fa cenno per poi rispondere alla chiamata 
"Hannah" avvicina il cellulare all'orecchio e dal suo sorriso e il suo tono di voce capisco quanto deve amare la sua famiglia "no, doveva venire con me ma ha detto che non si sentiva tanto bene" esclama "provo a chiamarla, stai calma vedrai che è in giro" fa una pausa "Hannah, calmati ora la chiamo" annuisce per poi riagganciare
"Tutto bene?" Domando confuso, che stesse parlando di Hol?
"Olivia non è a casa e non sappiamo dov'è, tranquillo vedrai che sarà andata a fare un giro, sparisce sempre senza dir nulla" scrolla le spalle tuttavia noto un leggero tono nervoso mentre chiamala figlia

"Dylan" grida Cody correndo verso di me con il fiatone
"Cosa?" mi volto confuso
"Mi ha chiamato Holly, è in ospedale con Margaret, è successo qualcosa lo so, dice che dobbiamo andare subito la" spiega velocemente
"Ok, andiamo a prendere la roba e poi andiamo da loro, sta calmo starà bene" annuisco fermamente per poi guardare J.P.
"Andate, e Dylan... di a quella peste che deve accendere il telefono perché la madre morirà d'infarto se non la chiama" mi raccomanda e io annuisco correndo poi verso gli spogliatoi con il mio migliore amico 

Afferriamo i borsoni senza cambiarci, e ancora in divisa da basket e sudati per l'allenamento saliamo sulle nostre moto diretti verso l'ospedale.  
Arriviamo in poco tempo e ci precipitiamo fuori la stanza di Margaret dove troviamo Holly appoggiata al muro davanti la porta che giocherella con un'elastico per i capelli nervosamente guardando dritta davanti a se.
"Che è successo?" si precipita Cody e fa per entrare nella stanza, ma la ragazza gli si piazza davanti di corsa bloccandolo 
"Sta calmo" scuote il capo lei "si è svegliata, i medici hanno detto che sta bene ora c'è sua madre con lei" spiega intimando poi di allontanarci dalla porta
"Che succede?" mi acciglio confuso, se sta bene perchè tanto mistero? 
"Cody, cosa sai della famiglia di Margaret?" domanda e il biondo si acciglia scrollando le spalle 
"Non molto a dire il vero, non ne parla quasi mai quindi credo non se la passi molto bene" ammette lui "Hol, che succede?" insiste confuso 
"Margaret ha una commozione celebrale a tempo indeterminato" sussurra piano
"Ha perso la memoria?" sbotto confuso
Vedo il mio migliore amico barcollare appena e indietreggia scioccato.
"Cody, ascoltami" Hol lo guarda dritto negli occhi seria e mi fa venire quasi i brividi "non si ricorda di nessuno, solo di te" annuisce
"Cosa?" mormora incredulo
"Il fratello maggiore di Mar si chiamava Jack, è morto qualche anno fa, me l'ha raccontato la madre. Erano molto legati e ha sofferto molto quando è morto. Al suo risveglio ha riconosciuto la madre e il suo compagno, ma dei suoi amici e parenti non ricorda nulla, non ha riconosciuto me e quando le ho elencato i vostri nomi non ha ricordato nulla. Si ricorda solo di te Cody, ma è convinta che tu sia suo fratello, continua a dire che vuole vedere suo fratello Cody" spiega lei 

Tutto ciò era così surreale. Il mio migliore amico è scioccato e non so come aiutarlo, Hol gli poggia una mano sulla spalla e ora è lei quella più ferma fra i tre. 
"Cosa dovrei fare ora?" Domanda lui sconcertato
"Il medico ha detto che è meglio assecondarla, non sappiamo quando riacquisterà la memoria e dirle la verità sarebbe un trauma duro da sopportare. So che la mai e ti costa molto, ma tu ora devi essere suo fratello" sussurra 
"Come diavolo faccio, non so nulla di lei se ne accorgerebbe subito, e poi mi hai visto? Io la amo voglio dirglielo cazzo" si porta una mano fra i capelli
"Proprio perchè la ami devi farlo, non deve scoprire così che suo fratello è morto o sarà un casino per lei" annuisce Parker e il mio amico annuisce sospirando 

Entriamo nella stanza dove troviamo Margaret accanto alla finestra che parlava con sua madre. Cody entra e lei non lo nota subito, vedo la mano del mio migliore amico tremare appena e faccio un passo avanti verso di lui, standogli dietro facendogli sentire che ci sono. 
"Mar, c'è Cody" mormora Hol.
Margaret si gira di scatto e sbarra gli occhi quando vede Cody che le accenna un sorriso forzato. Lei ridacchia per poi alzarsi superando la madre e correndo verso il biondo che l'afferra prima che possa cadere a causa del dolore al ginocchio e alle gambe. 
"Fratellone, finalmente" lei lo abbraccia forte e il mio migliore amico la tiene fra le braccia stringendola piano, come se avesse paura di romperla o di fare un passo falso che la faccia soffrire 
"Aspettiamoli fuori" mi intima Hol facendomi segno di uscire 

Usciamo dalla stanza lasciandoli da soli, anche la madre di Margaret esce e ic saluta per andare alle macchinette. Subito il telefono di Hol inizia a squillare e a riempire il corridoio è la colonna sonora di Harry Potter che ha come suoneria, e chissà perchè non me ne stupisco. 
"Lucas" risponde per poi assottigliare gli occhi con fare confuso "Ok, arrivo" annuisce per poi riattaccare
"Che succede?" 
"Lucas ha bisogno di me" scrolla le spalle recandosi poi verso l'uscita dell'ospedale
"Ti accompagno" l'affianco afferrando le chiavi dal retro dei jeans 
Saliamo sulla mia moto e senza protestare accetta il passaggio stupendomi quasi. Mi piace quando è con me sulla mia moto, certe volte accelero di proposito proprio perchè così lei si stringe a me, e io posso sentire le sue mani sul mio corpo. Lasciai Hol a casa mia, poi tornai in ospedale dal mio migliore amico che trovo seduto sul pavimento contro in muro fuori nel corridoio fuori la stanza di Mar con fare pensieroso. 

"Andiamo" lo fronteggio e lui alza un sopracciglio confuso passandosi una mano fra i ricci  
"Dove?" domanda in un sussurro
"Ti faccio riprendere" scrollo le spalle e lui afferra la mia mano che lo tira su 

Recuperiamo le moto e gli feci segno di starmi dietro, così percorriamo le strade di New York arrivando fino alla nostra scuola, dove lasciamo le moto nel parcheggio per poi andare verso la palestra.
Afferro una palla da basket dal bordo campo per poi palleggiare arrivando sotto il canestro e tirare centrando la cesta.
"Perchè siamo qui?" chiede il mio migliore amico  sedendosi sulla panchina delle riserve
"Ricordi cos'è successo il 7 Novembre di tre anni fa in questa palestra?" domando e lui annuisce
"Vincemmo la nostra prima partita" sorride malinconico
"E domani vinceremo ancora una volta in questo posto." annuisco "Hai sempre usato il basket come uno sfogo, fallo anche domani Cody, lascia tutto fuori e concentrati sulla vittoria. Lascia fuori da questo campo tutti i problemi e sfoga la tua rabbia"  gli lancio la palla contro e lui la blocca contro il petto con una presa forte
"Credi che sia facile?" si acciglia "Mar è in ospedale e io non so-"
"Cosa?" lo blocco "non sai cosa fare, o semplicemente hai paura?" lo provoco e lui mi guarda serio, senza lasciar passare emozioni sul suo viso 
"Tu la ami Cody, smettila di girarci intorno" sospiro "Ora puoi solo starle accanto fin quando questo suo smarrimento non passerà, poi le dirai che la ami, ma chiarisci prima le cose con Bettany e smettila di fare il cazzone" gli punto un dito contro "Prenditela Cody" insisto con un lieve sorriso "Prenditi Margaret, prenditi la tua felicità


In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora