66. Parker

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"Vai via?" domanda Michael, guardandomi percorrere in tutta fretta le scale di casa sua
"Si" annuisco sorpresa, sono le cinque del mattino, cosa ci fa sveglio? "Ti ho svegliato io?" domando mortificata
"No, ero andato a prendere dell'acqua" spiega tranquillo "Come stai?" domanda poi 
"Abbiamo solo dormito" ammetto, dato che la mia visita si era prolungata più del previsto
"Non devi giustificarti Hol" scuote il capo con un lieve sorrido dolce "Ma... glielo hai detto?" domanda e io scuoto il capo
"Oggi ho la prima seduta e non voglio che lui venga, perciò aspetterò per dirglielo" affermo, rendendomi conto che sto commettendo ancor una volta, lo stesso errore 
Michael annuisce, poi torna di sopra ,mentre io esco da quella casa lasciando Dylan che dorme ancora nel suo letto. 

Torno a casa mia, e quando apro la porta non mi sorprendo che tutti dormono ancora. Guardo l'orologio in soggiorno, le sei del mattino, ho ancora qualche ora prima di andare in ospedale.
Faccio una doccia veloce, infilo il pigiama e una felpa sopra, quella di Dylan. Attraverso il lungo corridoio del primo piano, arrivando fino alla camera di Jason, ricordandomi che Jim era tornato a casa da Madison, dato che i genitori staranno via qualche settimana.
Apro la porta e sento subito il suo profumo maschile, mi faccio spazio sotto le coperte, al suo fianco, fino a svegliarlo. 

"Hol ma che.." sussurra con voce assonnata e rauca, voltandosi verso di me 
"Posso dormire con te?" 
"Sei un po' grande per avere paura" ridacchia con voce graffiate, da quand'è che è cresciuto così tanto?  
"Allora, posso o no?" metto un broncio che lo fa cedere
Mi tira per un polso facendomi finire con il viso sul suo petto, per poi tornare a dormire circondandomi i fianchi con il braccio più muscoloso.  
E così semplicemente, mi addormento fra le braccia di mio fratello.  

     

***

    

"Stai comoda?" Marcus mi accarezza i capelli e sfoderarmi un sorriso premuroso, e io annuisco senza parlare 
 Mi sistemo sulla poltrona, porto le gambe sotto il sedere e mi appoggio allo schienale e al bracciolo della poltrona morbida, fissando con timore la flebo collegata al mio braccio, tremando alla vista del sacchetto pieno di liquido giallino. 
"Papà è già dentro?" domando verso la mamma che annuisce stretta nel suo maglioncino bianco
"E' entrato da poco in sala operatoria tesoro, ma ha detto che appena termina viene qui" mi spiega dolcemente 
Guardo Travis e Marcus sistemare ogni cosa, la sacca, l'ago nel mio braccio, la garza intorno ad essa, poi armeggiano con un macchinario collegato alla flebo, e io libero il viso in una smorfia per la forte puzza di medicinale.
Sono abituata a questo genere di cosa, ma essere qui ora, al mio primo giorno di terapia, fa uno strano effetto. Anche l'ago nel braccio mi è sembrato più pesante, più doloroso.
"Tesoro, tutto bene?" mai amore è più in ansia di me, così annuisco ancora, sentendo la gola secca, mentre i miei due super sexy infermieri mi guardano con un sorriso comprensivo
"Allora piccola" inizia Marcus "La sacca che hai è di un litro. Io o Travis passeremo a controllarti ogni 20 minuti per vedere se va tutto bene. Per consumare una sacca ci vogliono più o meno due ore, e tu devi fare 4 sacche oggi" spiega con far calmo, portando il conto sulle dita  
"Perfetto, otto ore seduta su una sedia ferma a non far nulla, ci sarà sicuramente da divertirsi" mormoro ironica 
"Per lo più dormirai" scrolla le spalle Trav, restando poi a chiacchierare qualche altro minuto con la mamma, che li tempesta di domande, alla quale mio padre ha già dato risposte, ma è così un fascio di nervi che non ti ascolta neanche.

"Tesoro, Marcus mi ha detto che suderai molto durante la chemio" la mamma apre il borsone al suo fianco e io la guardo nervosa "ti ho portato qualche felpa di ricambio, e maglie larghe" mi mostra gli indumenti, forse sta cercando di far passare il tempo e gliene sono grata per questo 
Mio padre ha insistito per farmi indossare qualcosa di comodo e leggero, quindi ho optato per dei pantaloncini d basket con una t-shirt larga bianca, dubito che avrò freddo.
"Mamma, dov'è Lucas?" mormoro con area pacata
Ora come ora, ho bisogno solo di Lucas.
"Madison ha detto che lo passava a prendere prima di venire qui" spiega sfogliando la sua rivista di moda, leggendo interessata uno egli articoli di Jamiee.
Marcus mantiene la promessa e passa di tanto in tanto per controllarmi, e io cerco di rassicurarlo sapendo che si preoccupa molto per me. Ma il dolore e il fastidio piano piano aumentano sempre di più, quindi non per quanto riuscirò a fingere.
"Ma guarda un po' che brutto aspetto che hai" Madison arriva dopo circa un'ora, seguita dal biondo, mi sorride e so che questo è il suo modo di preoccuparsi per me
"Ciao Hol" Lucas si siede al mio fianco, sulla poltrona, e data la sua figura magra in due ci stiamo perfettamente  
"Come stai?" Madison si siede sul divano mentre mia madre ci lascia un po' da soli
"Bene" sorrido, osservandola stretta in un paio di jeans aderenti e una pelliccia rosa, sospira e alza gli occhiali sulla testa, guardandomi con rimprovero
"Come stai davvero?"
"Fa male"
"Lo so"
Mi sistemo meglio sulla poltrona e appoggio la testa sulla spalla del mio migliore amico che inizia ad accarezzarmi i capelli. Madison capisce che ho bisogno di una distrazione, così inizia a raccontarmi di come stava andando a scuola, dei continui scleri di Daisy sulla lontananza con Mose, e dei vari pettegolezzi.
Dopo circa un'ora riceve una telefonata, così mi saluta dicendo che sarebbe passata nel pomeriggio insieme a Jim e Jason. Questa mattina Jay-Jay voleva venire, ma non mi sembrava una buona idea, così è andato da Jim. Stessa cosa mia sorella Jamiee, ma sono riuscita a convincere anche lei, obbligandola a tornare a lavoro e parlare con il suo capo. 

In Another LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora