JAY
"È stato bellissimo, Jay. Come sempre." Afferma Roxy, alzandosi dal mio letto per recuperare i suoi vestiti da terra e indossarli subito.
Non le rispondo, non rispondo mai quando me lo dicono. Roxy mi conosce abbastanza, infatti fugge via dalla mia camera in men che non si dica. Ed io ne sono sollevato.
Non so neanche perché l'ho chiamata, dopo la discussione con Allie sono andato via dalla festa senza salutare nessuno. Ero furioso, offeso e deluso per essere stato giudicato da lei, così ho preso il cellulare ed ho chiamato Roxy. Avevo bisogno di liberare la mente, di solito funziona, ma questa volta no. Non è servito a nulla.
La mia mente rivive ancora quella specie di litigio con Allie. Forse sono stato troppo duro, forse ho esagerato con le parole, però le sue, di parole, mi hanno fatto male, anche se in un certo senso sono vere. È vero che mi comporto da stronzo senza cuore, ma lei non lo sa perché lo faccio, nessuno lo sa. Per questo odio essere giudicato così su due piedi. Inoltre non può paragonarmi ad Aaron, lui illude le ragazze, gli fa credere che il suo cuore appartiene a loro e poi le abbandona. Io non sono così, io non le illudo. Allie non mi conosce, non lo sa, non può saperlo.
Non so perché sono scattato così quando l'ho vista con Aaron, non me ne capacito. È stata un reazione senza senso e soprattutto non ne avevo il diritto. Lei non è mia, ed io non posso obbligarla a scegliere chi frequentare e chi no. Poi a me non importa di nessuno, soprattutto non delle ragazze. Soprattutto non di Allie.
Basta, basta pensare a lei.Mi alzo dal letto in uno scatto, indosso soltanto i pantaloni della tuta e mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia.
Sotto il getto d'acqua quegli occhi azzurri tornano a perseguitarmi, e poso la testa contro il marmo della doccia per cercare di calmarmi.
Cosa cazzo mi sta succedendo?Quando esco dalla doccia, mi allaccio l'asciugamano alla vita, dopo essermi asciugato un po' ovunque.
Per quanto ero con la testa fra le nuvole ho dimenticato i vestiti puliti. Maledizione.
Quindi esco correndo al bagno e raggiungo la mia stanza in un attimo.
Appena entro, la noto subito, e sussulto per la sua presenza che non mi aspettavo minimamente. Lei è girata di spalle e sta osservando la stanza curiosa, anche se in realtà non c'è nulla da osservare. Cosa ci fa un camera mia?
"Allie?" Domando confuso.
"Jay..." Si volta verso di me e solo ora nota che ho solo un asciugamano addosso. "Oh dio!" Sussulta, voltandosi dall'altro lato.
Ridacchio. "Chi ti ha fatta entrare?" Chiedo, mentre indosso dei boxer e dei pantaloncini.
"B-brett." Risponde con voce tremolante.
"Sono vestito, puoi girarti ora." Affermo, mentre si volta nella mia direzione con le guance rossissime. "Cosa ci fai qui?" Chiedo infine.
"Volevo parlarti." Risponde, soffermandosi parecchio sul mio petto nudo, tanto da farmi sorridere ancora. "Non potresti indossare una maglietta?" Chiede sbuffando.
"Ho caldo." Mormoro con un sorriso sghembo stampato in faccia. "Ti ascolto."
Alza gli occhi al cielo, prima di iniziare a parlare. "Non avrei dovuto dirti quelle cose." Sospira, passando una mano fra i suoi capelli biondi. "Hai ragione, non ti conosco, quindi non avrei dovuto essere così dura con te e soprattutto non ho il diritto di giudicarti senza conoscerti. Semplicemente ho avuto delle brutte esperienze con dei ragazzi che si comportavano esattamente come te."
Fa una passo nella mia direzione. "Mi dispiace se ti ho offeso in un qualche modo."
Sembra sincera ed è strano detto da me. Non mi fido mai di nessuno perché la paura di essere tradito e abbandonato è tanta, ma lei ha qualcosa che mi spinge a crederle, che mi spinge a pensare che le sue parole siano sincere e che siano dettate da un vero senso di colpa.
"Non scusarti, capisco che posso sembrare come tutti gli altri, ma io non prendo in giro le ragazze, non le illudo. Credimi." Con ampie falcate raggiungo il letto e mi siedo su di esso. Allie è proprio lì accanto a me, in piedi. "Dispiace anche a me averti detto quelle cose. Non sei una principessina viziata, non sei come le altre, l'ho capito subito. Tu... tu hai qualcosa di diverso."
Non so neanche perché glielo sto dicendo, queste cose dovevano rimanere nella mia mente e non dovevano uscire da lì. Invece gliele ho spiattellate in faccia con tutta la leggerezza possibile, come se per me fosse normale dire queste cose alla prima ragazza che incontro.
Allie mi raggiunge con un passo e si siede accanto a me sul letto. "Sono belle parole, quelle che hai detto, ma io... io non ho niente di speciale. Sono semplicemente me stessa, la ragazza che viene da un paesino, che ama la letteratura e che sogna parecchio. L'unica cosa sulla quale posso darti ragione è che non sono viziata, non lo sono mai stata." Sorride, anche se ci leggo la tristezza in quelle parole.
"Forse è proprio per questo che sei speciale." Non mi rendo neanche conto che queste parole siano uscite dalle mie labbra.
Come diavolo è successo?Allie sorride, puntando i suoi occhi azzurri nei miei. "Dovremmo provare ad essere amici io e te. Potremmo andare d'accordo."
Non sono mai stato amico di una ragazza in vita mia, mai. E probabilmente non funzionerà fra di noi, ma una parte di me mi spinge a dirle di sì, a provarci, a conoscerla realmente ed a farmi conoscere.
"Possiamo provarci." Rispondo con un sorriso, anche se l'altra parte di me mi sta schiaffeggiando perché forse l'amicizia non è quello che voglio da Allie.
"Ci vediamo in giro, allora." Sorride anche lei, alzandosi dal letto. Si aggiusta il vestito con le mani e si volta verso di me.
"Ciao Allie." Dico, mentre si allontana. Osservo il suo corpo perfetto raggiungere la porta della mia stanza, aprirla e uscire da lì. E mi chiedo: come posso essere amico di una ragazza che mi attrae così tanto?
Mi addormento così, con quella domanda che riecheggia nella mia testa e che mi tortura anche nei sogni.
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Tra miliardi di persone
ChickLit[COMPLETA - IN REVISIONE] Allie Cooper è una ragazza forse troppo buona per il mondo che la circonda. I suoi genitori la amano e la trattano come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo. Nonostante la sua non sia una famiglia benestante, All...