36. NON POSSO FARLO

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JAY

Sono uscito dall'ospedale proprio il giorno dopo aver visto Allie, quando le ho detto quelle parole ed ho deciso di non vederla più, di eliminarla completamente dalla mia vita. Sono rimasto chiuso in camera per i rispettivi due giorni, a commiserarmi per lo più. Realizzando sempre di più quanto avessi fatto una cazzata alla quale non avrei potuto rimediare.

Oggi la vedrò sicuramente e questo mi fa male, mi fa mancare il respiro, mi fa realizzare quanto senta la sua mancanza.

Lo so che non mi guarderai in faccia.
Me lo merito.
Farai finta di non vedermi e un po' il cuore mi si spezzerà.
Ed è solo colpa mia, non tua. Solo mia.
Oggi mi uccidi, lo so già.

"Sei pronto?" Chiede Brett, abbozzando un sorriso.

Non abbiamo avuto modo di chiarire per bene questi giorni, sono stati parecchio incasinati, però mi starà vicino in ogni caso. Soprattutto dopo quello che ho fatto, soprattutto se sa quanto mi fa male.

"Non proprio."

"Andrà bene." Dice, con la voce che trema. Non ci crede neanche lui.

Le ore passano in fretta, mentre la mia testa viaggia più veloce, con un unico pensiero fisso. Lei.
In queste ore non l'ho vista, mi sono salvato.
A pranzo però non mi salvo.

Raggiungo la mensa con le gambe che tremano, che non si vogliono muovere. Con lo sguardo passo in rassegna l'intera mensa, e non la vedo. Mi fissano tutti, forse per il fatto che sono finito in ospedale ed è successo davanti a tutti.
Parlano, parlano sottovoce, ma non serve, lo so che il soggetto dei solo discorsi sono io.
Spero di non dargli un altro motivo per parlare oggi.

Mi siedo al tavolo con Brett e Cheryl.
Li saluto e li vedo subito i loro sguardi. Sanno qualcosa che io non so, qualcosa che potrebbe farmi male.

"Che succede?" Chiedo, mentre i due si scambiano sguardi d'intesa.

"Come stai?" Cheryl lo chiede come se la mia domanda di prima non esistesse, come se non l'avessi posta.
Il cuore martella nel petto, ed ora lo so che c'è qualcosa che non so, qualcosa che potrebbe uccidermi più di così.

Sto per chiedere a Brett di dirmelo prima che gli spacchi la faccia, ma non faccio in tempo. Allie entra nella mensa, mi trapassa con il suo sguardo di sfida, e lo capisco che sta per fare qualcosa per farmela pagare.

Non si siede al nostro tavolo, cammina oltre, fino al punto in cui non mi sarei mai aspettato.
Che cazzo fai Allie?

Si siede lì, come se lo facesse da sempre, come se non fosse la prima volta. Si siede accanto ad Aaron, mentre il mio cuore va in pezzi.

Sento la rabbia crescere dentro di me, sento la voglia di spaccare tutto.
I miei occhi restano lì, incollati alla sua figura, girata di spalle.

Lo so che li senti i miei occhi che ti bruciano addosso.
Lo so che lo senti quanto ti odio in questo momento.
Vorrei alzarmi, prenderti di peso e portarti via da lì, via da quello che vuole solo portarti a letto, che se ci penso mi viene voglia di ucciderlo.
Via da quello che non ti ama, come ti amo io.
Però non posso, non dopo quello che ti ho detto, non dopo quello che ho deciso.
Me lo prendo tutto questo dolore che mi stai causando, lo guardo bene e me lo cucio addosso. Così quando mi viene voglia di baciarti, penso a quello che mi stai facendo. A come mi stai distruggendo.
Ora ti odio, Allie. Ti odio.

Mi alzo dalla sedia di scatto, non mi importa del pranzo, devo solo andare via.

"Non fare cazzate!" Esclama Brett, alzandosi anche lui.

Lo fisso con un sorriso sghembo. "Pensi davvero che farei qualcosa?"

Il suo viso mi dice che lo pensa, e ha ragione, perché lo farei, ma devo contenermi. Devo andare via da qui.

"Non voglio farmi più male di così." Lo dico con la voce fredda, distaccata, come se quella voce non fosse la mia, come se non fossi io quello distrutto.

Rivolgo un ultimo sguardo alla ragazza che mi ha spezzato il cuore in due, prima di andare via.
Ride con Aaron. Con lui e non con me.

Me ne vado da lì, più spezzato di prima, distrutto in mille pezzi, mentre la rabbia attraversa ogni parte del mio corpo.

Vederla ridere con lui ha aperto una voragine dentro di me, una voragine incolmabile.
Sapere che lui la fa ridere mi ammazza, ma mi ammazza ancora di più sapere che tutto questo è successo per colpa mia.

Mi sento afferrare per un braccio, mentre corro via da quel posto infernale. Mi volto di scatto, furente di rabbia e vedo Cheryl fissarmi con gli occhi spalancati.

"Scusa, non volevo spaventarti." Dico, mentre cerco di riprendere il controllo.

"La ami?" Chiede seria, come se da quella risposta dipendesse ogni cosa.

"Sì, la amo." Lo dico in un soffio, che quasi non si sente, perché mi fa male ovunque solo a pensarci.

"Riprenditela."

Alzo di scatto lo sguardo verso il suo viso, ed è serio, come non l'ho mai visto.

"Non posso."

"Non è vero che non puoi, Jay. Hai fatto la scelta sbagliata, forse pensavi di farle bene, ma non è così. Stai distruggendo entrambi, voi due non esistete più da quel giorno." Dice tutto d'un fiato, con gli occhi rossi pieni di lacrime. "Quella non è la mia migliore amica, è solo una brutta copia!"

"Non posso, Cheryl!" Sbotto. "Non lo posso fare a lei. Io porto solo guai, casino, distruzione, lei non se lo merita, si merita di meglio. Forse... forse Aaron è quello che le serve."

Quando pronuncio quell'ultima frase, diventa reale e non più frutto della mia immaginazione. Penso a loro due insieme e il mio stomaco si stringe in una morsa.

"Ti stai arrendendo." Lo dice con le lacrime che colano lungo le sue guance. "Voi due pensate solo a voi stessi. Non vi rendete conto che fate male anche a chi vi sta vicino!" Grida, mentre esce correndo dall'edificio.

Quelle parole si ripetono in loop nella mia testa, senza darmi tregua, restano incollate lì come a volermi dire che ha ragione. Che sto facendo male a tutti, non solo a me stesso e ad Allie.
Le lacrime di Cheryl ne sono la prova, e mi sento peggio di prima, per quanto sia possibile.

Non vi rendete conto che fate male anche a chi vi sta vicino, me lo ha urlato in faccia. Ed è vero che non me ne accorgo. È vero.

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