15. CON TE NON HO PAURA

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JAY

"Jay è pronta la cena." Sussurra Allie, accarezzandomi la spalla.

Il mio corpo ha un fremito solo per quel piccolo contatto.

Apro gli occhi e mi volto verso di lei, già intenta a fissarmi.

"Stai meglio?" Chiede, sforzando un sorriso.
No, sto malissimo. Preferirei non essere qui, in questa casa. Preferirei essere a casa con i miei veri genitori e non con Mary ed Andrew. Preferirei avere una famiglia normale, la mia. E invece sono qui, a piangermi addosso. Con un vuoto nello stomaco che non si colmerà mai.

"Sì, sto bene."

Fissa i suoi occhi nei miei per cercare di capire se mento, per leggermi dentro.

Distolgo immediatamente lo sguardo, non deve sapere.

Si alza di scatto dal letto e serra i pugni lungo il corpo.
"Non mentirmi, Jay." Sbotta. "Odio chi mente."

Il mio cuore sussulta. Mai nessuno ha capito le mie bugie, mai nessuno ha capito che mentivo sempre.

Allie, cosa mi fai.

Non rispondo, così lei fugge da camera mia sbattendo la porta.

Passo una mano sul viso.
Sono frustrato.
Questa situazione è frustrante.

Mi alzo dal letto e scendo al piano di sotto per la cena.
Raggiungo la cucina lentamente, non sono psicologicamente pronto per questo.

Quando arrivo sono già tutti seduti al tavolo, così mi accomodo anch'io.
Il tavolo è immenso, quindi siamo tutti molto lontani.
Andrew è a capotavola ed io di fronte a lui, sull'altro estremo del tavolo, mentre Allie e Mary sono una di fronte all'altra, al centro del tavolo.

"Grazie per averci degnato della tua presenza." Sentenzia Andrew.
È furioso, come ogni volta che mi ubriaco.

"Prego." Sputo acido.

"Non iniziate voi due." Mormora Mary. "Abbiamo un ospite."

Allie tiene la testa bassa e non dice una parola. Probabilmente ce l'ha con me.
E la capisco.

Iniziamo a mangiare, in un silenzio alquanto imbarazzante.
È una situazione surreale, nulla va bene. Nulla.

Il mio sguardo cerca quello di Allie in continuazione, ma lei mi rifiuta. Ha lo sguardo basso sul suo piatto e non lo alza mai.

Questo suo silenzio mi fa male, mi fa chiudere la stomaco. Il vuoto che ho dentro diventa sempre più grande e profondo.

"Allie, possiamo parlare?" Sbotto, alzandomi dalla sedia.

Allie si volta verso di me con gli occhi sbarrati e la forchetta ferma a due passi dalla bocca.

Posa la forchetta sul piatto. "Siamo a tavola, Jay." Dice in un sussurro.
Sapessi cosa mi importa, Allie.

La raggiungo con ampie falcate, la prendo per mano e la faccio alzare dalla sedia.

Mary mi guarda con un sorriso stampato in faccia, che non riesco a decifrare, mentre Andrew sembra confuso e furioso allo stesso tempo.

"Ti prego." Sussurro.

Annuisce debolmente. Intreccio le nostre dita e la trascino al piano di sopra, mentre il mio cuore scalpita.
Raggiungiamo camera mia in pochi secondi, spalanco la porta e la richiudo alle nostre spalle quando siamo all'interno.

"Non volevo mentirti, Allie." Dico in un sussurro. "Semplicemente sono stato abituato a mentire, a far finta che andasse tutto bene. Ho sempre nascosto tutto, tutto quello che provavo, nonostante stessi crollando. Io... io non sto bene. È questa la verità. Mi sono sempre sentito sbagliato, il tassello sbagliato del puzzle. Mi sono sempre sentito solo." Ammetto per la prima volta, non solo a lei, ma anche a me stesso.

"Mary ed Andrew non sono i miei veri genitori. Non sono dove siano i miei, mi hanno abbandonato da neonato. Ho vissuto tutta la mia infanzia in orfanotrofio ed ho sofferto, è inutile negarlo. È stato il periodo più brutto della mia vita." Sbuffo. "Finché Andrew e Mary non mi hanno adottato. Loro sono delle persone fantastiche, le migliori che abbia mai conosciuto e mi amano come se fossi loro figlio, però... però non lo sono. Non mi sento loro figlio e non riesco ad accettarli come genitori, non ci riesco. Fidati, Allie, io ci ho provato parecchio, ma non posso. Non riesco a vederli come i miei genitori e mai ci riuscirò. Sono solo due persone che si sono prese cura di me. Rimproverami se vuoi, ma è così."

"Perché dovrei rimproverarti, Jay?" Chiede confusa. "Io non posso capire quello che hai provato, ma te lo giuro che lo sento il tuo dolore. Lo sento quando stai male e mi piange il cuore a vederti così. Vorrei aiutarti, vorrei davvero. Mi prenderei parte del tuo dolore per non vederti più stare così. Fatti aiutare." Dice tutto d'un fiato.

Un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra. "Come potresti aiutarmi, Allie?" Chiedo, scuotendo il capo.

I suoi occhi entrano in collisione con i miei. "Ti resterò accanto, Jay. È una promessa."

"Non promettere queste cose." Mormoro. "Tutti mi abbandonano prima o poi."

Aggrotta la fronte e si avvicina a me. "Io non sono come tutti gli altri." Sbotta.

"Lo so." Sorrido. "Ho solo paura, Allie." Ammetto, abbassando la sguardo.

"Di cosa?"

"Tu mi fai paura. Le cose che provo quando sto con te, mi fanno paura." Sospiro.

Si avvicina a me di qualche passo, la sua mano si posa leggera sulla mia guancia.
I brividi mi riempiono il corpo, mentre il mio cuore scalpita nel petto.

Prendo la sua mano, che era sulla mia guancia, e la poso sul mio petto, all'altezza del cuore.
"Senti cosa mi fai." Dico in un sussurro.

"Ho paura anche io Jay, ma la paura non è niente in confronto a quello che mi fai provare tu." Sussurra.

Il mio cuore fa una capriola.
Oh, Allie. Mi sconvolgi.
Nonostante tutto ciò che ti ho raccontato, tu mi guardi con gli stessi occhi. Non mi guardi con pietà. Tu vuoi aiutarmi ed io voglio essere aiutato. Da te. Solo da te, Allie.

"Aiutami, Allie." Dico in un sussurro. "Aiutami a superare tutto questo."

"Lo farò." Sorride.

La stringo fra le mie braccia e le accarezzo i capelli.
Restiamo così per un tempo che sembra infinito.
E mi sento bene fra le sue braccia.

SPAZIO AUTRICE 🍭
Quanto sono dolciiii? 😍
Jay ha rivelato ad Allie la verità.
Finalmente!
Allie ha promesso di restargli accanto, riuscirà a tenere fede alla sua promessa?
Cosa ne pensate del capitolo?
VOTATE, COMMENTATE E CONDIVIDETE LA STORIA 🌟🌟🌟
Bacii😘😘😘






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