16. L'INIZIO DI UNA GUERRA

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ALLIE

Ormai è l'ultimo giorno di permanenza qui e finalmente Jay ha deciso di portarmi per la città.

Siamo in giro per San Francisco da ore ed è assurdo per me essere qui.
Le cose che ho sempre visto in foto, ora le stavo guardando dal vivo.

"Entriamo in questo negozietto?" Chiedo. È davvero stupendo.

"Certo." Risponde Jay con un sorriso.

Oggi sta meglio, è particolarmente felice. Non abbiamo più parlato di ieri, ma va bene così.

Il negozietto è bellissimo anche all'interno. È piccolo, sì, però è accogliente ed il proprietario è davvero simpatico. Ha oggetti di ogni tipo: souvenir, orecchini, collane e molto altro.

Sono intenta ad osservare i bracciali, mentre Jay è uscito fuori dal negozio per rispondere ad una telefonata.

In quel momento un'idea mi balena in mente.
Prenderò un bracciale a Jay, per sdebitarmi almeno un po' per avermi portata qui.

Ne prendo uno in corda, con un'ancora sul davanti.
Lo adoro.

Esco dal negozio e lo raggiungo subito.

Ha la fronte corrucciata e la mascella contratta. Deve essere successo qualcosa.

"Che succede?" Chiedo appena termina la chiamata.

"L'allenatore della squadra è furioso perché ho saltato quasi tutti gli allenamenti questa settimana." Borbotta.
Oh, il basket. Me ne aveva parlato.

"Perché li hai saltati?"

I suoi occhi entrano in collisione con i miei e capisco.
Forse per colpa mia, della sera in cui ci siamo baciati, del nostro presunto litigio, della sua rabbia.
Abbasso subito lo sguardo.

"Non solo per quello che è successo fra noi, Allie." Sussurra. "Anche perché dovevo venire qui."

"Ora però sto bene." Continua. "Qui con te."

Punto di nuovo i miei occhi nei suoi ed il mio corpo ha un fremito.
Mi chiedo come sia possibile provare queste cose in così poco tempo. Come?

Un flebile sorriso compare sulle mie labbra. "Anche io."

"Cosa?" Chiede in un sussurro.

"Sto bene ora."

*

Siamo sull'uscio della porta, intenti a salutare i genitori di Jay.
Abbiamo passato anche il resto del pomeriggio in giro per la città e dopo cena abbiamo deciso che era ora di ripartire.

"Spero di rivederti presto, Allie." Afferma Mary, con le lacrime che rigano già i suoi occhi.

Mi stringe in un abbraccio e in quel momento le sussurro all'orecchio quelle parole di cui ha bisogno.
"Lo aiuterò."

Il suo pianto diventa ancora più forte, tanto che i singhiozzi le fanno tremare la schiena.
"Grazie." Mormora tra un singhiozzo e l'altro.

Ci separiamo dall'abbraccio e le rivolgo un piccolo sorriso.
Saluto con un abbraccio anche Andrew, che mi ringrazia per essere venuta.

Lasciamo la villa un minuto dopo, saliamo in macchina e la stanchezza si impossessa immediatamente di me.
Tanto che crollo in un sonno profondo.

Sento accarezzarmi la spalla, così apro gli occhi. Jay mi sta fissando con un sorriso stampato sul volto.
"Siamo arrivati." Afferma.

Annuisco appena, anche perché sono ancora nel mondo dei sogni.

"Stavi russando." Ridacchia Jay.

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