JAY
Lo squillare incessante del mio cellulare, mi sveglia dal mio sonno rigenerante.
Allungo la mano verso il comodino, recupero il cellulare e rispondo senza neanche guardare il mittente della chiamata.
"Pronto?"
"Jay, sono Andrew." Afferma con voce distaccata.
Deve essere successo qualcosa."Che succede?" Chiedo confuso.
"Dovresti dirmelo tu cosa succede." Sputa acido.
"Non ne ho veramente idea, Andrew." Sbuffo. "Non puoi dirlo e basta?"
"Un certo Greg è venuto qui a casa nostra, questa mattina, in compagnia di suo padre e del suo avvocato, accusandoti di averlo malmenato." Borbotta. "Ha detto che vuole denunciarti."
"Denunciarmi?" Sbotto, spalancando gli occhi.
"Sì, proprio così." Afferma. "Pensavo che avessi smesso con queste stronzate, Jay."
"Ho... ho smesso. È stato lui ad iniziare, ha detto cose che non avrebbe dovuto dire. Lui mi ha attaccato insieme ai suoi compagni di squadra." Ammetto, passando una mano fra i capelli. "È ovvio che abbia risposto, non potevo mica farmi ammazzare."
"Non mi importa nulla di chi ha iniziato!" Sbraita Andrew, dall'altro capo del telefono. "Mi importa solo che se dovesse denunciarti, potresti perdere il tuo posto al college e con lui anche il tuo futuro."
Non capisci che a me del posto al college non importa nulla, se non fosse per il basket lo avrei lasciato oggi stesso. Lo faccio solo per te il college, Andrew, solo per te.
Queste cose però non le dico, mi limito a chiedergli: "Cosa dovrei fare ora?"
"Vieni a San Francisco, ne parliamo a voce." Aggancia la chiamata prima che possa rispondere o rifiutarmi.
"Cazzo!" Impreco, alzandomi dal letto.
"Tutto bene?" Chiede Brett, con la voce ancora impastata dal sonno.
"Per niente." Sputo acido. "Devo andare a San Francisco."
I suoi occhi si spalancano. "Perché?"
"Greg ha deciso di volermi denunciare per averlo malmenato." Affermo calcando sull'ultima parola, mentre inizio ad indossare dei vestiti puliti.
"Non posso crederci!" Sbotta. "Ti avevo detto di non farlo, cazzo Jay!" Continua imperterrito.
"Non mettertici anche tu, Brett." Sbuffo. "Stai tranquillo, risolverò tutto con l'aiuto di Andrew. Sicuramente non vorrà farmi perdere il posto qui al college per nessuna ragione al mondo." Ammetto, con una punta di ironia.
"Spero per te che sia così."
"Non dire nulla ad Allie." Ordino. "Non voglio che si preoccupi di questo, è una cosa che devo risolvere io."
"Si preoccuperà lo stesso, lo sai." Alza gli occhi al cielo.
"Non dirle nulla." Continuo imperterrito.
Brett annuisce, così esco dalla stanza e parto per San Francisco. Sono troppo infuriato per parlare con chiunque. Spero che Allie capirà.
ALLIE
Non ho notizie di Jay da praticamente due giorni, Brett non ha voluto dirmi nulla, se non che si trova a San Francisco. La preoccupazione mi attanaglia, non so cosa fare. Ho provato a chiamarlo ed a mandargli dei messaggi, ma non mi ha mai risposto.
Ora sono in camera mia, seduta sul letto come un indiano e sto fissando il cellulare, posto davanti a me sulla coperta, mentre nella testa mi ripeto la stessa frase in loop: chiamami Jay.
La sua chiamata però non arriva.
"Allie, sei ancora lì?" Chiede Cheryl con gli occhi sbarrati, quando fa il suo ingresso in stanza. "Se fissi il cellulare non ti chiamerà prima."
"Sono... sono preoccupata." Ammetto. "Se è andato a San Francisco non è sicuramente per qualcosa di buono. Jay odia andarci." Rivelo, aumentando la mia preoccupazione.
Cheryl si siede sul bordo del mio letto e mi osserva comprensiva. "Andrà tutto bene, stai tranquilla." Dice in un sussurro.
"Lo spero." Mormoro, passando una mano fra i capelli. "Brett ti ha detto qualcosa?" Chiedo speranzosa.
Scuote il capo. "Ha detto che è meglio così."
Sbuffo sonoramente.
"Ti sei accorta che sono giorni che Roxy non torna qui?" Chiede Cheryl, per cambiare discorso.
Ora che mi ci fa pensare è vero, non la vediamo dal giorno in cui io e Jay siamo entrati in mensa mano nella mano.
"Spero non torni più." Ammetto, ridacchiando.
Proprio quando Cheryl sta per rispondermi, il mio cellulare prende a squillare.
"È Jay." Dico in un sussurro, afferrando il cellulare.
La mia amica mi invita a rispondere, con un cenno del capo.
"Pronto?"
"Allie, ciao." Dice in un sussurro.
Dalla voce sembra esausto."Stai bene?" Chiedo preoccupata.
"Ora sì." Ammette. "Mi è mancata la tua voce."
Un sorriso sorge spontaneo sulle mie labbra. "Mi sei mancato anche tu, Jay." Rivelo. "Ero preoccupatissima."
"Scusami, Allie." Un sospiro arriva dall'altro capo del telefono. "Avrei dovuto chiamarti prima, ma stavo risolvendo la... situazione."
"Che situazione?"
"Te ne parlerò al mio ritorno." Mormora. "Ti ho chiamata solo per dirti che non so quando tornerò lì."
"Che significa che non lo sai?" Sbotto, tirando leggermente i capelli.
"Che devo aspettare che la situazione sia davvero risolta."
"E non lo è?" Chiedo preoccupata.
"No, è... è complicato." Ammette.
Il mio cuore prende a battere all'impazzata, quando pronuncia quelle parole. È complicata.
"Ora devo andare." Annuncia Jay, dall'altro capo del telefono. "Ciao, Allie."
Non faccio neanche in tempo a rispondere o a fare qualche altra domanda che ha già agganciato la chiamata, lasciandomi con più dubbi e preoccupazioni di prima.
Cosa sta succedendo, Jay?
SPAZIO AUTRICE 🍭
Buon anno a tutti!! 🎉Cosa ne pensate del capitolo?
Cosa starà succedendo a San Francisco fra Jay e Greg?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli!
Votate, commentate e condividete 🌟🌟🌟
Baci😘😘😘
STAI LEGGENDO
Tra miliardi di persone
ChickLit[COMPLETA - IN REVISIONE] Allie Cooper è una ragazza forse troppo buona per il mondo che la circonda. I suoi genitori la amano e la trattano come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo. Nonostante la sua non sia una famiglia benestante, All...