7 | vomit

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Il garage di Dean è sotterraneo ed è anche più grande di quello di sua sorella. Se da quest'ultima ci sono solo auto, qui invece ci sono solo moto fiammeggianti che mi chiamano. Sento di trovarmi in paradiso – da sommare anche la presenza del poliziotto metà spogliarellista.
La Ducati Panigale è anche posta su un gradino in più rispetto alle altre, manco stesse in un negozio.

"Prendila pure." mi dà il permesso di toccarla e montarla, e non appena divarico le gambe per salirci, provo una felicità immensa.

"E tu? Non ti metti dietro?" chiedo scherzosamente, avendo ormai compreso che non sopporti il mio lato sporco, anzi, me in generale.

"Vorresti, eh? Prendo l'altra." replica montando su una identica a questa che ho io. Strabuzzo gli occhi domandando quante ne abbia e lui, con nonchalance, dice:"Sì, mia zia credeva non ne possedessi già una e quindi per Natale me l'ha regalata."

"A Natale i miei parenti si limitano a venti euro ed è già tanto!" esclamo invidiosa della generosità dei suoi parenti, caratteristica che i miei invece non hanno. Lo scorso anno, mio zio aveva addirittura usato la scusa della mia età, ossia sei grande e tra poco lavorerai, che ti regalo a fare dei soldi?. Ride lievemente poi indossa il casco, senza però abbassare il vetrino e io lo copio, dimentico delle ore e dell'impegno messi per aggiustarmi i capelli.

"Questo Natale ti regalerò un biglietto per la Russia, così mi libero totalmente di te." mi fa l'occhiolino e mi auguro sia disposto seriamente a farlo perché ora gli starò attaccata fino a quando non ne avrò la certezza.

"Facciamo Norvegia." ribatto, cambiando la destinazione, fantasticando sulla possibilità i poter incontrare, abbracciare e baciare Hermas Tommeraas, il ragazzo che interpreta Chris nella serie tv Skam.
Dean sorride e riporta il discorso sul giro:"Cerca di starmi dietro, Sissy."
Mi sottovaluta e parte percorrendo la salita per uscire poi dalla propria residenza. Tento di far partire la mia, ma è più complicato di quanto credessi. Pesa quattro volte più di me, che palle! Quando riesco nel mio intento, lo seguo e lo ritrovo ad attendermi a poca distanza dal cancello. Lo incito ad andare e quando aumenta di velocità, io faccio lo stesso. In poco tempo siamo già per strada a superare macchine a spiano.
Questa corsa mi fa palpitare il cuore come non mai e mi provoca brividi che neanche un ragazzo è in grado di provocarmi. Stiamo guidando oltre i limiti prestabiliti e sorprendentemente a Dean non pare importare. Tutto è sfuocato tranne la sua figura che seguo come una cogliona, quando potrei levarmela a gambe rubandogli tale bellezza, come solo Sofia Roux farebbe. Ma, in quel preciso istante, c'è una piccolissima parte di me che giustamente mi consiglia di non fare stupidaggini e che non devo scordarmi della sua vera professione.
All'improvviso realizzo che siamo già sulla strada di ritorno e che in un batter d'occhio, ci ritroviamo nel suo garage.

"È stato stupendo!" esclamo entusiasta togliendomi il casco e abbandonando quella meraviglia per avvicinarmi a lui.

"Ci sai fare, dai. Da quanto guidi?" pone impressionato dalle mie capacità, ché sicuramente si era già fatto delle opinioni solide su di me, dandomi l'epiteto che i liceali, al contrario, attribuiscono a sua sorella.

"Dai miei quindici anni."

"Sai fare le impennate?"

"C'ho provato una volta, ma mi sono schiantata e mi sono rotta il polso."

"Immagino che tu abbia battuto violentemente anche il capo, cosa che si vede che ha avuto delle conseguenze."

"Ha-ha-ha, simpaticissimo."

"Lo so. Adesso devi eliminare il video nella galleria."

"Un patto è un patto." affermo, eliminando davanti a lui il video nella galleria, mantenendo a sua insaputa quello inviato a Cheche.

"Perfetto, addio."

"Sì, ciao." lo saluto nascondendo il mio sorriso, da cui – poco ma sicuro – avrebbe capito tutto.
Ritorno alla festa che però mi pare tanto noiosa e ce ne vuole per farmi rimanere insoddisfatta di uno di questi svaghi adolescenziali.
Scovo fortuitamente la mia cerchia di amici in compagnia di Zoe e dei giocatori di pallacanestro della scuola.

"Io e te, dobbiamo parlare, stronzetta." biascica la figlia di papà, reggendosi a stento in piedi. Il suo alito puzzolente mi investe le narici, provocandomi una smorfia che la fa ridere – risata che la fa sembrare una gallina strozzata.

"Che vuoi?"

"Ti ho vista con mio fratello, eh!" esclama, bevendo un sorso dal suo bicchiere contenente probabilmente rum e coca cola.

"E quindi?"

"E quindi non va pene."

"Vorrai dire bene." la correggo, decisamente poco stupita dal suo errore, dato che i peni sono il suo pensiero costante.

"E che ho detto, stronzetta?"

Roteo gli occhi, lasciandola perdere e rivolgendomi dunque al mio gruppo:"Dov'è Cheche?"

"È tornata a casa con Naìm." mi informa Giacomo, l'unico che pare sia in grado di distinguere ancora le cose.

"Ehi, stronzet-..."

"Sto facendo conversazione, stai muta un secondo!" grido, ma questa mi vomita sulla tutina nuova. Arriccio il naso per la puzza e serro gli occhi per non saltarle addosso.

"Oh, cazzo, stronzetta, ti ho vomitata addosso." sembra mortificata, ma visto il modo in cui mi chiama, non credo sia così. La mando a fanculo, tappandomi il naso con il pollice e l'indice.

"Dai, vieni, amica! Ti presto qualcosa!" dice dopo essersi pulita sulla giacca di un ragazzo, il quale la spintona disgustato. La aiuto solo perché necessito di un indumento pulito e profumato, e insieme ci indirizziamo in camera sua. A metà corridoio del piano superiore però, incontriamo suo fratello che le viene subito in soccorso, prendendola in braccio.

"Dio, cos'è questa puzza?"

"Non vedi che mi ha vomitata sul vestito, razza di coglione?" indico il mil corpo ricoperto anche del pranzo della puttana.

"È vero! Mea culo moment!" si intromette la ragazza ubriaca e io evito di correggerla a quel punto, consapevole di sprecare solo saliva.

"Dean, devo dare qualcosa alla stronzetta, ma non ricordo più cosa." prosegue e io sono davvero a tanto così dal mollarle un pugno per farle chiudere quella cazzo di bocca.

"Dov'è la sua camera?" domando a Dean che ho visto con la coda dell'occhio, reprimere una risata per un motivo a me sconosciuto. Mi ordina di seguirlo e io non ho molte opzioni, quindi, obbedisco. Quando varchiamo la soglia della porta, la testa subito incomincia a girarmi a causa del rosa che domina ovunque. Chi è Zoe? Una barbie?
Mi astengo dallo spiccicare qualche parola per prenderla in giro e mentre Dean le rimbocca le coperte, vado dritta nella sua cabina armadio. Vedo il medesimo colore della stanza anche lì. Cristo, ma è uscita dal film Mean Girls?
Afferro un paio di leggings e un croptop attillato dell'Adidas – l'unico outfit che dovrebbe coprirmi, anche se lascia un filo di pancia scoperto.

"Il bagno è da questa parte." Dean mi dà una mano, ma sono talmente nervosa che non lo ringrazio neppure.

"Incredibile! Devo dire a mia sorella di vomitarti addosso più spesso. È l'unico modo per farti stare zitta."

"Te ne puoi andare? Non faccio spogliarelli come te e non mi andrebbe proprio di spogliarmi con un pubblico." sputo tagliente e lui assente. Mi tolgo rapidamente la tutina ormai rovinata, ma proprio in quel momento Dean rientra nel bagno per chiedermi di passargliela.

"Woah... cioè... voglio dire: vuoi che ti lavi la cosa?" chiede, ma si rende conto solo dopo di quanto possa essere compromettente la sua offerta e rimedia, o almeno ci prova:"Quella là...non mi viene il termine."

"Io trovo attraente tutt'altro." ricopio la frase che aveva detto la scorsa volta e lui avanza per prendere la mia tutina guardando il soffitto, poi esce rapidamente senza ribattere.

N/A
Buon 2018 a tutti!🎉
Vi auguro il meglio per quest'anno x

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