51 | our first date

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Trovati i completi da indossare al matrimonio sia per me che per Finn, ci dividiamo proseguendo ognuno per la propria strada e dopo ben un'ora a spremere le meningi per organizzare il perfetto primo appuntamento per me e Sofia, giungo alla conclusione che l'unica cosa che le strapperebbe un bel sorriso sia il cibo. Vorrei tanto optare per qualcosa di classico, tipo il cinema o un lussuoso ristorante, ma questo richiederebbe una ragazza che non sia Sofia, ché lei è totalmente differente dalle altre.
A distrarmi da questa importante questione è Matthew, che bussa alla porta del mio appartamento. Non mi ha ancora perdonato per aver spezzato il cuore a sua sorella o tantomeno per avergli — parole testuali — rubato la ragazza, ma essendo il suo partner non può non rivolgermi la parola.

"Abbiamo una pista." mi comunica, senza salutare, per poi buttarmi tutte le informazioni contenute in una cartella sul ripiano dell'isola.

"L'uomo con cui Asher collabora è Dominic."

"Ma Dominic non è mica morto per mano sua?" domando confuso, ma visto che il corpo non è mai stato portato all'obitorio, non mi sorprende più di tanto sapere che sia vivo e vegeto. L'unica cosa che ora non mi quadra è questa collaborazione: per quale assurdo motivo il padre di Sofia lavora con l'uomo che ha tentato di uccidere?

"A quanto pare no." afferma, "Non appena il divorzio tra Asher e sua moglie sarà concluso, partirà assieme a Dominic per il Brasile e..."

"A quel punto, saranno irraggiungibili." concludo la sua frase e il mio stress aumenta. Devo decidere dove tenere il primo appuntamento con Sofia, aiutare mia madre con il matrimonio, lavorare ai casi di margine e a questo che invece mi garantirebbe il trasferimento o la promozione, o entrambe.

"Frequenti ancora Sofia?"

"Una specie."

"Devi controllare casa loro. Lei e sua madre potrebbero essere in pericolo, capito?"

"Cristallino." rispondo, rassicurandolo e quando se ne va esco pure io, dirigendomi direttamente dalla diciottenne. Non ho la più pallida idea di cosa rifilarle e infatti quando mi presento sul suo zerbino, rimaniamo almeno due minuti in silenzio.

"Beh? Hai perso la voce?" chiede impaziente e scocciata a braccia conserte. È bella anche arrabbiata, con la fronte corrugata e il muso lungo e più ci penso, più il senso di colpa nel tenerle nascosto che stia indagando su suo padre mi uccide lentamente.

"Mi concedi un appuntamento?" dico tutto di getto senza nemmeno accorgermene e la sua espressione sorpresa e perplessa mi mette ulteriormente a disagio. Che faccio se rifiuta?

"Cosa?" prova a farmelo ripetere, come se non avesse assimilato il mio invito.

"E se vuoi portare anche tua madre, non ho alcun problema." farfuglio e ora sì che ha un motivo per essere confusa. Persino io non so spiegarmi questa stupida frase.

"Cosa?"

"Uscita in famiglia! Tu, io, mia suocera..." elenco, o almeno ci provo, dato che non mi rendo neanche conto di aver definito Andrea, sua madre, mia suocera. Difatti Sofia mi cuce le labbra con l'indice e il pollice.

"Hai comprato la droga dal tizio strambo all'angolo, non è vero? Dannazione, Dean. Lo spacciatore migliore è Dito corto (N/A FAN DI GOT FATTI SENTIRE), lo sanno tutti."

"Non mi sono fatto! Voglio portarti ad un appuntamento." mi difendo levando le sue dita da me.

"Mi piace quando ti imponi. Sembri quasi un tipo con le palle."

"Ah, ti ringrazio." dico sarcasticamente e finalmente mi rivolge un sorriso.

"Ma perché vuoi che mia madre si aggreghi? E perché l'hai chiamata suocera?" ridacchia, pensando di sicuro che abbia totalmente perso il senno; cosa che non risulterebbe nemmeno tanto incredibile, dato il mio cambiamento da quando è entrata nella mia vita.

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