Sono passate ormai ore da quando Dean è uscito per andare a lavorare e da quando io mi sto annoiando a morte. Lola si diverte a mordere la ciabatta del padrone, mentre io sto girovagando per l'appartamento alla ricerca di un qualcosa con il quale possa distrarmi. A pensarci, tuttavia, è l'irritante fatto che fossi a un centimetro di distanza dalle labbra di Dean e che non ci fossimo toccati né slinguazzati, di nuovo. L'unica volta che ho avuto l'occasione di godere di quel contatto, non me la ricordo nemmeno a causa della sbronza! Una gioia mai, eh?
Ho già ordinato due kebab ad asporto, naturalmente ambedue per me, e il fattorino è stranamente in ritardo. Di conseguenza, in quella micidiale attesa, vado in balcone per fumarmi una sigaretta, ma non appena trovo una posizione comoda, indovinate!, suonano al campanello. Inveisco contro il mondo e non mi prendo nemmeno il disturbo di coprirmi con il giubbotto per scendere. Una volta al piano terra, fulmino il fattorino che mi guarda confuso e gli passo i soldi dopo avermi ottenuto i due kebab-piadine. Torno nell'appartamento, dove il mio malumore scompare totalmente al sentire il profumo invitante della mia cena. Così, mangio sul divano con la televisione accesa e impostata su Netflix, specificamente sulla serie televisiva di Reign.
Al termine di tutto ciò, metto a posto e mi preparo per andare a letto, ma non trovando comodo il mio outfit, decido di frugare nell'armadio di Dean. Apro le ante di esso e rimango a bocca aperta per il suo ordine. Non vedo altro che completi eleganti, magliette estive, felpe, camicie, calzini e boxer, ma nessun pigiama e alla fine realizzo e rammento che lui dorme praticamente nudo. Potrei restare in intimo pure io... No, scherzo, il reggiseno con il ferretto mi ucciderebbe nel sonno. Perciò, abbranco una maglietta e la indosso senza troppe pretese.
"Serafina, sono tornato!" grida Dean, sbattendo subito dopo la porta d'ingresso. Lo raggiungo e lui è intento a posare le chiavi sul comò, la giacca sul divano e a salutare Lola. Quando però si accorge della mia presenza, mi rivolge un'occhiataccia.
"Eh, dai, non posso usare la tua maglietta?" mugolo, spostandomi verso il frigorifero per bere un bicchiere d'acqua, sotto i suoi occhi contrariati.
"Sì, che puoi."
"Allora perché mi guardi come se fossi ricoperta di merda?" domando perplessa, bevendo in un sorso tutta l'acqua.
"Che hai fatto alle ginocchia?"
"Cosa?"
"Le tue ginocchia." mi indica le gambe e constato di avere piccoli lividi.
"Ah, sì! È colpa del prof. C'ho messo tutta me stessa ieri alla sua ora." affermo e lui corruga la fronte, schifato.
"Non ho parole, ma quanti anni ha? Posso arrestarlo sai? Non mi interessa se ti dà i volti alti perché ti fai piegare a 90° o gli fai pomp-..."
"Oh mio Dio! Ma sei serio?" lo interrompo, avendo compreso solo adesso il che del suo comportamento, "Okay, spesso pomicio con gente in discoteca, ma non la darei mai al prof! Ho questi lividi a causa di pallavolo." ridacchio.
"Ah."
"Devi ficcarti in testa che per entrare a Narnia, il mio cuore deve essere prima conquistato." ribadisco e, seguita da lui, mi indirizzo nella camera da letto, dove si lamenta per le commissioni che è stato costretto a fare - cose di cui non mi può fregare granché - e dove io mi limito ad annuire comprensiva, sebbene in realtà mi stia godendo la vista della sua schiena contrarsi al levarsi la sua divisa.
"Domani vai alla festa di mia sorella?" chiede sdraiandosi, una volta rimasto con solo le mutande addosso, incitandomi ad affiancarlo. Sembriamo quasi una coppia sposata!
"Sì, ma solo perché mi piace il tema." preciso, appoggiandomi su un lato, per avere una visuale migliore di lui, che attualmente sta riposando gli occhi, tenendo le palpebre abbassate, ma rimanendo sveglio comunque.
"Ammettilo."
"Cosa?"
"Che ci vai solo per vedere i ragazzi a petto nudo." sghignazza e devo dire che ci ha azzeccato in parte.
"Vero, ma ci vado più che altro per ubriacarmi e ballare." lo correggo, contemplando i suoi lineamenti e le sue ciglia lunghe e folte. Nemmeno io le ho così belle con il mascara!
"Ci sarai pure tu, no? È il compleanno di tua sorella. Credo che uno spogliarellista sia quello di cui necessiti la festa!"
"Sì, ci sarò, ma solo per far sì che tu non esageri con l'alcol." afferma e ridacchio per la cazzata che mi ha appena rifilato, consapevole che non avrà alcun successo.
"Non sia mai che ti baci di nuovo, non è vero?"
A questo punto, apre gli occhi, si gira verso di me, mi afferra per l'avambraccio e con una mossa fa sì che la mia schiena aderisca perfettamente con il suo petto. Dopodiché mi circonda la vita con il suo braccio e mi sussurra all'orecchio:"Buonanotte, Sofia."
"Puoi dirmi almeno com'è stato?" insisto, anche se il suo modo di sviare l'argomento mi sia piaciuto.
"Ho usato la lingua? Ho allungato le mani? Possiamo rifarlo così che possa mettermi l'anima in pace?" supplico, ma non ottenendo una risposta da parte sua, provo a richiamare la sua attenzione.
"Dean?"
Ottimo, sta già dormendo.
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Eighteen
Teen Fiction"Hey, modello di Abercrombie and Fitch! Mi sto annoiando, parliamo o pomiciamo?" chiedo al poliziotto di guardia, il quale subito dopo rotea gli occhi al soffitto. Beh, io ci ho provato. É SOLO PER FARE RIDERE, NON FATEVI IDEE AFFRETTATE SU DI ME...