16 | jealous, huh?

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Non riesco a dormire e inizio ad odiare il silenzio assordante che lascia ai miei pensieri la possibilità di rattristarmi. Sto cercando di distrarmi, contando le pecore, guardandomi le unghie smaltate, giocando con la poca ciccia della mia pancia, ma niente. È sempre un punto e a capo, è sempre il ricordo di quel giorno in cui mio padre fu trascinato via con i polsi ammanettati, che mi divora e mi spezza. Improvvisamente, mi viene un'idea e rapidamente abbranco il mio cellulare, che tengo sotto il cuscino, nonostante mi abbiano detto più e più volte di non farlo. Copio il numero di Naìm e avvio la richiesta di chiamata. L'attesa mi fa perdere la pazienza e proprio al sesto bip sono tentata ad annullare la chiamata, ma lui risponde:"Pronto?"

"Sono Sofia."

"Ah, ciao. Nuovo numero?"

"Una sorta. Che stai facendo?"

"Sono in macchina con un mio amico, perché?"

"Mi fai compagnia? Non riesco a dormire."

"Tutto okay?"

"Sì, solo che non riesco a dormire."

"Prova a guardare un film e vedi che ti addormenti."

"Puoi farmi compagnia sì o no?"
ti prego dimmi di sì, dimmi di sì.

"Non posso, stiamo andando ad una festa." si dispiace, ma a dir la verità ho proprio bisogno di una festa perciò, esigo di venire a prendermi per portarmi con loro.

"Va bene, tra dieci minuti scendi." riattacca e io indosso il primo vestito da sera che vedo. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che l'ho messo, ma capisco il motivo dalla scollatura esagerata. Non ho il tempo però di cambiarmi e la voglia di sbronzarmi aumenta ogni secondo di più. Esco di casa, senza curarmi del chiasso che ho probabilmente fatto; tanto mia madre è abituata alle mie scappatelle, una in più non le cambierà nulla. Salgo in macchina e non mi presento nemmeno, ma ordino al ragazzo al volante di muoversi.
Arriviamo ad una festa privata al Bijoux, e poco prima che sia in grado di entrare Naìm mi ferma:"Promettimi che non esagererai."

"Da quando in qua, prometto qualcosa a qualcuno?" mi scrollo dalla sua presa e mi confondo tra l'ammasso di persone che si muove a ritmo della musica. Afferro il primo ragazzo che trovo e lo convinco ad offrirmi da bere, cosa che non si fa ripetere due volte. Dopodiché scompaio dalla sua vista e faccio la medesima azione con circa altri sei, sino a quando la mente mi si alleggerisce e riesco a svagarmi.

È mattino e l'orologio che ho al polso segna le dieci e un quarto. Ho male alla testa e pare quasi che a momenti possa scoppiare. Mi alzo e provo a fare mente locale: sono in una stanza a me sconosciuta, ma quando percorro il corridoio e arrivo al salotto unito alla cucina, giungo alla conclusione di trovarmi nell'appartamento di Dean.

"Cosa ci faccio qui? Assomiglia tanto alla scena di Cinquanta sfumature di grigio." sogghigno, ignorando il mal di testa tremendo. Dean è seduto su uno sgabello con in mano una tazza di caffè e con i gomiti appoggiati sul ripiano in marmo bianco della sua isola, e quando ode la mia voce, lo sento sussurrare una supplica a Dio.

"Magari fossi come Ana!" esclama mentre io mi siedo accanto a lui e resto senza parole per il fatto che lo abbia guardato.

"L'hai guardato quindi?" domando e lui cambia discorso, indicandomi l'aspirina vicino ad un bicchiere d'acqua e io sorvolo sul resto per poi ingerirla.

"Come sono arrivata qui?"

"Ero sulla strada di ritorno a casa e sono passato vicino al Bijoux. Poi ti ho vista litigare con un tizio asiatico, ti sei messa a piangere e infine hai pomiciato con un ragazzo a caso davanti all'altro, che intelligentemente ti ha lasciata lì." spiega con nonchalance e capisco che per tizio asiatico intende Naìm. Che ho combinato stavolta? Non litigo con lui dalla nostra rottura, cosa mai avrò detto per farlo incazzare o lui per farmi incazzare?

"E tu da bravo principe azzurro mi hai presa con te." continuo al suo posto, ma lui mi manda a quel paese con un gesto.

"Ma per favore! A me non interessava, ma quando mi hai visto, sei venuta da me e mi sei letteralmente svenuta tra le braccia. Non avevo scelta e ti ho portata qui."

"Ti costa tanto essere dolce?"

"E tu, sobria?" controbatte sfidante e io replico con un semplice touché. Apprezzo comunque che mi abbia portata con sé, senza abbandonarmi in una situazione del genere.

"Perché vai alle feste se il giorno dopo devi andare a scuola?" mostra stranamente interesse e mi domando se lui e sua sorella si siano messi d'accordo. Soddisfo la sua curiosità con la verità, ossia che non riuscivo a dormire, omettendo il piccolo dettaglio che ho confidato all'altra Hill.

"Beh, la prossima volta chiama me e non andare in una di quelle merde." dice e non si rende minimamente conto di aver appena firmato la sua condanna a morte, perché l'avrei fatto per certo e ora che ci rifletto bene, mi chiedo perché non l'abbia chiamato.

"E cosa faresti per farmi addormentare, eh?"

"Ti darei un pugno." risponde assumendo la posizione di difesa del box. Ridacchio per il suo aspetto ridicolo e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, lasciandolo impietrito, affermo:"Ci penserò la prossima volta." e apro la porta con l'intento di togliere il disturbo, ma una persona mi intralcia l'uscita. Cavoli, adesso gli agenti sono tutti scopabili? L'uomo impalato dinanzi a me, ha un sex appeal impressionante, tanto è vero che ne rimango incantata, sino a quando Dean nota che ha un altro ospite.

"Matthew! Mi ero dimenticato che dovessi venire qui." esclama e gli fa segno di accomodarsi dentro. La voglia di restare è fortuitamente apparsa!

"Tranquillo. Lei è...?" chiede squadrandomi da capo a piedi.

"Silvana." risponde Dean, ma lo correggo:"Mi chiamo Sofia."

L'uomo con i capelli corvini è perplesso e io gli spiego che il proprietario di questo appartamento ha il cervello che va a rilento e non riesce, di conseguenza, a mettersi in testa il mio nome.

"Saresti tu la ragazzina che rompe al mio collega?" domanda sogghignando e l'unica cosa a cui riesco a pensare è il fatto che sia il soggetto dei racconti di Dean.

"E tu saresti il futuro padre dei miei figli? Non per dire, ma viste le nostre bellezze, uscirebbero degli angeli." ribatto e poi mi mordo le labbra, desiderando che in una vita futura io riesca ad imparare a contenermi. Scoppia a ridere mentre l'altro, invece, scuote la testa in segno di negazione e rassegnazione. Matthew non ha niente di particolare, ma gli occhi marroni chiari, il sorriso stampato sul viso e la lieve barba, lo rendono assai attraente. Al contrario di Dean che sorride di rado e sembra sempre incazzato.

"Sei simpatica." si complimenta, ma l'altro si intromette, chiedendo:"Non dovevi tornare a casa?"

"Mi presti i soldi per il taxi?"

"Se vuoi, ti accompagno io." si offre Matthew, ma non faccio in tempo ad accettare la proposta, ché il moro mi dà i soldi e mi spinge fuori mentre io grido divertita:"Geloso, Hill?"

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