32 | double date again

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Non ho mai riscontrato problemi con il fare nuove conoscenze, sono sempre stata estroversa e, difficilmente, ci rimango male ad una lite, dato che sono solitamente io a cominciarla. Eppure, essere respinta in quel modo per la prima volta da una persona a cui mi sono affezionata lievemente, mi fa provare un'emozione di dolore e rammarico sconosciuta. Se spesso trascorro le notti in bianco a causa di mio padre, adesso è a causa di Dean.
Fisso il soffitto con questi pensieri che mi ronzano come mosche fastidiose e vengo riportata alla realtà da mia madre, la quale sbraita:"Sofia, muoviti o arrivi in ritardo a scuola!"

Il sole è già sorto e non me ne sono neppure resa conto; dannazione, mi ha ferita così tanto Dean con quelle parole taglienti e con il buttarmi fuori dal suo appartamento?
Svogliatamente mi do una mossa, ma quando vado nel garage, mi spavento nel incrociare mio padre. Devo ancora abituarmi all'idea che sia tornato un uomo libero e che, pur avendo richiesto il divorzio, mia madre abbia accettato di ospitarlo qui.

"Non volevo spaventarti." alza le mani in segno di resa, sorridendomi in modo caloroso, ma sapere che non è stato arrestato per frode, bensì per omicidio, non mi permette più di guardarlo sotto la medesima luce degli anni precedenti.

"Non fa niente." ribatto indifferente, montando sulla sella della mia moto. Ho odiato la donna che mi ha donato la vita, quando in realtà il mostro era quello che difendevo ripetutamente. Ho il presentimento che stiano progettando qualcosa, che il piano di scappare di mio padre sia andato storto e per questo motivo si sia recato da noi. La sera in cui mi hanno raccontato tutto ciò, stentavo a crederci, tanto è vero che sono scappata, di nuovo.

"Ieri sei tornata tardi, dove sei andata?"

"Da un amico." rispondo, allacciandomi il casco di Dean, che ancora non ha ripreso da quando mi ha fatta cadere dalla sua moto. Meglio così, mi piace questo casco!

"Quando avevi intenzione di dirmi che frequenti uno sbirro?" il tono della sua voce si abbassa un poco, enfatizzando la sua disapprovazione. 

"Mi pedini adesso?"

"Ho molti amici."

"Ah, quindi adesso oltre ad essere un assassino, fai seguire tua figlia dalle persone che chiami amici, pur pagandoli? Sai cosa mi domando? Con quali soldi, essendo disoccupato, lo fai?" mi sorge un altro dubbio, quasi certa che mi abbia confidato solo un terzo della verità.

"Vai a scuola."

Avvio il motore e guido fino all'edificio scolastico, dove mi unisco alla mia compagnia, continuando invano di intraprendere una conversazione decente, che non includa insulti o bestemmie, con Naìm, ma con scarsi risultati. All'uscita, ricevo differenti e rapide occhiate a cui non so dare una spiegazione e allora fermo una ragazza del secondo anno, la quale intimorita sputa il rospo. In sostanza, mi stanno disprezzando un po' tutti per avere messo le corna a Naìm. Non ci bado molto, ma quando odo un gruppetto di ragazzi sussurrare cose spiacevoli sul mio conto, non riesco a trattenermi.

"Ci conosciamo?" domando a braccia conserte.

"Sei stata attaccata al mio cazzo quando eravamo in terza." si vanta e mi viene naturale ridergli in pieno viso.

"Hai una vita sessuale talmente triste al punto di inventarti una cazzata del genere? Ti sei visto e hai visto me? Secondo te, i miei standards sono così bassi?"

"Ti ha spento, amico." interviene uno dei presenti.

"Sei davvero una bastarda puttana." riprende quello di prima.

"Già sentita, ma ti dò un'altra occasione per insultarmi come si deve, sempre se il tuo minuscolo, se non inesistente, cervello ce la fa." attendo, ma dato il suo silenzio, giro i tacchi soddisfatta. Questo pomeriggio avrei dormito, è deciso. È l'unico modo per non asfissiarmi con i miei problemi.

La suoneria del mio telefono mi trapana le orecchie, costringendomi a svegliarmi e a rispondere. Scopro esserci Matthew dall'altra parte e, limitandomi a versi simili a richiami per balene, accetto di uscire con lui.  Abbasso lo sguardo al mio orologio da polso e constato che siano oramai le sette di sera, pertanto, inizio a prepararmi.
Ricevuto il messaggio dello sbirro che frequento, scendo ignorando mio padre e salutando mia madre. Sentendomi gli occhi di mio padre sulla schiena dalla finestra, opto per farlo andare in collera, infatti bacio Matthew, circondandogli il collo con le braccia. Quest'ultimo non se lo aspettava affatto, ma essendo appoggiato all'auto, non perde l'equilibrio.

"Wow, non me lo immaginavo così il nostro primo bacio."

"E come?" domando mentre ci sediamo entrambi sui sedili e ci mettiamo la cintura di sicurezza.

"In un luogo più appartato e romantico, come si vede nei film, dove i due chiacchierano e poi stanno zitti e si avvicinano piano piano per darselo."

"Suoni tanto una femminuccia." lo schernisco, rammentandogli per l'ennesima volta che non tutte le ragazze amino quel genere di cose. È possibile conquistarmi con del sushi o dei panini del McDonald's ad asporto!

"Mi ferisci, mademoiselle, ma non riesco a capire le ragazze, in particolare modo te." parte e io gli pongo:"Beh, dove andiamo?"

"Dobbiamo passare a prendere mia sorella e Dean."

"No, aspetta cosa? È un'altra uscita a quattro?"

"Sì, è un problema?"

"Circa."

"Tanto alle giostre ci dividiamo." mi rasserena, ma soltanto il pensiero di rivedere quello stronzo con le mestruazioni, non mi esalta, sebbene siano passati già tre giorni da quel spiacevole battibecco.

Alle giostre non mi diverto per niente, così come Dean che ho beccato parecchie volte a guardarmi. E come un film romantico del cazzo, Matt mi ha obbligata a salire sulla ruota panoramica.

"Sbaglio o c'è tensione tra te e Dean?"

"Parliamo di altro, per piacere."

"Va bene... Perché mi hai baciato?"

Adora mettermi in difficoltà?

"Mi andava."

"E quindi cosa siamo?"

Alterno la mia attenzione tra lui e la vista che abbiamo la possibilità di avere grazie a questa giostra, e soddisfo la sua domanda con:"Ancora amici che si stanno conoscendo meglio. Non sono un tipo da relazioni serie per un bacio."

"Ci crederesti se ti dicessi che sono come te?"

Capisco che è affascinato da questa nostra somiglianza, che già il nostro amico in comune mi ha riferito, definendolo uno stronzo che usa le donne come giocattoli. Che stia recitando o meno per entrarmi nelle mutande, non lo scoprirò mai e, seppure mi spaventi poterne uscire ferita e a pezzi, non posso negare il fatto che stare con lui mi faccia sentire rilassata e quasi felice. Incrocio i nostri occhi e a man mano che la distanza tra i nostri visi diminuisce, il mio battito cardiaco aumenta di pari passo, sino a quando le nostre labbra si uniscono in un tutt'uno nuovamente.

"Ecco, me lo immaginavo così." sussurra infine con un sorriso a trentadue denti e devo ammettere che è molto meglio di quello precedente sul mio vialetto.
Verso la fine della serata, sono tornata di buon umore, dicendo le mie solite battute bastarde, e nel tragitto di ritorno Alexandra propone:"Vi va di fare qualcosa di illegale?"

"Tesoro, hai come fratello e fidanzato poliziotti."

"Sì, ma non siete in servizio, quindi che ne dite di intrufolarci in una piscina interna?"

"Tesoro, se vuoi farti un bagno, possiamo andare a casa di mia madre, dove c'è una piscina interna."

"Oddio sì, amo far incazzare tua madre!"

I due piccioncini si mettono d'accordo e Matt cambia destinazione esclamando:"Eh, casa di Celeste sia!"

Non finirà bene, lo so già.

N/A
Forse stasera aggiorno di nuovo!😏

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