Accavallo le gambe sotto il banco, reggendomi con il braccio sulla superficie di esso, nella vana speranza di non addormentarmi alla spiegazione della professoressa e di distrarmi dal gesto sorprendente di Dean. Non capisco cosa stia provando, cosa abbia fatto scattare in me quel che si è verificato ieri e ho paura di scoprirlo.
L'ora termina e solo al suono assordante della campanella, mi riprendo dai miei pensieri stressanti. Mi dirigo verso la fermata della corriera, ma lì un'auto posteggia e da essa scende Zoe che mi offre un passaggio, che rifiuto senza apparire antipatica."Oh, andiamo. Tanto passo davanti al tuo quartiere!" mi persuade e mi convinco del fatto che accetti soltanto per risparmiare un biglietto urbano che avrei dovuto comprare sul mezzo al prezzo di due euro. Purtroppo stamani non ero in vena di guidare la mia moto ed è adesso che mi pento della mia decisione. Mi meraviglia la sua gentilezza nell'accompagnarmi e sebbene non sia da lei, non faccio domande. Purtroppo, il perché di tutto ciò, si rivela non appena ci fermiamo al semaforo rosso.
"Mio fratello è un deficiente ritardato coglione" inizia, "Come hai potuto permettergli di tatuarsi la tua iniziale? All'anulare poi!" è palesemente contrariata e infastidita dalla pessima decisione del fratello maggiore e sono totalmente d'accordo. È stata una mossa sbagliata e da scemi.
"È intollerabile! Non siete nemmeno una coppia ufficiale" sclera gesticolando e dopo un profondo respiro, con tanto di occhi chiusi, mi chiede calma:"Tu ami mio fratello?"
La mia incapacità di darle una risposta le fa supporre che sia ancora confusa, fatto reale a dirla tutta, ma non l'aiuta e non manda neanche via la sua preoccupazione riguardo ciò. È davvero amore quello che provo per lui?
Entro in casa e dopo avere pranzato e avere richiesto il permesso a mia madre di andare a fare un giro con la mia moto, guido fino al lungolago della città. La parcheggio in un vicolo e vado a lanciare dei sassi sull'acqua del lago con lo scopo di farli rimbalzare. Sono sempre stata brava in questo e, Dio Santo, quanto avrei voluto avere la medesima bravura nella relazioni e nel comprendere i miei sentimenti. Provo a paragonare essi a quelli che avevo con Naìm, ma non trovo nemmeno un aspetto simile. È pura e autentica felicità quella che ho in presenza di Dean e ora non sono nemmeno capace di immaginare un futuro senza di lui. E io odio questa situazione, con ogni singola particella del mio corpo. Decido di chiamare il suo contatto e nell'attesa di una risposta, vengo distratta da un uomo che fa jogging e che poi si rivela essere mio padre. Interrompo la richiesta di chiamata e mi indirizzo verso di lui, non sicura di cosa dire, ma abbastanza furiosa.
"Sofia" esala a fiato corto per la corsetta, "Che ci fai qui? Torna a casa."
"Tutto qui, sul serio? Hai il coraggio di dirmi solo questo, papà?" sbotto a braccia conserte, indecisa se sbraitargli contro o meno per aver abbandonato e distrutto la nostra famiglia.
Si piega in avanti, mettendomi una mano sulla spalle sinistra come segno di conforto e rassicurazione, e mi dice:"Principessa, giuro che lo sto facendo per il tuo bene.""Abbandonarmi per la seconda volta è per il mio bene?"
"La prima volta non è mai stata intenzionale, mi hanno incastrato" comunica, ma ormai non so più se credergli o meno. Una parte di me vuole farlo, essendo pur sempre la persona a cui devo la mia esistenza assieme a mia madre, ma l'altra – quella più razionale – è consapevole che farebbe prima a lasciarsi alle spalle l'intera questione e vivere la propria vita.
"Prima era per frode, poi per omicidio e adesso mi dici che ti hanno incastrato? Vai all'inferno. Per me sei morto" dichiaro, mentendo ad entrambi.
"Sofia, per favore, torna a casa. Ora!" digrigna i denti e nonostante le parole che ho appena pronunciato non riesco a trovare le forze di andarmene. È mio padre, dannazione!
Come se non bastasse, mi contraddico e lo abbraccio tra le lacrime che mi offuscano la vista."Ho bisogno di te, papà" frigno, inalando il suo profumo che speravo ogni sera di odorare prima di dormire e dopo il racconto della buonanotte nel corso della mia infanzia. Lui mi stringe forte a sé e, seppur per pochissimo tempo, mi sono dimenticata degli anni in cui siamo stati distanti.
"Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, più di quanto io ami tua madre, ma devi fidarti di me e andartene" bisbiglia con voce rotta, commosso dalla mia reazione, "Ci stanno guardando."
"Chi?" mi allarmo, evitando di essere cercarli con lo sguardo per non farmi beccare.
"Vai via" così dicendo, riprende la sua corsa e obbedendogli, fingo di procedere verso una direzione, nascondendomi in realtà dietro un albero per scorgerlo e capire in che cosa si sia immischiato o comunque ritrovato coinvolto accidentalmente. Vedo due uomini che con un cenno gli fanno intendere di seguirlo e nell'istante in cui decido di pedinarli, mi ritrovo quattro chiamate perse da Dean. Rialzo lo sguardo per non perdere mio padre, ma è troppo tardi: è sparito con i due omoni.
Quindi adesso ho due domande stressanti e costanti in testa: amo Dean? E che cosa ha combinato mio padre per dovere trascorrere anni in prigione e poi neanche stare con la sua famiglia una volta uscito? Droga, traffico, debiti?
Vorrei tanto parlarne con Dean, ma essendo un poliziotto e dovendo addirittura definire e affrontare quel che provo per questo, non mi pare il caso.Rincaso senza trovarvi mia madre, la quale ha lasciato un post-it su cui ha scritto di essere andata a fare la spesa. Inizio a frugare tra i cassetti della stanza matrimoniale dei miei genitori e anche nello studio vecchio e impolverato che usava mio papà. Impiego l'intero pomeriggio per cercare qualche informazione e nel momento in cui una parte del parquet scricchiola, facendomi comprendere che una piastrella sia rimovibile, mi ci fiondo sopra. Trovo dei documenti, delle lettere di minaccia e delle foto scattate a me in compagnia di Dean, Matthew e altre anche con i miei migliori amici. Dunque ha sempre saputo che il mio pseudo fidanzato non è gay?
Scopro che la verità sia l'ultima detta sul lungolago, ovvero che è stato incastrato, ma una lettera ancora più agghiacciante, mi fa raggelare il sangue e spalancare gli occhi.
Traffico di donne, mi si ripete in mente ripetutamente e mi rifiuto categoricamente di credere che lui, il mio eroe, sia coinvolto in questa orribile e disumana operazione.
Di punto in bianco, qualcuno suona al mio campanello e celermente riposo ogni cosa al suo posto. Mi affaccio alla finestra dello studio per vedere di chi si tratti e l'unico mio ospite indesiderato è il fratello Hill di Zoe. Non gli apro e in attesa che se ne vada, provo a digerire quello che ho scoperto, ma invano, ché Dean persiste nel telefonarmi e messaggiarmi. Leggo in anteprima quelli che mi ha inviato.Dean-osauro: Ciao Svetlana!
Saluta e penso immediatamente alla donna zozza di Shameless.
Dean-osauro: non voglio disturbarti, ma ho da poco finito il turno ed essendo ormai questo sabato il matrimonio di Finn e mia madre, mi chiedevo se volessi e potessi accompagnarmi.
Dean-osauro: e scusami se ti sto riempiendo di notifiche, ma è essenziale saperlo adesso perché stiamo aggiustando i posti a tavola.
Dean-osauro: sono sotto casa tua, ma a quanto pare non c'è nessuno.
Dean-osauro: vieni da me stasera?
Dean-osauro: sì, mi sto annoiando.
Dean-osauro: rispondimi e fammi compagnia, dai.Inevitabilmente un sorriso prende spazio sul mio viso e il fatto che non l'abbia neanche visto, ma che stia davanti ad uno schermo, mi preoccupa.
Forse sono davvero innamorata di lui.
Forse lo amo, anche più di quanto ami me stessa.N/A
Secondo voi, andrà al matrimonio con Dean o cercherà suo padre?🤪
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Eighteen
Teen Fiction"Hey, modello di Abercrombie and Fitch! Mi sto annoiando, parliamo o pomiciamo?" chiedo al poliziotto di guardia, il quale subito dopo rotea gli occhi al soffitto. Beh, io ci ho provato. É SOLO PER FARE RIDERE, NON FATEVI IDEE AFFRETTATE SU DI ME...