34 | just us again

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La mia vita è costituita da giornate movimentate e da giornate in cui non succede mai niente di eclatante, e dati i diversi avvenimenti familiari, di cuore e di amicizia, mi chiedo quando tornerò a sgranocchiare schifezze sul divano e a riprendere gli esercizi in palestra. Non so per quanto sarò in grado ancora di sopportare tutto ciò. Naìm è incazzato ma innamorato di me, ho appena riconciliato con Cheche, mio padre Ryder è uscito di prigione con l'accusa di omicidio, Zoe rimane puttana, Alexandra mi vuole uccidere, mia madre prima o poi avrà un crollo a causa mia, Matthew vuole conoscermi meglio per una relazione seria e infine c'è Dean, che a quanto pare ho baciato mentre ero sbronza. Sono semplicemente stanca.
Entro a casa, dopo avere partecipato attivamente — per partecipare intendo che ho annuito e sorriso — alle lezioni scolastiche e dopo avere parcheggiato la moto in garage, e trovo mio padre alle prese dei fornelli. Stento a crederci che abbia ucciso una persona, ché i pochi ma bei ricordi che ho di lui mi dicono che sia il mio eroe dopotutto.

"Giusto in orario! Il pranzo è pronto." si accorge di me e ci spostiamo a tavola, seduti opposti all'altro. Mangio la pasta con panna e salmone, ma è troppo molle e io la preferisco al dente.

"Com'è andata a scuola?" si interessa fintamente per passare alla domanda che avrebbe voluto pormi quando sono rientrata alle due del mattino.

"Bene."

"E ieri, l'uscita?"

Ecco, appunto.

"Altrettanto."

"Sei tornata tardi e anche da sola." osserva e io poso la forchetta per cambiare discorso e puntare la conversazione sui suoi di affari.

"Chi hai ucciso?" domando, facendolo trasalire a dismisura. È una cosa che muoio dalla voglia di scoprire, ma che al medesimo tempo mi spaventa.
Prende un profondo respiro e fa il nome di un certo Dominic, ma non conoscendo tutta la storia, me la ripercorre cortesemente:"Allora... Quando avevo la tua età, ero solito fare cose illegali e compravo erba su erba. Come spesso accade, mi sono ritrovato colmo di debiti, pertanto hanno incominciato a minacciarmi utilizzando tua madre. Prima che nascessi, l'hanno picchiata ed era circa al settimo mese, dunque ho perso il controllo e ho ucciso Dominic."

Pronuncia tali parole con nonchalance, senza un minimo di rimorso o senso di colpa, e, sebbene sia un'azione orribile la sua, lo capisco... almeno un po'.

"Sono un assassino, ma rimango tuo padre."

"Lo so." controbatto e per il resto del pranzo, domina un silenzio che nessuno dei due ha il coraggio di rompere. Non so come reagire, o tantomeno come comportarmi, dunque mi limito a studiare per tutto il pomeriggio, avendo uno scritto di storia dell'arte l'indomani. Ad un certo punto, verso le otto di sera, Dean mi invia un messaggio con scritto « affacciati » e di conseguenza lo faccio, per curiosità non perché me lo ha ordinato lui, sia chiaro. Lo ritrovo sotto casa mia con due pizze, una cassetta di birre Heineken e un sorriso stampato sul viso.

"Che cazzo vuoi?" domando, non volendo altri drammi.

"Non dovevamo guardare The Duff insieme?" sogghigna e se questo è un modo per fare pace, devo dire che mi piace. Ciononostante, faccio la preziosa.

"Non ero una ragazzina dalla vita di merda che rovina quella degli altri?" lo cito, ancora offesa.

"Sai che non lo penso..."

"Eppure l'hai detto." non mi do per vinta. Non può trattarmi in quel modo e riconquistarmi con il cibo, anche se come tattica, devo riconoscerglielo, è più che buona.

"Se mi fai salire, ti spiego."

Soppeso la sua sorta di richiesta e poi preoccupandomi delle pizze, decido di farlo entrare in casa.

"Passa per il retro e non fare rumore che i miei sono in salotto."

Gongola e io mi dirigo giù per accoglierlo e per evitare i miei genitori lo scoprano e che lo riducano in mille pezzettini. Ci impiega un po' a trovare la porta, ma alla fine riesco a farlo introdurre senza troppi problemi. Giro la chiave, bloccando la serratura di camera mia e mi affretto ad appoggiare il ben di Dio, e stavolta non mi riferisco al sedere di Dean, sul mio letto.

"Sono a tutt'orecchi." comunico, afferrando un trancio di pizza che lui gentilmente ha fatto tagliare al pizzaiolo.

"Quando ci siamo baciati qui..." si tortura le mani per il nervoso, mentre io accendo anche il computer.

"Ah, ci siamo baciati qui? Perché non siamo andati oltre?" lo interrompo, volendo rompergli un po' le scatole, essendo passato troppo tempo per i miei gusti.

"Non è quello il punto. Ecco, mi ha scombussolato un po' quel contatto..." riprende, ma io lo blocco nuovamente:"Per me è essenziale. Come hai fatto a trattenerti dallo spogliarmi?"

"Mi fai finire?" domanda spazientito e io gli do via libera, consolandomi con il fatto che avrei proseguito più tardi.

"Stavo dicendo: mi ha scombussolato..."

"Perché ti piaccio."

"Adesso mi butto giù dalla finestra."

Ridacchio e stavolta sto muta per dargli la possibilità di spiegarmi il ché del suo comportamento.

"Stavo dicendo: mi ha scombussolato un po' il nostro bacio e sono andato in panico, perciò ho optato per la via più facile, cioè di mantenerlo segreto. Non penso assolutamente tutte quelle cattiverie, cioè... ehm... sì, sei insopportabile, ma mi piaci come amica. Scusami se ti ho ferita, è praticamente l'ultima cosa che avrei mai voluto farti." confessa imbarazzato e quasi mortificato, e inutile informarvi del fatto che mi si sia sciolto il cuore. Lo abbraccio, cogliendolo di sorpresa, ma vengo ricambiata immediatamente.

"Guardiamo The Duff, va' là." si stacca da me, sdraiandosi sul mio materasso e io lo seguo, senza perdere l'occasione di ribattere:"Un abbraccio ti mette a disagio? Ti ho visto fare uno spogliarello e nudo e ci siamo anche baciati."

"Piccoli dettagli."

"Sì sì, piccoli quanto Dean-osauro."

"Solita..." bofonchia, strappandomi il laptop e posandoselo sulle sue di gambe. Vedo che va su Cineblog.01 e che, dopo aver chiuso le tre pagine porno apparse, avvia il film.

"Dean-osauro..."

"Dimmi."

"Perché sei qui?"

"In che senso? Per chiarire, non è ovvio?"

"Perché sei venuto qui?" insisto e lui comprende che la sua risposta non mi soddisfa, allora dichiara:"Perché ormai ho perso Alexandra e non voglio perdere anche te."

Ed ecco che fa capolino dentro di me una sensazione sconosciuta... che sia un attacco cardiaco? Che stia per avere un attacco epilettico? Che sia la presenza di Dean?

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