35 | thing

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Sono quel genere di persona che quando guarda un film o un episodio di una serie televisiva in compagnia di un'altra, non ama affatto che in ogni fottuta scena questa abbia qualcosa da commentare. E indovinate! Dean mi sta irritando il sistema nervoso con le sue reazioni. Sono indecisa tra lo strozzarlo con le mie mani o soffocarlo con il mio cuscino, ma so che prima o poi prenderò la mia decisione.

"Ma che cazzo sta dicendo? Non è vero, è lei che è sfigata. Non è colpa delle sue amiche!" si lamenta, sorseggiando la bottiglia di Heineken. Siamo alla parte in cui Bianca, la protagonista etichettata come l'asso nella manica per raggiungere le sue amiche a detta di Dean « bonazze assurde »,  dà la colpa a queste per la sua cosiddetta posizione sociale scolastica.

"Puoi stare zitto e goderti il film?" borbotto a mia volta, mettendo via le scatole di pizze ormai vuote.

"Ti do fastidio?" sghignazza e lo prendo in giro per la sua perspicacia.

"Ma va?"

"Beh, allora continuo." agisce come farei io al suo posto, "Ma che patto di merda! Oddio, è ugual-..."

E così facendo, oltrepassa il limite della mia pazienza, pertanto afferro il cuscino su cui sono appoggiata per schiaffeggiarlo con esso, stando attenta a non rovesciare la birra o altro. Ci impiega poco a controbattere e altrettanto a capovolgere la situazione: si posiziona sopra il mio corpo, dandomi con troppa forza, forse inconsapevolmente, schiaffi con addirittura due cuscini. Il che non è una bella cosa per me che impiego secoli a truccarmi e ad aggiustarmi i capelli.

"Dean, fermatiii!" supplico tra le risate, "Mi stai rovinando i capelli e il trucco!"

Ansimo, cercando di regolare il mio respiro, non appena mi concede un attimo di tregua. È seduto su di me, a gambe divaricate e la mia mente malata e perversa si è già immaginata una scena non adatta ai minori di quattordici anni. Cerchiamo di riprenderci entrambi, ma nel farlo, ci perdiamo negli occhi dell'altro. Nonostante i suoi siano niente in confronto ai miei, che ricordo essere azzurri come il ghiaccio, ci trovo qualcosa che mi piace e stavolta non parlo del mio riflesso.

"Sofia, tutto okay? Che stai combinando? Perché hai chiuso a chiave?" bussa mia madre alla porta, rompendo qualsiasi cosa si fosse formata in quei pochi secondi, e in fretta e furia scanso Dean, per andarla ad aprire. Non le do la possibilità di entrare, ma mi sporgo leggermente io verso di lei, ancora con il fiatone e sicuramente le guance rosse.

"Tutto bene? Hai un aspetto... Oh mio Dio! Non ti stavi mica..." si osserva dietro per assicurarsi che non ci sia papà, "Masturbando?" bisbiglia con un'espressione sospettosa e preoccupata.

"Cosa? No!" nego imbarazzata, anche se la mia condizione mi contraddice.

"E che stavi facendo?" indaga più a fondo e io comincio a balbettare, non sapendo che fandonia inventare:"Eh... stavo facendo... ndo.... STRETCHING!"

Non se la beve e pretende a braccia conserte che le consegni le chiavi per essere più tranquilla, ma come d'abitudine le rispondo sgarbatamente:"Perché scusa?"

"Dammela o me la prendo io."

"Okay okay, tieni." dico frettolosa, non potendo correre il rischio che scopra che un ragazzo, o meglio l'uomo che ritiene essere un pedofilo, sia qui con me. Non aggiunge niente e ambedue torniamo a fare quel che stavamo facendo. Quando ritorno dal mio amico, lo ritrovo ancora per terra, dove l'ho spinto, a trattenere le risate, infatti è dello stesso colore del sedere di un babbuino.

"Che cazzo ridi?"

"Birichina! Non ti devi masturbare, eh." mi prende in giro, mentre si tira su in piedi.

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