43 | my favourite

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"Ciao mamma! Ciao papà!" saluto felice la mia famiglia non appena chiudo la porta di ingresso e dopo aver ringraziato Cheche per avermi accompagnata a casa. Nonostante i miei problemi e tutto il resto, non riesco a reprimere il sorriso che sta occupando il mio viso e a notarlo è stata mia madre, che puntualmente piomba nella mia camera senza bussare – come al solito.

"Divertita alla festa?" chiede curiosa, sedendosi all'angolo del mio letto. Aggrotto la fronte per la sua domanda, dal momento che non si è mai interessata granché a questo genere di cose.

"Sì, come a tutte le altre a cui ho partecipato." faccio spallucce, ma lei non mostra alcuna voglia di andarsene e farsi i suoi dannati affari.

"Mi sembri contenta." constata e, attirandomi per la mano, mi obbliga letteralmente a posizionarmi affianco a lei.
Rammento il bel rapporto che avevamo prima che ovviamente entrassi nella mia fase adolescenziale ribelle e mi manca da morire non avere segreti con lei.

"Ho realizzato di provare qualcosina per un ragazzo." rivelo senza nemmeno rendermene conto e lei ne rimane stupita quanto me. Ci impiega un po' a riprendersi da questa mia confessione e ritrovata fiducia nei suoi confronti, ma non troppo. Difatti il suo lato pettegolo fa la sua comparsa in un attimo: esige dettagli, sapere di chi si tratti, da quanto tempo ci sentiamo, se sia ricambiata e così via. Dal momento che è mia madre, evito di svelarle che sia Dean, avendo inteso che non gli stia di questa grande simpatia considerando la differenza d'età e la sua professione, ma le confido il resto.

"Quindi trascorri le notti da lui quando scappi e sei incazzata?"

"Sì."

"Hai intenzione di dirmi chi è?"

"Non ancora. Te lo dirò quando sarò sicura che esista un futuro per questa sorta di relazione."

"È bello vederti così." afferma, osservandomi e in contemporanea gli occhi le diventano lucidi. Abbasso lo sguardo e, in seguito a due minuti di silenzio, mi butto tra le sue braccia domandandole venia per lo stress, per il dolore e per quel che le ho fatto provare con i miei comportamenti, ché convinta stupidamente che dovesse essere lei dietro le sbarre e non papà. Mi stringe a sé, rassicurandomi con candide e dolci parole che non udivo da una vita.

"Dai, su con il morale. Mia figlia non si mette a frignare così tanto!" scherza e di conseguenza mi asciugo le lacrime.
Sono stata una ragazzina cocciuta e ignorante, che spesso le ha gridato di morire e brutalità che non si merita affatto, che nessuno meriterebbe, e di questo mi sentirò in colpa per molto, forse per sempre.

"Tesoro..." mi richiama e io riporto la mia attenzione su di lei, senza affogare più tra i ricordi.

"È un pene quel che hai sul viso?" pone pacata e io al contrario mi copro la faccia per la vergogna. Solo in quell'istante noto di aver lasciato gran parte del mio make up sulla sua manica.

"Oh, merda!" impreco e corro in bagno.

"Faccio finta di non aver visto niente! Raggiungici giù poi." ordina con un tono rigido, ma non esagerato.

"Sì, mamma." ribatto, "Ah, mamma... ti voglio bene."

"Chi è il ragazzo che frequenti? Ti fa uno strano effetto."

"Mamma!"

"Ti voglio bene pure io, Sofia."

_____

Sono uscita da poco dal supermercato con i miei genitori con la spesa ed è incredibile quanto sia in armonia con questi a tal punto da parere una di quelle famiglie modello, che di norma prendo in giro. Se ci fosse Cheche, mi avrebbe già mollato un pugno per far sì che mi ripigliassi.

"SOFIA!" grida qualcuno alle nostre spalle e quando capisco che si tratti di Dean supplico i miei di aspettarmi in auto. Se non fosse stato per il trucco perfetto del mio amico che lo fanno apparire dell'altra sponda, non mi avrebbero accontentata. Mi ero quasi dimenticata dello scherzetto fattogli.

"Make up waterproof? Sei fottutamente seria? Sono andato al lavoro con questo aspetto! Sembro mia madre con i capelli corti, porca puttana!" mi assale, avvicinandosi minacciosamente.

"È uno scherzo innocuo, andiamo! Almeno le scritte non si vedono." ridacchio mettendo in evidenza il lato buono.

"Ti sto per ammazzare, Sofia." digrigna tra i denti, ma non mi intimorisce.

"Mi piaci incazzato. Azzecchi il mio nome."

"Sai perché eri nuda stamattina?" domanda calmandosi gradualmente e tirando fuori dalla tasca il suo telefono, "A quanto pare ti ho ripresa mentre mi dedicavi uno spogliarello."

"Menti." lo contraddico, ma per convincermi me lo mostra in anteprima. Cazzo, che bel fisico che ho!

"Adesso vengo con te a casa tua e..."

"Quante volte devo ripetertelo? Dean-osauro non è ammesso a Jurassic Park." lo interrompo facendolo esasperare. Prima di riprendere il discorso, bisbiglia a sé stesso di non perdere il controllo e altre cose che avrà imparato a yoga.

"Stavo dicendo... adesso vengo con te a casa tua e mi dai il necessario per rendermi nuovamente un bell'uomo."

"Non potevi comprarti delle salviette struccanti?"

"Ho perso il portafoglio alla festa!"

"Okay, ma sono con i miei quindi non appena sali in macchina tu diventi automaticamente gay." ordino e lui acconsente.
Durante il tragitto verso casa, mia madre si scusa per averlo trattato male la prima volta che si sono visti, spiegando di non avere inteso il suo orientamento sessuale, mentre mio padre si limita ad ascoltare. Giunti a destinazione, Dean cena in nostra compagnia e non potete minimamente immaginare quanto mi sia divertita nel vederlo in difficoltà ad immedesimarsi nel suo ruolo.
E ora io lo sto struccando come su sua richiesta nel mio bagno.

"Sei stata una vera stronza, sai?"

"Tranquillo, un po' di Kiko sul viso non ti impedisce di soffocare nel tuo testosterone."

"Mi vendicherò, sai?"

"Non hai creatività, quindi, non devo preoccuparmi."

"Non sottovalutarmi, ragazzina." sogghigna toccandomi la punta del naso. Oh, andiamo! Nemmeno mia nonna fa così!
Finisco di togliere bene il mascara e una volta fatto, lo insulto nuovamente:"Tadà! Sei tornato brutto come prima."

"Ma se mi sbavi dietro dal nostro primo incontro." mi contraddice pieno di sé

"Hai presente quei ragazzi dal bel fisico, ma brutti come la fame?" chiedo, "Ecco, tu sei quel tipo di ragazzo."

"Taci e baciami."

"Passo." ghigno, buttando le salviette nel cestino e spostandomi nella mia camera da letto, seguita da lui.

"Resti qui a dormire?"

"Non posso, domani ho il turno di mattina."

"Che palle!"

"Resto qui finché non ti addormenti se vuoi." dice dolcemente mentre ci sdraiamo sul mio letto.

"No, tranquillo."

"Oh, comunque, mi hanno inviato che foto che ci hanno scattato."

"Non voglio vederle!"

"Ma siamo venuti bene."

"Lo abbiamo fatto insieme o mi hai preceduta?" pongo maliziosa, dato che me l'ha servita in un piatto d'argento, "Ho sempre pensato che durassi poco a letto."

"Non riesci proprio a non dire qualcosa inerente al sesso, eh?"

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